Loretta Lux – di Antonino Tutolo
Loretta Lux
Loretta Lux è nata nel 1969 a Dresda (in Germania Ovest) e attualmente vive e lavora in Irlanda. Ha studiato pittura all’Akademie der Bildenden Künste, di Monaco ed ha conseguito l’Infinity Award for Art presso L’International Center of Photography di New York.
Dopo la ripresa l’autrice inizia un lungo lavoro di camera chiara nel corso del quale i soggetti sono scontornati e reinseriti su altri sfondi, fotografici o pittorici, quasi piatti e privi di singolarità, ma perfettamente accordati cromaticamente con gli abiti dei soggetti. I dettagli sono esaminati e corretti fino alla perfezione; cioè fino ad ottenere opere che presentano uno stile personalissimo ed una tecnica funzionale alla tematica. I colori hanno le tonalità del pastello. Il contrasto dell’insieme è basso.
Il suo stile fotografico è surreale.
La sua è una galleria di ritratti immaginari; iconici simulacri di una fantasia che ha idealizzato l’infanzia come un paradiso perduto nel quale è impossibile tornare; un regno immaginario che non è altro che una proiezione di idee di adulti e l’interpretazione delle immagini è l’espressione delle nostre aspirazioni. Un paradiso perduto ed irraggiungibile, un’infanzia delusa.
Anche se la composizione segue quasi rigidamente le regole pittoriche (notevole è l’influenza di maestri come Bronzino, Velasquez, Goya e Runge) l’effetto è quello di isolamento e di lontananza, che sposta le immagini fuori dal normale campo della ritrattistica.
I suoi soggetti preferiti sono i bambini. Hanno occhi grandi e sguardo malinconico. A ispirarla sono i libri di fiabe ma anche i quadri di Holbein e Balthus. I piccoli soggetti sono attori di un film in cui rappresentano metafore. Hanno lo sguardo triste, pensoso. Essi raccontano l’annullamento di ogni possibile tensione individuale. Sembrano alienati dallo sguardo perso. Sembrano porcellane diafane. Sono protagonisti di favole, mentre fino a poco fa le favole le ascoltavano.
I mezzi di comunicazione di massa hanno sostituito le letture dai libri di favole. Forse quei bambini si riescono a recuperare nella memoria, o ad elaborare nelle fantasie remote, o rivedere in film ambientati agli inizi del Novecento, o su di lì, o ritratti negli album di famiglia.
La magia della fotografia contemporanea, da una ripresa “diretta”, riesce a trasformare con semplici mezzi ma acuta abilità tecnica, un’immagine in un’altra immagine del tutto possibile e del tutto ingannevole.
I bambini di Loretta Lux sono bambini contemporanei, messi in posa, abbigliati come se venissero dal passato, ambientati in contesti di una calma e serenità alienanti.
“Fotografando i bambini da soli, separati da ogni contesto sociale, permetto loro di esistere in proprio” … “sto esplorando il legame equivoco tra il sé e il mondo”.
A Loretta Lux è stato assegnato l’International Center of Infinity Award dell’International Fotografia 2005.
Le sue opere fanno parte di numerose collezioni in Europa e negli Stati Uniti, tra cui il Museo Solomon R. Guggenheim, San Francisco Museum of Modern Art, Museum of Contemporary Art, Los Angeles, Los Angeles County Museum of Art, Art Institute of Chicago, Israele Museum, Gerusalemme; Foto Museo Monaco di Baviera, e il Musée de l’Elysée, Losanna, Svizzera. Una retrospettiva itinerante del suo lavoro è stato esposto in luoghi come la Kulturhuset, Stoccolma, Svezia; Musée de l’Elysée, Losanna, Svizzera, Museo de Arte Contemporaneo de Monterrey, Monterrey, in Messico, e il Fotomuseum Den Haag, L’Aia.
Drum
Solo per curiosità, cito la valutazione delle sue opere d’arte.
La copia 6/20 della fotografia “Il tamburo” (Drum) del 2004, realizzato in 20 copie, è stato venduta l’8 maggio 2013 alla Galleria Philips di Londra per 13.750 euro
http://www.lorettalux.de/
Antonino Tutolo
Le opere di Loretta Lux ci immettono nel rapporto tra fotografia e pittura che è sempre stato vivo fin dagli albori, come dimostra l’opera O.V. Rejlander che già a metà dell’ottocento realizzava una sola immagine assemblando con grande creatività decine di scatti fotografici.
Oggi conoscendo quale perfezione di somiglianza la pittura iperrealista propone, si è indotti a pensare non è solo la perfezione iconica che attira un pittore a esprimersi con la fotografia. L’aspetto metonimico, che lega fisicamente l’icona fotografica alla realtà attraverso l’impronta, costituisce un segno vivivo del dramma esistenziale che è presente nelle fotografie iconiche di Loretta Lux. Questa immanente traccia di un’esistenza pulsante, seppur domata formalmente dall’immaginario creativo dell’artista, contribuisce a generare il suo misterioso messaggio surrealista che le sue immagini rappresentano conducendoci nell’ambito dell’indicibile.
Avevo già visto le opere di Loretta lux e sono molto affascinata dell’impressione che lasciano sulla nostra percezione della fotografia. Si situa effettivamente al confine fra fotografia, pittura “classica” (spesso grazie allo sfondo che sembra essere un decoro di teatro) ed alla pittura iperrealista e trovo notevole questa confusione di genere che ci forza ad andare a guardare in tutte le parte della foto per capire in quale mondo siamo. Al di la del soggetto che in se è molto forte, trovo questo stile di forte impatto.
Grazie per questo articolo !
Ringrazio Antonino Tutolo per avermi fatto conoscere quest’autrice davvero affascinante: Loretta Lux è la dimostrazione che oggi più che mai la commistione fra varie forme artistiche (anche se qui si tratta di fotografia e di un’abilissima postproduzione, ma con evidenti e preponderanti riferimenti pittorici),sta tracciando la via per una forma d’arte sempre più a 360°,con affascinanti contaminazioni fra pittura, fotografia , scultura, videoinstallazioni e musica.
Ritrovo in questa autrice, fino ad oggi a me sconosciuta, la stessa ricchezza espressiva che ho trovato nelle opere di Sally Mann. Come tutti voi avete detto le commistioni artistiche sono diverse, la fotografia sembra abbia la capacità di raccogliere in sé quel che viene insufflato nello spirito dall’arte, restituendo emozioni e surreali rimandi onirici.
La grande raffinatezza nella scelta compositiva e del colore certificano la preparazione artistica dell’autrice che ci regala un’opera che sicuramente, a qualcuno, potrà anche causare fastidio.
La valutazione riportata per sola curiosità è tutta meritata! Quegli occhi sbarrati bucano, perforano e provocano un piacevolissimo dolore.
Ancora una volta complimenti alla qualità dei post presentati!
Non conoscevo Loretta Lux e l’articolo di Antonino Tutolo che ringrazio, è stato di stimolo per saperne di più.
Di tutta evidenza è la profonda conoscenza della pittura, le sue sono composizioni statiche, di grande livello formale che richiamano le tele di Velasquez e Goya, come lei stessa cita.
Con grande maestria l’autrice , trasforma le immagini originarie, ne crea di nuove, false ed illusorie, ma non per questo meno reali.
I bambini immortalati inquietano, calati in un contesto straniante, non vi è alcuna naturalezza in queste immagini che mostrano volti privi di umanità; immagini surreali dominate da una profonda solitudine.
Tra l’illogicità della serenità infantile ritratta , lo sguardo sconcertato di chi osserva e l’effetto spiazzante che produce si pone a mio parere l’attrattiva delle opere di Loretta Lux.
Certo è che l artista ha deciso di percorrere un sentiero stretto e sdrucciolevole perché quando la narratività è così estremizzata facilmente può scivolare nel kitsch.
Che bella fotografia , Loretta Lux non la conoscevo come fotografa , grazie ad Antonino Tutolo per averla inserita . Immagini surreali , sospesa tra pittura e fotografia . Con sapiente fantasia e capacità espressiva l’autrice crea immagini pulite uniche .
L’utilizzo della prospettiva ingannata, rende questi fanciulli irreali in un mondo inesistente.
I colori pastello, magnifici, tutto è armonicamente omogeneo nella composizione della scena, una visione onirica .
Nella presentazione di una Mostra del 2009 “I figli dello sguardo alterato”di Loretta Lux era scritta una frase che mi appare indicativa e appropriata per aiutarci ad capire il suo percorso artistico: “per quanti sono interessati a mettere alla prova la propria esperienza percettiva”.
In effetti questi ritratti ci lasciano in primo luogo spaesati, perchè lontani dalla verità, dalla realtà. Ritratti immaginari e immaginati di un mondo dell’infanzia idealizzato, perduto, non rintracciabile. E’ necessaria un’attenta analisi e molta riflessione per riuscire ad entrare nella giusta dimensione e lasciarsi affascinare dalla composizione e dalla forza creativa e concettuale.
Nei suoi lavori ritrovo, oltre alle interessanti osservazioni proposte dalle riflessioni di questo post, pur nella evidenti differenze (diversi sono anche i mezzi tecnici utilizzati) grande vicinanza nei rimandi onirici e di surrealtà dei ritratti di J.Margatet Cameron e di Lewis Carroll.
Come lei si sono serviti del mezzo fotografico, ma nelle loro opere resta evidente il rimando alla composizione e alla sottile alterazione del linguaggio pittorico.
Orietta Bay