GENESI – di SEBASTIÃO SALGADO, prima parte, a cura di Fausto Raschiatore

GENESI – di SEBASTIÃO SALGADO, prima parte

a cura di Fausto Raschiatore

 
 

GENESI. FOTOGRAFIE DI SEBASTIÃO SALGADO

Sostiene  Sebastião Salgado: “Alcuni mi considerano un fotogiornalista. Non è vero. Altri, invece, un militante. Nemmeno questo è vero. La sola cosa vera è che la fotografia è la mia vita. Tutte le mie foto corrispondono a momenti che ho vissuto intensamente. Queste immagini esistono perché la vita, la mia vita mi ha condotto a farle. Perché c’è una rabbia in me che mi ha portato in un determinato posto. A volte a guidarmi è stata un’ideologia, a volte semplicemente la curiosità oppure la voglia di trovarmi là. La mia fotografia non è affatto obiettiva, è profondamente soggettiva. Come tutti i fotografi, scatto immagini in funzione di me stesso, di quello che mi passa per la testa, di ciò che sto vivendo e pensando. E me ne assumo la responsabilità” (testimonianza da: Dalla mia Terra alla Terra. Contrasto. 160 pagine. 19,90 euro. 2014).



A Venezia, negli spazi delle bellissime sale della Casa dei Tre Oci, è visitabile fino all’11 maggio 2014, la mostra “GENESI. Fotografie di Sebastião Salgado”, curata da Lélia Wanick Salgado, moglie e figura importantissima nella vita del fotografo brasiliano, realizzata da Amazonas Images e prodotta da Contrasto e Civita Tre Venezie. E’ l’ultimo grande lavoro di Salgado, il più autorevole fotografo documentarista del nostro tempo: uno sguardo appassionato il suo, finalizzato a evidenziare l’urgenza di tutelare il nostro pianeta, la necessità di rivedere, cambiando o almeno modificando, il nostro modo di vivere, di essere più critici verso noi stessi e più rispettosi della natura e di tutto ciò che ci circonda. Si fa urgente, sintetizza e veicola il messaggio che arriva da “Genesi”, di trovare o, rimodulare l’attuale dimensione, di cercare una nuova strutturale armonia. “Alla natura si comanda solo ubbidendole”, diceva il filosofo inglese Francis Bacon. “Lo scopo di questo progetto è di ricongiungerci con il mondo com’era prima che l’uomo lo modificasse fino quasi a sfigurarlo.

 

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