DALIRAN
Sono in piedi, sulla terra.
Il mio corpo uno stelo d’erba che,
per esistere, succhia il sole, il vento, l’acqua
(Forough Farrokhzad)
Sono tornata con occhi e mente assetati,
ho cercato di capire,
ho camminato per giorni e giorni,
ho ricordato il coraggio.
Mi chiamo Nahid.
Sono nata in Iran.
Sono una donna.
Oggi 25 novembre vogliamo parlare di donne, donne vicine, donne lontane, donne che devono essere capite, ascoltate, rispettate. Donne coraggiose !!
Già il titolo ce lo ricorda, perché in farsi DALIRAN indica proprio l’attitudine al coraggio.
Questo viaggio, questa indagine personale, dolorosa e catartica, ma allo stesso tempo riconcigliante con le proprie origini, con quel cordone ombelicale che ancora la tira a sè, (come il fiocco dipinto sul muro) lo fa la fotografa Nahid Rezashateri, nata in Iran dove ha studiato Arte all’Università di Tehran e che da 6 anni circa vive in Europa. In Italia Insieme al compagno Gianluca Ceccarini ha fondato nel 2018 Sarab Collective, un collettivo e anche Magazine che vuole promuovere progetti fotografici, Videoart, Grafic design, Sound ed Editoria.
Grazie a questo “viaggio visuale di ritorno verso il mio paese natale”, – si racconta l’autrice – “l’indagine intimista di chi torna sui luoghi del proprio vissuto con uno sguardo nuovo ed un bisogno di capire. La lontananza genera cortocircuiti ed oblio emotivo. Percorrere le strade un tempo famigliari ed osservarle con l’occhio fotografico ha fatto riemergere in me uno stato emotivo assopito dalla lontananza. Ho ricordato cosi il coraggio del vivere quotidiano delle donne iraniane”. Un coraggio che in questi ultimi mesi le ha fatte sentire più vicine a noi, ci ha fatto scoprire forze e fragilità. Una scala puntata verso il cielo, in segno di libertà. Una arcaica bocca aperta, di parole portate vie dal vento. Riconosciamo simboli, gli diamo il nostro significato, il nostro senso. Nahid utilizza spesso il linguaggio fotografico per ricucire legami, per intrecciare ricordi vicini e lontani come nel precedente lavoro “Il Vento ci porterà via”, dove volti, ritagli di vita tornano a dialogare tra loro, a parlare dell’autrice (legami, amicizie) e a noi osservatori. Una giovinezza appena sbocciata, che ha voglia di mostrarsi, di fare. Le sue fotografie hanno sempre una grande valenza emotiva. Nelle immagini di DALIRAN, Nahid torna bambina, Nahid guarda con occhi benevoli e curiosi la sua terra, le donne iraniane, e vede (anzi ritrova) se stessa.
Testo di Debora Valentini