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RICCARDO TREVISANI e la passione per la FOTOGRAFIA NATURALISTICA

Riccardo Trevisani, classe 1964, è da sempre appassionato di natura, ha iniziato a fotografare a 14 anni. Nel 2004 lascia Milano per trasferirsi in un piccolo paese della provincia di Pavia. Circondato dalla fauna selvatica, con la sua vecchia reflex inizia a esplorare i dintorni alla ricerca di uccelli da osservare e immortalare.
Con il tempo affina la tecnica e comprende l’importanza di conoscere a fondo i soggetti. Per entrare in sintonia con animali come il martin pescatore o lo scricciolo, ha dedicato mesi all’osservazione, vivendo un rapporto quasi simbiotico con loro. Il suo passato da disegnatore influenza il suo stile fotografico, cercando sempre equilibrio ed eleganza in ogni scatto.
Durante le uscite fotografiche gli è capitato più volte di soccorrere rapaci e altri uccelli feriti, spesso vittime di bracconaggio. Tra i casi più significativi, il recupero di un raro falco smeriglio, curato per sei mesi prima di essere restituito alla libertà.
La salvaguardia della fauna è parte integrante della sua vita. Collabora con un’associazione attiva sull’isola di Naxos, in Grecia, e – durante la pandemia – ha tenuto corsi di educazione ambientale, come quello sul birdgarden, per i bambini di una scuola milanese.
Ha viaggiato in Africa, Grecia, Romania, Norvegia e Svezia, fotografando specie non presenti in Italia. Inoltre, si dedica alla divulgazione e all’insegnamento, anche sui social, trasmettendo a chi si avvicina alla fotografia naturalistica il rispetto profondo per la natura in ogni sua forma.

Aurora boreale Svezia 1 – Trevisani
Aurora boreale Svezia 2 – Trevisani
Fenicotteri delta del Po – Trevisani
Via Lattea Naxos – Trevisani

Quando e come è nata la tua passione per la fotografia naturalistica? C’è un momento particolare che ha segnato l’inizio di questo percorso?
Ho sempre amato la natura sin da bambino. Trasferendomi nelle campagne della provincia di Pavia, ho scoperto che, oltre ai comuni passerotti, intorno a me vivevano molte altre specie di animali. Questa consapevolezza ha acceso in me il desiderio di osservarli e immortalarli attraverso la fotografia.

C’è una fotografia che per te ha un significato speciale? Qual è la storia dietro quello scatto? Qual è stato l’incontro più emozionante o sorprendente che hai avuto con la fauna o gli ambienti naturali durante le tue uscite fotografiche?
Ogni scatto di fauna selvatica è un’emozione, ma uno in particolare mi sta a cuore: un martin pescatore nell’atto di pescare. Tra gli incontri più speciali, invece, ricordo con grande emozione quello con gli elefanti africani in Kenya e Sudafrica, un’esperienza davvero straordinaria.

Martin pescatore ghiaccio nebbia – Trevisani
Martin pescatore tuffo 1 – Trevisani
Martin pescatore tuffo 2 – Trevisani
Martin pescatore underwater – Trevisani

Quando prepari uno scatto, segui più l’ispirazione del momento o una pianificazione tecnica precisa?
Pianifico quasi sempre. Mi piace immaginare la foto in anticipo e studiare il soggetto per prevederne i movimenti, aumentando così le possibilità di ottenere lo scatto desiderato.

Quali sono le principali sfide che incontri durante le tue sessioni fotografiche nella natura? Come le affronti?
Le sfide sono tante e variano a seconda della specie. Ci vuole tempo per capire quale tipo di foto si desidera ottenere e come riuscire a catturarla. Gli animali selvatici sono imprevedibili, e solo osservandoli attentamente si possono ottenere buoni risultati. Ad esempio, per riuscire a fotografare uno scricciolo in acqua ho impiegato circa cinque mesi.

Come riesci a conciliare la tua attività fotografica con il rispetto per gli habitat e le specie selvatiche? Ci sono delle linee guida che segui sempre?
Il rispetto per gli animali è la mia priorità. Cerco di arrecare loro il minor disturbo possibile, avvicinandomi con discrezione e senza alterare il loro comportamento naturale. Entrare nel loro mondo sempre in punta di piedi è fondamentale.

Biacco – Trevisani
Raganella – Trevisani
Ragno granchio – Trevisani
Mantide religiosa – Trevisani

Quanto conta l’attrezzatura nella fotografia naturalistica? C’è un accessorio o uno strumento che consideri indispensabile?
La foto la fa il fotografo, non l’attrezzatura. Certo, la tecnologia aiuta, ad esempio con raffiche di 10 o 20 scatti al secondo per catturare un’azione, ma ho realizzato ottime foto anche con reflex che scattavano solo 5 immagini al secondo. Conta più l’obiettivo che la fotocamera: il mio fedele 300mm f/2.8 è per me indispensabile.

Secondo te, quale può essere il ruolo della fotografia nel promuovere la conservazione della natura?
Le immagini possono sensibilizzare le persone sulla bellezza e sull’importanza della fauna che ci circonda. Fotografare la natura aiuta a far capire che non siamo gli unici abitanti del pianeta, ma condividiamo lo spazio con mammiferi, uccelli, pesci e tanti altri esseri viventi, tutti indispensabili per l’equilibrio dell’ecosistema. Ho letto recentemente che persino il plancton influisce sul clima: ogni organismo ha un ruolo in questo straordinario meccanismo vitale.

Aquila di mare 2 – Trevisani
Aquila di mare 1 – Trevisani
Gruccioni 2 – Trevisani
Gruccione landing – Riccardo Trevisani

So che recentemente hai prestato giuramento come Guardia Parco Adda Sud: come vivi questo importante ruolo? Quali sono le attività che ti appassionano di più in questo impegno?
Essendo un’esperienza molto recente, mi considero ancora un novellino. Ogni uscita, però, è un’occasione per imparare e contribuire alla tutela dell’ambiente, sia controllando lo stato delle rive del fiume, sia monitorando piantumazioni e abbattimenti.

Hai mai collaborato con altre figure professionali, come biologi o ambientalisti, per i tuoi progetti fotografici?
Sì, spesso. Ho partecipato a videoconferenze con biologi, guardie del WWF e ornitologi. Nel mese di marzo ho ricevuto numerose richieste di collaborazione.

Cosa ti spinge a dedicare così tanto tempo alla didattica nelle scuole e alle serate con fotoclub e associazioni? Quali sono le reazioni dei bambini quando scoprono la natura attraverso il tuo obiettivo?
L’educazione dei più piccoli è fondamentale: apprendere il rispetto per la natura fin da bambini li aiuta a crescere con maggiore consapevolezza. Sono come spugne e assorbono tutto con entusiasmo! È una delle attività che amo di più. Anche le serate nei fotoclub sono importanti: spesso mi viene chiesto di non limitarmi alla tecnica fotografica, ma di integrare sempre il tema della conservazione e del rispetto dell’ambiente.

Caretta Caretta Naxos Trevisani
Caretta Caretta Naxos 3 Trevisani
Scricciolo – Trevisani
Pendolino – Trevisani
Migliarino di palude – Trevisani

Qual è stata la mostra o il riconoscimento che ti ha dato maggior soddisfazione? Perché?
Il riconoscimento più significativo è stata la mia prima medaglia d’oro in un concorso fotografico internazionale.

Quale consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi alla fotografia naturalistica rispettando la natura e valorizzandone la bellezza?
Il modo migliore per iniziare è affiancarsi a un fotografo più esperto, che possa trasmettere non solo le tecniche fotografiche, ma anche le regole fondamentali per non arrecare danni alla fauna e agli habitat.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi o progetti, sia come fotografo, sia come divulgatore ambientale?
Tra i miei progetti c’è la realizzazione di un libro sulla fotografia naturalistica, con tecniche e consigli. Come divulgatore, invece, ho in programma diverse partecipazioni a videointerviste e altri eventi.

Sudafrica Giraffa – Trevisani
Sudafrica Elefante – Trevisani
Sudafrica dettaglio Elefante – Trevisani

testo di LUCIA LAURA ESPOSTO

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