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Omero Rossi – Fotografare nella natura

Da anni vivo in collina, circondato dalla natura quindi la vivo in un rapporto continuativo. La fotografia è ovunque e per farla bisogna conoscere i vari soggetti che cercheremo di riprendere. Se non conosceremo la fauna e la flora che ci circonda non troveremo mai il soggetto desiderato. Quindi il primo passo per fotografare in natura è sapere tutto del soggetto che si vuole fotografare. L’alternativa è avere un amico naturalista che ci accompagni. Potremo fotografare il paesaggio, la flora, o gli animali,  soggetti macro, fiori o insetti.
Generalmente faccio progetti fotografici, poi cerco di realizzarli, è importante avere la consapevolezza di ciò che si fa, è ovvio  che non si deve disturbare ne danneggiare piante e animali. Per me è importante vivere l’attimo in cui si fotografa, l’incontro con il soggetto tanto atteso, con  scariche di adrenalina che percorrono schiena gambe e braccia fino alle mani tremanti per l’emozione, la gola secca perché non si riesce a deglutire.. ecco questa è la mia natura.
Oggi il mio interesse è verso i volatili, in particolare i Gruccioni, quando li trovo, fotografo anche i Picchi, le Cicogne, Upupe, Allocchi e passeracei. È piacevole anche fotografare nei parchi, sono stato a Bayerischerwald dove non c’è  il problema di trovare i soggetti poiché sono rinchiusi in recinti, quindi quando sono tornato a casa avevo  le schede di memoria piene di file. Quando partecipo a concorsi fotografici naturalistici utilizzo esclusivamente file di natura selvaggia, solo animali in libertà e piante non coltivate dall’uomo.
Questo è solo il mio modo di vivere  la fotografia naturalistica, naturalmente ognuno deve essere libero di interpretare il mondo in cui vive.

 Rossi Omero

Gruccione
Upupa
Picchio verde maschio
Passera scopaiola
Rugiada
Cicogne
Primavera 2012
Lupo Bayerischerwald
Lince Bayerischerwald
Lontra Bayerischerwald
 
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12 commenti

  1. Complimenti vivissimi a Omero Rossi che inaugura nell’Archivio la sezione della Fotografia Naturalistica.
    Omero per due volte è stato tra i componenti della squadra FIAF che ha vinto la Coppa del Mondo in questo genere fotografico.
    Egli non interrompe mai il dialogo con la natura che circonda la sua casa posta sulle colline non lontane da Faenza.
    Un dialogo che si basa sulla conoscenza della vita degli animali diurni e notturni, ed dell’evoluzioni che avvengono col passaggio delle stagioni.
    In seguito a questa autentica ricerca ha ricevuto in cambio dalla natura immagini straordinarie alle quali non tocca un pixel per non distruggere l’incantesimo che la fotografia ha acceso!

  2. Sono in perfetta sintonia con il pensiero di Omero Rossi.
    Solo la conoscenza profonda dei luoghi e degli animali che la popolano, il rispetto e l’amore per la natura possono portare a realizzare fotografie che trasmettono emozioni, magia e bellezza.
    Vedendo le foto sopra proposte sentiamo tutta la tensione emotiva che ha accompagnato lo scatto. Ci illudiamo che gli sguardi di quelle creature stupende e altere siano rivolte a noi e quasi tratteniamo il respiro per non far rumore e disturbarle.
    Grazie per la condivisione.
    Orietta

  3. Grazie ad Omero Rossi & Co. che hanno ridato prestigio ala fotografia di natura. E’ un genere ai miei tempi trascurato, quando si sosteneva che l’unica fotografia valida era quella di documento, e meglio se era di denuncia. Ora siamo pluricampioni del mondo! Fatecene vedere di queste foto ed insegnateci nel contempo a distinguere un pino da un abete, un merlo da un passero, e così via.

  4. Complimenti ad Omero Rossi per queste bellissime immagini e per la passione che mette nella ricerca dei luoghi e la conoscenza dei soggetti.
    Guardandole mi sembra che, se anche non ci fosse scritto dove sono state scattate, il soggetto racconti il proprio ambiente, mi riferisco alle ultime tre, vedo uno sguardo triste….e mi sembra che perdano un po’ di poesia che invece ritrovo in modo intenso nella foto del passero, spettatore della silenziosa nevicata, e nelle altre immagini dove la luce e l’attesa dell’attimo ideale mi danno un’emozione particolare.
    …ma queste sono solo le mie sensazioni….

  5. Omero abita a pochi km da casa mia e siamo amici da molti anni, spesso ci incontriamo e, quando il tema delle nostre conversazioni è la natura e la vita degli animali, gli si illuminano gli occhi perchè “vive” con la passione e con l’amore l’ambiente che lo circonda. Ascoltare la descrizione dei suoi progetti, delle immagini di natura realizzate è come leggere un romanzo avvincente: “…mi sono alzato alle 5 del mattino, dopo mezz’ora di cammino con passi felpati, iniziai a strisciare per guadagnarmi la posizione migliore per riprendere la “colazione” che un gruccione o un picchio portava ai suoi piccoli…”; per Omero e per l’amico che l’ascolta, è un’ emozione unica: le stesse emozioni che hanno letto, nelle sue fotografie e in quelle della grande squadra italiana di fotografi naturalisti della Fiaf, i giudici della Coppa del Mondo Natura, svoltasi in Norvegia, decretando il trionfo dell’Italia.

  6. In ogni scatto presentato si percepisce l’amore, il rispetto e l’attenzione che Omero vive verso la natura. Sguardi intensi cadono in animali e creature che ogni giorno vivono di fianco a noi e di cui spesso dimentichiamo anche della loro esistenza. Gli scatti di Omero mi fanno riflettere! Come è possibile che l’umanità abbia perso di vista, dalle sue priorità, il mantenimento e la contemplazione del creato. L’uomo si ritiene superiore, si ritiene l’animale più intelligente! Miliardi di bipedi selvaggi (io compreso) pretendono di fare tutto quello che vogliono e di sopraffare il resto delle creature che condividono il nostro pianeta. Quanta distanza abbiamo percorso da quelle percezioni primordiali che ci insegnava San Francesco? Fortunatamente non tutta l’umanità è cieca e molti bipedi contemplano in modo straordinario, emozionandosi ancora, la natura. Speriamo di tornare tutti a percepire la Natura come solo Omero e pochi altri nostri simili riescono a vedere.
    Speriamo che Omero ci ricordi ancora con tanti altri scatti che forse è meglio fermarsi e riflettere su cosa stiamo facendo. La crescita non è sempre da fare in quantità ma deve essere destinata alla qualità.
    Complimenti e grazie Omero.

  7. Queste belle fotografie ci aiutano ad amare ed ammirare la vita che ci circonda. A mio parere molto spesso si dimentica che oltre noi c’è anche altro su questo pianeta. Per fortuna ci sono Omero e uomini come lui che ce lo ricordano. Grazie Omero.

  8. Complimenti davvero, bellissime immagini dietro alle quali c’è uno straordinario amore per la natura e i suoi protagonisti e c’è anche un grande impegno di tempo, di attese, di conoscenza, bellissimi scatti. Bravo

  9. Mi associo ai complimenti fatti all’autore di queste belle foto, ho avuto l’onore di conoscerlo di persona, con le sue parole ti cattura l’attenzione trasportandoti immediatamente nel suo mondo fotografico dove la natura diventa assoluta protagonista. La presenza della sue foto di genere rafforza la sensazione che Agorà di Cult è aperta a tutti e rispetta le varie esperienze fotografiche, mostrandone le diverse sfaccettature si possono anche azzardare similitudine e/o sostanziali differenze. La fotografia naturalistica una volta detta anche caccia fotografica rimanda nei suoi aspetti principali sicuramente al rito ancestrale della caccia, nel libro “Per una filosofia della fotografia” l’autore Vilém Flusser sostiene che moltissimi fotografi nel fare fotografie, non solo di tipo naturalistico, ripetono ancora oggi quei gesti. Non mi interessa però soffermarmi su quest’aspetto ma dimostrare che per questi scatti la fotocamera deve essere posizionata tra il fotografo e “la preda da catturare”, il fine del fotografo è inquadrare per mostrare tramite l’apparecchio il soggetto scelto. Certamente si potrebbe obiettare che questa è una regola generale nel fare delle fotografie! Sostengo invece che esistono anche altri modi e che questi sono stati documentati sull’Agorà di Cult! Il fotografo avrà poi bisogno di avvicinarsi il più possibile al suo animale per mostrarne la bellezza della specie, inoltre più questo è raro ed inavvicinabile più valore avrà la sua immagine. Dovrà quasi sempre disporre di un attrezzatura di ottima qualità per sopperire alla distanza che inevitabilmente resterà tra lui e l’oggetto da immortalare, la fotografia prodotta dovrà mostrare più particolari possibili dell’animale ripreso riportando nel titolo di cosa si tratta. Alla fine il lungo processo di avvicinamento al soggetto produrrà un’immagine “chiusa”, ci racconta tutto lei, per comprenderne il significato si dovrà guardare mantenendo lo sguardo entro i quattro lati in cui è delimitata. Per argomentare meglio i punti in sospeso della riflessione mi sposto sul post del fotografo Bernard Plossu e i suoi “Taccuini di viaggio” mirabilmente prodotto da Alessia Lombardi.

  10. Caro Omero, sento che le tue fotografie si prendono cura del mondo naturale e della sua bellezza e offrono a tutti noi la possibilità di avvicinarci con uno sguardo in punta di piedi… “mettersi in ascolto” per vedere quello che c’è…
    Grazie
    Paola Pazzi

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