Genova per Giuliana – di Giuliana Traverso a cura di Orietta Bay
Genova per Giuliana, Genova per Me – Immagini di città (2002)
a cura di Orietta Bay
Giuliana Traverso è una genovese innamorata della sua città.
Una affinità caratteriale, come Genova è forte e profonda, legata alle tradizioni ma aperta al nuovo, geniale e imprevedibile, riservata ma solare, raffinata ma che si sa porgere, anche, con semplicità.
Di Genova ha raccontato con le sue immagini quello che voleva tutti conoscessero, per fargliela non solo ammirare ma anche capire e meglio apprezzare.
Lo ha raccontato in più momenti, cadenzati negli anni della sua carriera artistica, e i suoi lavori ci sono arrivati come onde che accarezzano la riva, a volte con ritmo calmo, altre con la potenza di un momento di tempesta, o ancora infrangendosi sugli scogli, generando colorati spruzzi creativi.
In “Genova per Giuliana Genova per me” (2002) realizza un lavoro in armonica sintonia con il Professor Mauro Francesco Minervino, che descrive con un racconto letterario la Genova vista da un calabrese antropologo : “Genova è (o era) soprattutto un porto. Una città che vive dell’atmosfera insieme spessa e volatile, con quel tanto di fatuo e di solenne, che si deposita sempre sulle città di mare.” e la sua visione.
Genova è città di navigatori. Da qui sono partiti i migliori, quelli che hanno scoperto le nuove rotte e con audacia hanno aperto a tutti il nuovo mondo. Quei navigatori ci hanno insegnato che per il buon successo del navigare erano determinanti la scelta delle vele e l’attesa del giusto vento, e Giuliana, navigatrice del vedere, sceglie, per il suo viaggio in Genova, di tagliare le immagini, creando delle immaginifiche vele, che garriscono al vento come bandiere, e sventolando audaci ci aiutano a celebrare le meraviglie e i segreti di una città che è un insieme di fascino, tradizione e voglia di rinnovamento.
Immagini che mentre testimoniano, come le riprese dei “carrugi”, con la luce che scende a picco come lama tagliente, evidenziano il mistero della vita che lì è trascorsa e i personaggi raffigurati diventano icone di un tempo passato, che ha segnato l’identità della città. Sono i simboli che hanno fatto il giro del mondo e hanno caratterizzato Genova, che la hanno raccontata: “Superba, spesso Mugugnona, a volte Rustega ma sempre Accogliente”.
Identità definita, che è rafforzata dalla presenza, in questo lavoro, dagli altri simboli di Genova, quelli che la fanno Unica e Maestosa come la Lanterna e il Cimitero Monumentale di Staglieno, dove riposano, tra gli altri, alcuni dei principali artefici del nostro Risorgimento, ma che lei ci mostra forti e potenti nelle marmoree statue che celebrano la loro eroicità, o ci suggerisce il ricordo delle loro gesta come attraverso il Monumento di Quarto, eretto per la partenza dei Mille, guidati da Garibaldi.
La Traverso ce li mostra in più momenti, li presenta da punti di vista e scorci diversi, personalissimi, come solo l’occhio che conosce, ma è capace di stupirsi e scoprire il nuovo, ogni volta che guarda l’oggetto del suo amore, sa fare.
E nel suo raccontarci si sofferma anche su particolari che fanno l’attualità. E ci appare l’imponenza della sopraelevata o la forte sagoma di una nave da carico ormeggiata al molo, per passare ad una vecchia porta, nel campetto di calcio parrocchiale della Chiesa delle Vigne o al ritratto del più conosciuto tra i tanti importanti artisti genovesi, Fabrizio De Andrè, e ancora riprende i nuovi venditori ambulanti, che hanno fatto di Genova la loro casa.
E’ la scelta di colei che vuole mostrare, e mostrare ancora, per dar meglio risalto alla grandezza e alla potente bellezza della sua città.
I contrasti tonali del bianco e nero sono spesso forti, perché Genova è anche città dai forti contrasti, città che vuol andare lontano, perché aperta verso il mare, ma chiusa alle spalle dai monti che la imprigionano, in uno spazio, che spesso, pare mancarle.
Ma ancora una volta nell’ammirare quest’opera siamo stupiti da un’altra scelta forte, spiazzante; non solo taglia le immagini ma le completa con lo scritto.
E quelle parole, scritte manualmente sulla stampa, non ci distraggono, come ci verrebbe da pensare, ma sono come il canto che accompagnava i marinai nelle lunghe e perigliose navigazioni, fanno da sottofondo, sono la melodia che cullando il nostro pensiero che lo fa assimilare, per arrivare alla piena comprensione. Ci aiutano a prestare più attenzione, pongono l’accento sui particolari per esaltarli, e raccontandoci, ci svelano Genova.
E avviene l’inatteso: questa che ci è presentata non è più solo la Genova della Maestra di Fotografia Giuliana Traverso e del prof. Mauro Francesco Minervino, ma come titola una splendida canzone di un altro illustre cantautore genovese, Bruno Lauzi, anche “Genova per noi”.
Orietta Bay
In “Genova per Giuliana – Genova per me – Immagini di città” Giuliana Traverso ci parla della sua città colta nelle condizioni sociali ed economiche del 2002.
E’ il sentimento d’appartenenza che ha guidato l’autrice nello scegliere gli elementi urbanistici e sociali che, scatto per scatto, hanno attribuito alla propria città natale dei precisi valori simbolici che ci pongono a contatto, come in una confidenziale passeggiata, con gli aspetti identitari.
Anche in quest’opera la Traverso non si ferma allo scatto ma agisce successivamente nell’editing per scuotere la nostra percezione. Lo fa con un intervento sulle immagini volto a detrarre elementi, per mutare gli equilibri di senso delle visioni e a creare spazi vuoti. In alcune immagini, essi, hanno accolto i testi di Mauro Francesco Minervino, una voce narrante che riesce a comporre con l’icona un effetto corale perché parimenti alla Traverso racconta Genova dal suo interno. Oggi Genova è un’altra città da allora! E’ questo il bello di quest’opera, quello di rappresentare un momento storico e creare la pietra di paragone per misurare la realtà di oggi.