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ROGHI, morte e vita sul Gange – di Ennio Figini

ROGHI, Morte e Vita sul Gange – di Ennio Figini

Sulla riva del Gange, a Benares, tutte le sere vengono eretti roghi per bruciare cadaveri di fedeli Indù, mentre i sacerdoti compiono i loro riti. La mattina seguente i parenti dei defunti (e non solo…) raccolgono le ceneri per disperderle nel fiume, sulle cui sponde intanto, poco distante, continua la vita con bagni di purificazione.

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Un commento

  1. “ROGHI, morte e vita sul Gange” di Ennio Figini è un’opera animata da un’idea narrativa tematica per la visione soggettiva di un evento. Poniamo in sequenza opere dalla tematica affine per aumentare la nostra capacità percettiva, in quanto ancora sentiamo l’atmosfera delle preghiere sul Sacro fiume pubblicate la scorsa settimana.
    Il rito funerario che Ennio Figini ci presenta con poche significative immagini, ci pone a contatto in modo diretto con credenze religiose profondamente diverse dalle nostre. La metafora del notturno è sapientemente espressa per avvolgere tutta la sequenza del rituale in un’atmosfera esotica e misteriosa. Interessante affiancare i due protagonisti scelti dall’autore “lo scaricatore di legna” e il “celebrante” che debbono essere visti come le due facce di una stessa medaglia: il sudore e lo spirito. Le due immagini finali colpiscono perché per le nostre menti razionali mostrano comportamenti incomprensibili, io penso che esse invece debbano essereo l’incipit per capire questo immaginario collettivo molto complesso che non possiamo giudicare con solo i nostri principi.

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