Nick Albertson – di Antonino Tutolo

Nick Albertson di Antonino Tutolo

Nick Albertson (b. 1983, Boston, Massachusetts) consegue un master in fotografia presso il Columbia College di Chicago e la laurea in Fotografia al Bard College, Annandale-on-Hudson, nel 2006. Suoi lavori sono stati esposti a Chicago, Portland, Seattle, New York ed al Festival Internazionale di Fotografia di Pingyao.

Albertson, nel suo primo lavoro “Work in Progress”, esplora il lato estroso di materiali di largo uso quotidiano e di scarso valore estetico (spillette, elastici, buste, piatti di carta, cannucce), esaltando le qualità uniche di ciascuno di essi e ottenendo astrazioni geometriche che sembrano mosaici, segni disposti ripetitivamente uno accanto all’altro o sovrapposti, che formano una superficie equilibrata nell’alternanza di pieni e vuoti, disegno e fondo.

Stampe di grandi dimensioni, l’illuminazione, la composizione ripetitiva dei materiali, danno loro forma, massa e visibilità.

Albertson si allontana dalla concezione della fotografia quale specchio, finestra di osservazione e di registrazione di quello che abbiamo intorno.

La cornice fotografica diviene una tela al cui interno il fotografo crea l’immagine componendo o stratificando gli oggetti, secondo un’idea creativa.

Non vi è alcuna grande narrazione, le fotografie non tentano di spiegare allo spettatore niente del mondo. Invece, sono piccole osservazioni personali ampliate e accresciute.

Il suo lavoro ricorda allo spettatore che tutto è parte di un tutto più grande e che la bellezza può essere trovata in tutte le cose.

Quella di Albertson è arte concettuale nelle sue varie manifestazioni: espressionismo astratto, pittura a campi di colori, minimalismo, iper-realismo.

L’autore esamina il rapporto che esiste tra il naturale e la percezione umana.

Egli afferma che:

“Una fotografia può catturare l’apparenza della superficie fisica del soggetto, ma non ha la capacità di percepirne gli aspetti reconditi, biologici. Un albero cresce, fiorisce, muore. Un albero di plastica No. La fotografia non può distinguere tra l’originale ed il suo simulacro”.

“Le mie influenze provengono principalmente dalla fotografia”, dice Albertson, “ma anche da artisti che lavorano con altri mezzi di comunicazione. Alcuni fotografi e artisti che hanno avuto un grande impatto su di me sono Gabriel Orozco, Fischli Weiss, Barbara Kasten (con la quale ho avuto la fortuna di studiare, è stata mia insegnante per un semestre alla scuola di specializzazione), Man Ray e pittori modernisti come Mark Rothko, Frank Stella, Cy Twombly, Franz Kline.”

 Il procedimento di ripresa di Albertson tecnicamente è uno still life; quindi completamente fotografico.

Albertson usa un’apparecchio di grande formato (4×5”), che consente di ottenere un’immagine incredibilmente nitida e priva di sfocature, e l’illuminazione artificiale. Successivamente il negativo viene scansionato per poter stampare digitalmente fotografie di grandi dimensioni.

Albertson, visti i risultati ottenuti già col suo primo vero lavoro, può considerarsi un giovane fotografo con grandi prospettive per il futuro.

www.nickalbertson.com
nickalbertson@gmail.com
 

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