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Occhi per vedere – di Giancarla Lorenzini

OCCHI PER VEDERE (oltre le apparenze)- di Giancarla Lorenzini

 
Opera presentata al Face to Face di FacePhotoNews 2013 di Sassoferrato
 
La società del consumismo inevitabilmente ha portato ad un cambiamento nel rapporto tra gli individui e nella scala dei valori. Oggi siamo portati a fermarci alle apparenze sicché spesso ci rapportiamo con i nostri simili in modo superficiale.

I nostri occhi sono virtualmente bendati: sono proprio i nuovi modelli di vita che ci portano a “guardare” solo a noi stessi, a non vedere altri orizzonti, a non curarci di chi ci sta attorno. Questa società ci sorregge lei stessa lo specchio dell’inganno. Fermandoci all’apparenza non riusciamo ad andare in profondità per poterci accorgere delle angosce interiori che opprimono molte persone, in particolare i giovani, così che non vediamo le loro morti interiori che si celano dietro all’apparente bellezza e che invece si portano addosso come pesanti bare.

La capacità di vedere è ostacolata da vari impedimenti e le maschere di cui ci corazziamo ci impediscono di comunicare, di occuparci dei bisogni dell’altro.

Siamo perfetti esteriormente, ma senza occhi per vedere, come le statue di marmo; questa è una realtà che non riguarda solo il singolo ma che dilaga come una piaga su tutta la collettività. Il giogo dei poteri ci oscura la vista, come pure quello dei soldi, dei nuovi mezzi di comunicazione (di per sé straordinariamente utili, ma che ci spingono all’omologazione, ad esistere nella misura in cui siamo “presenti” su di essi, che ci schedano). Non troviamo o non sappiamo trovare occhiali giusti che ci ridanno la vista per focalizzare la libertà scevra da ogni condizionamento.

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8 commenti

  1. “Occhi per vedere” di Giancarla Lorenzini è un’opera animata da un’idea artistica per l’ideazione di dispositivi iconici dall’estetica raffinata che affrontano alcune problematiche del mondo giovanile. Lo abbiamo già detto: l’atto artistico chiede la libertà di immaginare senza limiti. Al Face to Face di Sassoferrato a FacePhotoNews sono rimasto molto colpito da questo portfolio, intenso nei significati e molto originale rispetto la media delle opere prodotte nel nostro ambiente fotografico.
    Ho ammirato come l’autrice fosse consapevole di ciò che voleva dire e dei raffinati strumenti linguistici con i quali lo comunicava. Nelle sue immagini la metafora e l’allegoria sono composte con sapienza e raggiungono lo scopo di scuotere, interrogare, denunciare. I significati perseguiti nell’opera ci parlano del suo immaginario individuale, tipico della sua generazione, che è stata educata allo sviluppo dell’autocoscienza, per questo lei si esprime con tanta determinazione ed energia in mezzo ai modelli giovanile della società contemporanea. Ci dice che i giovani hanno uno sguardo soggiogato, non hanno identità autentiche, non comunicano se stessi, sono oppressi da una società che detta loro i modelli comportamentali e l’immagine di se stessi. Solo i bimbi hanno lo sguardo libero. Complimenti vivissimi a Giancarla Lorenzini per l’importante salto di qualità espressiva da lei compiuto in questi anni che condividiamo anche la sua fotografia!

  2. Interessante lavoro, ma io avrei lavorato accoppiando le immagini. Partendo sempre dall’alto, la 1 con la 10, la 3 con la 4, la 6 con la 7, e probabilmente la 8 con la 13. Le altre non trovo che leghino molto ( la 11 poi è proprio retorica ). Bella idea comunque 🙂

  3. Un portfolio davvero interessante quello di Giancarla Lorenzini, che percorre l’essenza del nostro tempo e del nostro modo di vivere, perchè vedere è come vivere, e in un mondo dove l’immagine ne fa da padrona, la verità sottolineata è che non si guarda più con i propri occhi e con la propria anima. Siamo portati a vivere con egoismo e perciò non vediamo davvero ciò che ci circonda.

  4. E’ evidente da questo portfolio che Giancarla Lorenzini ci vede molto bene e i suoi occhi hanno saputo guardare in modo originale e poco conformistico una realtà che purtroppo ci circonda e ci condiziona. Sono immagini molto ben costruite e impaginate, che non cadono quasi mai nel convenzionale e nello scontato(forse come dice Gianni Quaresima la 11 è un po’ più debole delle altre). Tanti complimenti all’autrice per il suo coraggioso approccio all’argomento.

  5. Ringrazio infinitamente il nostro direttore per questa grandissima opportunità che mi concede pubblicando le foto su Agorà Di Cult. Lo ringrazio poi per la stupenda presentazione che ha fatto a Sassoferrato in occasione di Face to face, centrando in pieno quello che volevo comunicare con questo lavoro.Interessante il suggerimento di Gianni anche se vorrei spezzare una lancia in favore della n.11: i social network, utili e importanti strumenti, spesso ci soggiogano e ci incollano per ore davanti ad uno schermo, educando i nostri figli ad una comunicazione fatta attraverso un mediatore e spesso fittizia, mostrando un’immagine di se stessi molto spesso costruita e irreale.

  6. Ho rivisto con la stessa partecipazione e interesse questo lavoro di Giancarla Lorenzini.
    Ben realizzato, intenso e carico di significato. Tanto importante anche per aiutarci a riflettere e chiederci se un poco della tanta cecità che ci circonda non è anche colpa nostra.
    Penso anche che quando un lavoro raggiunge la compiutezza e la forza della narrazione il suo valore non cambia se una fotografia, per alcuni che guardano, è meno coinvolgente.
    Orietta Bay

  7. complimenti all’autrice per l’idea e il contenuto fotografico di un bel b/nero, Un lavoro ben costruito ,un pensiero fotografico definito e consapevole. È come se i giovani avessero “assorbito” le incertezze e le incognite che caratterizzano la società italiana degli ultimi anni. Brava

  8. La società del consumismo ha modificato la scala dei valori ed ha portato cambiamento nel modo di pensare e di agire.
    Oggi tendiamo a fermarci alle apparenze e a relazionarci in modo superficiale, annoiato, indifferente. I nostri occhi sono senza sguardi meditativi, i nostri visi maschere che nascondono la vera identità, i nostri corpi, “automi” che si muovono in fretta nella stessa direzione, quella dell’abitudine, che conduce solo all’avere.
    Senza il linguaggio del cuore viviamo modelli di vita” tutto, subito, facile e pronto” che ci portano a guardare solo l’io egoista verso orizzonti miraggio. Viviamo all’ombra della luce vittime di giochi di potere, di denaro, di mezzi di comunicazione che ci omologano e non riusciamo con “occhi sensibili”, a cogliere le nostre verità né a guardarci dentro per guadagnare quella libertà di essere per come siamo.
    Si corre senza meta, schedati fin dalla nascita, in un deserto senza poesia, senza rose!
    Questo è lo scenario di vita che Giancarla ha saputo rivelare con le sue immagine. Sono immagini forti, a prima vista il nero capta e domina lo sguardo, denuncia sofferenza , violenza, inquietudine, preoccupazione, sottomissione, ma poi stazionando lo sguardo, il nero respinge e il bianco specialmente quello degli occhi, prende sopravvento, dà luce, illumina pensieri di speranza…il bianco può prendere i colori dell’arcobaleno per vedere oltre le apparenze! Giancarla è un’artista sensibile che sa coniugare bene le ragioni del cuore con la macchina fotografica e sempre più in bellezza( conosco molti lavori di Giancarla!), libera da condizionamenti e false convinzioni, trasmette stupore emotivo e profondità di sentimento. Il suo dialogare visivo mi trascina , mi coinvolge profondamente e il mio pensiero si trova a transitare con il suo, sulla stessa lunghezza d’onda, quella dei sentimenti. Giancarla un’artista bella che sa regalare bellezza! Questo percorso fotografico concepito con lo scopo di fluire consapevolezza, non può essere scisso in abbinamenti, in coppie di immagini, perderebbe il significato dell’insieme- realtà denunciata e quindi il valore intrinseco che deve rivelarsi spontaneo, senza ragione fredda! Parlo di quella consapevolezza che suscita pensosità luce -buio, sofferenza-speranza che ci fa coniugare tutti gli aspetti contrari propri di questa realtà che non ha vivi, gli occhi dell’anima! Noi adulti, per primi, dobbiamo ripassare dalle parti del cuore, ricordare ai giovani che non siamo “individui isole”, ma individui in relazione, che la relazione non può essere solo virtuale, fatta di ombre e di immaginazione… dobbiamo ricordare che il tempo da vivere è estensione dell’anima. Siamo esseri nel tempo! La comunicazione sentimentale oggi, non ha dialogo partecipato, è per lo più ragionata ad effetto, in codice. Il passato, il presente e il futuro non sono tempi diversi , ma coesistono come “tempo interiore” che identifica ognuno di noi. Dobbiamo quindi ricordare, che si può fare il proprio tempo, quello di un “dopo” consapevole, fatto di nuovi orizzonti, solo se si ha la capacità di mettere in relazione la realtà mutevole con la capacità di interiorizzare, di memorizzare i mutamenti, solo se si ha la capacità di vedere oltre le apparenze con il linguaggio del cuore! Giancarla fa riflettere che, l’esperienza della temporalità umana è la relazione tra la REALTA’che muta e l’INTERIORITA’ che registra e ricorda. Quindi, regaliamo a noi stessi e agli altri, amore, per animare di speranza gli occhi; il “deserto” potrebbe diventare giardino per i giovani!
    Grazie Giancarla, artista bella, ti regalo sorrisi per le suggestioni che hai saputo fiorire e che mi hanno “colorato” il pensare!
    Amneris

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