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Dolce illusione – di Roberto Biggio

DOLCE ILLUSIONE – di Roberto Biggio

Opera premiata al PhotoHappening 2013

L’ anno scorso l’ amico Roberto mi ha incaricato di accompagnare al maneggio di Sestri Levante alcuni partecipanti al photohappening. Insieme anche a Lanfranco siamo andati in loco.

Dopo una indimenticabile chiacchierata con Lanfranco, sul tardi mi sono deciso a provare a scattare qualche immagine nell’ ambiente.

Fatti alcuni scatti senza storia, sono capitato davanti ad un cavallo legato ad un anello e mi ha fatto piacere pensare che lui avrebbe desiderato la libertà come tanti suoi coetanei liberi nelle praterie nei vari continenti, pensavo ai cavalli dei mongoli, a quelli nelle pampas sterminate e alle praterie Americane.

Vedendolo legato al primo anello, con la sequenza di altri anelli vicini, mi è venuto spontaneo fare 4 scatti seriali per definire una illusione di libertà. Un secondo anello aveva la briglia ancora agganciata, un’ altro il frustino, e l’ultimo anello era solo.

E’ con questi segni che è nata la mia storia che ho ritenuto una storia delicata e dolce, ma allo stesso tempo anche una illusione.

Ho semplicemente cercato di interpretare un improbabile pensiero di un cavallo.

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11 commenti

  1. “Dolce illusione” di Roberto Biggio è un’opera animata da un’idea narrativa artistica per la sintesi estetica raggiunta nell’elaborare il senso di libertà di un animale.
    La forza sorprendente di questa opera è dovuta alla struttura metonimica delle immagini che in genere si caratterizza nel mostrare l’effetto per parlare della causa (o viceversa come in questo caso). La briglia sciolta è la causa che genera la libertà, il frustino appoggiato al muro è la causa che genera la libertà. Nell’anella appesa al muro, nel contesto della sequenza, invece prevale la metafora perchè sono diversi e ambivalenti i significati che possono leggersi. La gabbia grafico/concettuale ideata dall’autore conferisce all’opera un notevole rigore formale. Questo breve lavoro dimostra che quando le immagini sono generate con uno strumento linguistico assumono una sorprendente forza espressiva. L’autore può anche non essere stato consapevole di queste scelte ma il risultato c’è egualmente, noi fotoamatori siamo come jazzisti che sanno suonare uno strumento a orecchio, senza saper leggere la musica. Abbiamo iniziato al PH-Simposio a riconoscere le figure retoriche proprio per colmare questa nostra carenza. Complimenti all’autore per la profondità raggiunta nel rappresentare il proprio sentito.

  2. mi è piaciuta molto questa tua storia
    lascia la possibilità di immaginare
    e i cavalli non hanno pensieri improbabili, fidati 😉

  3. Una bella favola, ideale per trasmettere, attraverso la metafora, tante verità.
    Apprezzo in maniera particolare le opere di Roberto Biggio perché sono sempre rappresentate con grande rigore stilistico, spartane nella costruzione ma con una forte valenza concettuale.
    Scopro, in lavori come questo di Roberto, una eccellente educazione visiva, tale da consentire la creazione di immagini ricche, nonostante la scelta minimalista dell’autore.
    Un bel lavoro Roberto, che non conoscevo e che conferma le tue grandi qualità e, in particolare, la tua sensibilità artistica.

  4. In una citazione che ho letto tempo fa Anna Geddes affermava: La cosa più difficile in fotografia è rimanere semplici. In questo suo breve racconto mi pare che Roberto Biggio abbia saputo farlo perfettamente.
    Per rimanere nel paragone musicale di Silvano Bicocchi mi viene da dire che se si trova il giusto registro espressivo si eseguono melodie che arrivano diritte al cuore di tutti coloro che sanno apprezzare.
    Complimenti Roberto!
    Orietta Bay

  5. Secondo me è costruita male…a partire dalle inquadrature. Vedo le immagini e poi ( eventualmente ) leggo il testo, ma dalle sole non ci ho capito molto. Leggendo il testo io avrei scattato così, tenendo ben fissa la composizione e l’inquadratura sui 4 soggetti: 1-cavallo,fune,frustino,anello.
    2-fune,frustino,anello. 3-frustino, anello. 4-anello.

  6. Buongiorno,
    Dall’analisi delle immagini io pervengo a conclusioni molto distanti dagli intendimenti dell’autore. Percepisco – seppur all’interno di un ermetismo espressivo – delle perdite, delle assenze: prima il cavallo e successivamente il suo fantino e probabile proprietario, e tutto ciò che resta è l’anello, testimone silente e imperturbabile.
    L’anello al muro, che all’interno di questa narrazione può pensarsi come lo stesso anello in tutte le immagini, rappresenta il legame tra cavallo e fantino.
    ciao

  7. Ero presente l’anno scorso al Photo Happening di Sestri Levante 2013 devo dire, quando hanno proiettato questa opera, a me è piaciuta tantissimo per la sintesi narrativa e si capisce immediatamente il pensiero dell’autore. Anche la scelta del b/n dai toni grigi soft, complimenti davvero.

  8. Roberto Biggio ci presenta un portfolio estremamente sintetico,ma narrativo pur nella sua semplicità. Gli elementi connotativi delle fotografie sono pochi, ma sicuramente qui sta il loro pregio: riuscire a costruire una storia con così pochi segni è davvero difficile, ma Roberto ci riesce molto bene. Complimenti vivissimi.

  9. Quattro muri vissuti, in quattro semplici scatti,ed ecco una storia dal sapore buono, una storia che ti fa pensare alla libertà, all’aria, al vento.Complimenti Roberto.

  10. Pensare per immagini non vuole dire limitarsi alla ricerca o codifica di una grammatica della visione, ma invitare chi guarda ad aprirsi ad un visivo dove le immagini non solo provocano pensieri ma li evidenziano, li svolgono e li organizzano.
    Di più, pensare e vedere, non è sempre così scontato, personalmente lo trovo un magico momento in cui le immagini declinano tutta la loro potenza e unicità.
    Ho apprezzato per questo il lavoro di Roberto Biggio, la sua sintesi della rappresentazione e soprattutto la sua capacità di distillare un valore di appartenenza universale – la libertà – facendolo passare attraverso l’ esperienza di un animale.
    A dire che la libertà e la vita in generale hanno il medesimo valore senza distinzione di specie .
    Inoltre, approfitto un pò impropriamente di questo luogo per complimentarmi per la mostra del gruppo fotografico DFL- BFI Chiavari – circolo di cui Roberto Biggio è Presidente – avvenuta a Palazzo della Regione Liguria, a Genova per festeggiare il 40mo anno di attività.
    Complimenti per tutto.

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