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Le due verità – di Marco Lugli

Le due verità – di Marco Lugli

 

Opera presentata al Face to Face a tema „La non realtà“, tenuto al Circolo 4 Ville nel novembre 2013.

Da anni ormai inseguo questo progetto dal titolo “ le due verità “, ricercando queste inquadrature nel contemporaneo.

Ho cercato questa volta, visto il titolo del tema di elaborare la mia ricerca nell’ambito del mondo dell’apparenza. Sempre più di frequente siamo invogliati ad essere quello che non siamo. Quasi costretti a vivere in una società dove apparire è più importante che essere ,veniamo regolarmente sollecitati da messaggi e manifesti pubblicitari che vorrebbero inquadrarci in certi stereotipi che ormai sono all’ordine del giorno. E molto spesso cadiamo nel tranello della vanità che ci fa dimenticare quelle che invece sono le nostre origini e che quasi magicamente ci amalgama in una non realtà che altro non è che una doppia verità.

 Marco Lugli

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11 commenti

  1. “Le due verità” di Marco Lugli è un’opera animata da un’idea narrativa artistica, grazie all’articolazione coerente di un pensiero visivo materializzato in immagini fotografiche. E’ pensiero visivo che si fa immagine subito allo scatto, sembra paradossale ma tutto è compiuto in ripresa. La realtà sfuma in “cosa altra” con questi scenari piatti che stentiamo a immaginarli per le nostre strade, tanto da leggere in essi gli elementi di una “non realtà”. Marco ci aveva già mostrato un’altra opera nella quale ci aveva dato prova di questa sua forte poetica dell’accostamento improbabile, anche allora stupendoci. Complimenti all’autore!

  2. Molto belle e interessanti le foto/opere di Marco Lugli. Contrasti tra realta’ ed astrazione con, appunto, doppie verita’

  3. Le belle immagini rappresentano con grande tecnica narrativa il tema della ambiguità del reale.
    Notevole anche l’accostamento delle immagini frutto di colpo d’occhio e capacità compositiva non essendo state composte in post produzione.
    Complimenti all’autore anche per l’equilibrio cromatico che è sempre presente negli scatti.
    Speriamo di vedere presto altri lavori come questo.

  4. Non fermatevi all’apparenza sembra dirci Marco con le sue immagini , seducenti , graziose, ludiche
    Eh ! si giocare al “” vedere “” in modo diverso , un colpo d’occhio personale, una prospettiva complice e Marco travolge la realtà che gli sta dinnanzi . Guardo le sue fotografie e mi viene in mente il “Manifesto “ il cartellone pubblicitario , tutto giocato sul forte impatto visivo.
    I segni si ripetono nei vari soggetti creando una illusoria realtà ottica e un illusorio movimento.

  5. Conosco Marco da molti anni e posso dire di averlo visto, fotograficamente parlando, crescere. Dai primi scatti dove si notava già una forte propensione ai particolari specialmente primi piani di persone in occasione dei suoi viaggi nel mondo, fino alla più vicina Venezia con scatti alle famose maschere del carnevale. Con questo nuovo progetto devo dire che si è spinto oltre: due realtà in un unica inquadratura. Non so dire se è una nuova strada o se altri l’hanno già percorsa, posso dire però che il risultato è,a mio parere, notevole.
    Una dimostrazione che per fare belle foto non è necessario andare in capo al mondo.
    Bravo Marco!

  6. Lavoro molto interessante quello di Marco, l’autore ha la capacità di mostrarci delle immagini che sembrano semplici e leggere, personalmente sono convinto che siano immagini molto complesse e profonde, che accostano in modo notevole la tecnica e la capacità di portare lo sguardo a soffermarsi oltre la semplice quotidianità.
    Bravo Marco

  7. Vedo “coppie” di verità ed allo stesso tempo non vedo verità; men che meno, l’inafferrabile realtà:
    – costumi diversi, passato e presente, vicino e lontano, B/N e colori, semplice e sofisticato.
    – passato e passato, B/N e B/N, lontano e lontano, ecc.
    A mio avviso l’opera è più complessa e non riesco a circoscriverla nel titolo.

  8. Ineccepibile questo nuovo lavoro di Marco Lugli sulla non realtà. E’ vero che al giorno d’oggi spesso ci capita di emulare mode o atteggiamenti di personaggi che non appartengono alla nostra realtà quotidiana, imitandone i gesti, il modo di fare o vestire. Non ci rendiamo conto che appartengono ad un mondo irreale, diversissimo dal nostro. Ma non importa, vogliamo essere come loro, a costo di farci ridere dietro. Ci dimentichiamo delle nostre radici, di quello che in realtà siamo e vestiamo abiti o modi che non si addicono al nostro carattere, alla nostra personalità e cultura.
    Marco è riuscito molto bene a raffigurarlo in queste immagini dove vengono evidenziati tutti i paradossi di una civiltà che enfatizza un certo tipo di cultura dell’apparire a scapito di quella dell’essere. Questo si nota molto chiaramente nelle foto n.2 e 5 ma soprattutto nelle 6 e 7.
    Insomma è inutile nascondercelo, noi alla fine della giostra siamo quelli della ragazza con la mortadella o quelli che vanno in 500, non siamo i belli impossibili stereotipati delle immagini alato. Sempre molto bravo e attento Marco a scovare determinate situazioni di confronto e contrasto che possono servire a volte perchè no, anche a farci ragionare.
    Complimenti all’autore.

  9. Non si smentisce Marco Lugli!
    Questa raccolta, come le precedenti,mette in risalto oltre all’ottima tecnica, la grande passione per la ricerca artistica e le sue
    ottiche spesso rivolte al sociale.
    I risultati si ammirano anche in questo suo ultimo lavoro più che mai azzeccato nel tema.

  10. Ammetto di essere di parte…e considero Marco un buon amico da tempo.
    Tuttavia mi rendo conto sempre di più, guardando le sue immagini, di quanta ricerca certosina ci sia dentro. Tutto ciò che ci mostra, con assoluta naturalezza, è davvero una parte del mondo in cui viviamo. Portato alla sintesi con immagini che sembrano la quotidianità cui siamo abituati. E che il più delle volte ci costringe a simulare comportamenti che di naturalezza ne hanno ben poca. Complimenti anche stavolta a Marco.
    Alfredo Manicardi

  11. Colpisce nel segno ancora una volta Marco Lugli con questo breve collage di foto… Volutamente non sono “opposti “le doppie foto che ci presenta ,non ci sono 2 verita’ , ma piu’ verita’ e li’ e’ l’abilita’ del nostro che ci conduce per mano fin sulla porta spingendo ognuno di noi a cercare la propria verita’ che spesso e’ differente ma anche complementare a quella di altre persone.Marco con le sue foto non solo “ti guarda negli occhi” ma da ‘ l’impressione come di spingere a guardarti dentro in modo tale da mettere il visitatore a suo agio senza effetti speciali ma da essere solo lui e la sua opera.Bravo Marco ti aspettiamo nelle prossime prove sperando che siano ancora tante e numerose…

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