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L’altro mare – di Antonietta Preziuso

L’altro mare – di Antonietta Preziuso

 
Opera realizzata durante il PhotoHappening del 2013 di Sestri Levante.
 
Il luogo appariva ordinato ed integrato nella natura circostante, ma arrivati sul posto mi è sembrato di essere in un girone infernale.
Mentre fotografavo , avvolta da cose e resti tra i più disparati, mi sono accorta del gioco di luci ed ombre che questi oggetti formavano.
Ho cominciato a vedere la silhouette di una città, la profondità del mare, le barche…ma era spazzatura!!!!… ed ecco un busto di donna (madre natura) la cui forza, spero, ci aiuterà a curare la nostra terra.
Antonietta Preziuso

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7 commenti

  1. “L’altro mare” di Antonietta Preziuso è un’opera animata da un’idea narrativa artistica, per la interpretazione estetica data al soggetto. Anche la discarica è stata un set fotografico del PhotoHappening 2013. Tornare sul sito di CARPE DIEM e vedere la varietà delle location fotografiche ci si rende conto delle sfide che sono state proposte ai fotografi partecipanti. La discarica è uno spazio metaforico potentissimo che può essere interpretato in tanti modi. Antonietta Preziuso è riuscita ad assumere un occhio liberato dalle evidenze scioccanti degli scenari dei rifiuti alla rinfusa e ha liberato la propria immaginazione ispirandosi al mare. Ne esce un’opera dl tono metonimico perché mostra l’effetto per parlare della causa. In questi riflessi gommosi si avverte un sentimento di purificazione e la speranza estrema di una salvezza della natura dall’aggressione della società dei consumi. Complimenti all’autrice.

  2. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…”(Fabrizio De André)
    Questo è il genere di fotografia che mi affascina ed appassiona più di ogni altro.
    Il fotografo ha davanti a sè la “materia prima”, informe ed elementare, nel caso specifico è anche degradata, ed solo merito suo, con la selezione del soggetto, con l’inquadratura, con la sensibilità ed il gusto, con l’opportuna “registrazione” dei toni in post produzione, il risultato della ripresa.
    In questo genere fotografico, più che in altri, giova sicuramente la confidenza con l’arte pittorica, almeno di vista del gusto pittorico.
    Molti pensano all’astrattismo come genere anarchico e soggetto alla casualità. Invece esso è regolato da precise regole che condizionano la visione, come la teoria dei colori.
    Inoltre il tipo di illuminazione può variare di minuto in minuto, se si è in esterni. E’ preferibile l’uso del cavalletto, quando è possibile, sia per mantenere l’inquadratura, sia per la messa a fuoco; perché anche una piccola variazione può cambiare il “peso” del particolare sul tutto.
    Ci si può sbizzarrire cercando gli accostamenti, i giochi prospettici e di relazione più incredibili. Una macchia di muffa sul muro può diventare una montagna, un pezzo di intonaco scrostato una casa, un viso; un chiodo l’albero di una nave.
    La fantasia in questo caso non ha limiti. Basta cambiare posto, muro, cancello, ecc.
    Complimenti all’autrice. Magari un giorno faremo una mostra insieme.
    Antonino Tutolo

  3. Ogni mente percepisce una diversa bellezza (da La regola del gusto) potrebbe essere l’introduzione a quest’opera di Antonietta Preziuso.
    Una discarica è un luogo non propriamente accattivante. Spazzatura è sinonimo di rifiuto, cosa brutta e sporca, da abbandonare. L’autrice invece supera l’oggettività, la sua creatività elabora un percorso che segue la strada dell’immaginifico e riesce a creare, con i suoi scatti, un luogo di forme armoniose. Sembianze nascoste che si materializzano nei colori e negli accostamenti. Voli di fantasia che scompongono e ricompongono, in un gioco che è un continuo divenire, aperto a mille interpretazioni.
    Complimenti Antonietta!
    Orietta Bay

  4. La capacità di fermarsi, in un tempo che scorre sempre così veloce, è una dote preziosa. Fermarsi e adoperare la propria sensibilità per osservare la realtà in modo divergente e meno superficiale, far emergere dal proprio intimo una visione, un bagliore, capace di illuminare una realtà altrimenti aspra e materiale.
    Per questo apprezzo queste immagini, che mettono in relazione un tempo e uno spazio fuori dall’usuale e dal conosciuto, e ci donano uno sguardo molto intimo.
    Grazie Antonietta!

  5. Mi è piaciuto molto questo lavoro che è un esempio di come si possa guardare la stessa realtà con occhi diversi per poter scoprire così nuove possibilità; soprattutto i primi due scatti li trovo bellissimi. La fotografia creativa permette di partire da un dato reale per trascenderlo e approdare a mondi mentali con significati nuovi capaci di far vibrare le corde della nostra sensibilità. Se posso permettermi la foglia nell’ultima immagine la trovo un po’ troppo “artefatta” rispetto al fluire armonico di tutte le altre.

  6. Salvare l’ambiente,abituarsi al riciclo è una parola d’ordine che tutti dovremmo fare nostra. Antonietta con la sua macchina fotografica si è recata in un luogo poco, diciamo ospitale, come una discarica di spazzatura, ma è riuscita con le sue capacità espressive a realizzare un riciclo visivo di indubbio valore artistico.Nelle sue immagini ci propone ciò che il suo occhio attento ha percepito andando oltre a ciò che nella realtà aveva davanti.
    Il suo lavoro mi ha ricordato le parole di Franco Fontana:
    “Fotografare quello che non si vede per dare significato a quello che si vede..”.

  7. Antonietta vedo adesso la pubblicazione del tuo bel lavoro, a prima vista sembrerebbe un astrattismo fine a se stesso invece tu documenti in modo efficace uno dei problemi più pressanti del nostro tempo, complimenti.

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