JUERGEN TELLER – di Francesca Lampredi
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Progetto editoriale: Hipsterismi fotografici
a cura di Francesca Lampredi
JUERGEN TELLER,
Trasgressioni e quotidianità nel mondo della moda
Juergen Teller è uno dei nomi più apprezzati dalle nuove generazioni per quanto riguarda la fotografia di moda, in particolare da chi ha abbracciato la subcultura hipster.
Il motivo è semplice. Alla base della filosofia di Teller c’è l’istantanea oltre che l’intimità e l’interesse per la quotidianità. Un linguaggio che viene ricalcato dai nuovi social network come Instagram.
Eppure per comprendere al meglio la poetica di questo fotografo tedesco è assolutamente necessario collocarlo in un preciso periodo storico.
Le trasgressioni fotografiche di Teller si oppongono alla fotografia di moda anni ’80, dominata da un’immagine patinata, illuminazione a farfalla, scenografie manieriste e ossessione per il dettaglio. L’edonismo intendeva evidenziare l’importante dell’establishment, della società del benessere.
Gli anni novanta rovesciano questa situazione mostrandone il lato oscuro. Essi sono infatti caratterizzati da un equilibrio che diviene sempre più precario, dalla formazione di una società liquida dove i confini e i valori sociali si perdono.
In questo mutamento storico si colloca la fotografia di Juergen Teller.
Il fotografo emerge agli inizi degli anni ’90 sulla rivista “The Face.” Fotografa modelle, musicisti. Celebre il suo lavoro per la copertina di “Nothing compares to you” di Sinead O’connor.
I suoi scatti sono realizzati con una Contax, spesso presentano irregolarità nella messa a fuoco per accentuare l’“hic et nunc”. Essi sono tutti caratterizzati da una grande capacità di entrare a contatto con il soggetto. Non ci sono scenografie artificiali, ma stanze e oggetti vissuti da questi personaggi. L’osservatore penetra così nella loro vita senza filtri.
La trasgressione del fotografo dimostra anche i pericoli di questi ambienti, i lati nascosti; ciò che avviene dietro alle quinte del mondo delle passerelle. Emblematico è il ritratto a Kristen Mc Menamy. La modella, ritratta nuda con un cuore disegnato sul seno con scritto Versace, presenta una cicatrice sul ventre. Il frutto di un incidente con la zip di un abito tra una sfilata e un’altra.
Francesca Lampredi
Lettore della Fotografia FIAF
La fotografia di Juergen Teller nel dare visibilità agli ambienti dello spettacolo, con uno stile sciolto dello scatto compiuto per empatia con il soggetto, anticipa l’attuale fotografia di condivisione tanto praticata nei social.
Egli immortalando atteggiamenti simbolici di questi ambienti, alimenta il mito dello stile di vita d’artista che appare una successione di momenti tanto magici quanto effimeri.
Il suo irrompere in ogni intimità paradossalmente annulla il momento personale, questo perché il soggetto è spinto ad assumere una posa spettacolare… naturale espressione della propria aspirazione al successo.
Ho l’impressione che Teller diventi lo strumento invasivo della cultura della finzione che richiede la recita in ogni attimo della propria vita. Temo che la conseguenza esistenziale, sia che nello sforzo di creazione di immagine pubblica apparente… porti allo smarrimento del Sé.
Grazie a Francesca Lampredi per questi elementi di riflessione.
Cara Francesca, grazie per la tua chiarezza ed il tuo rigore storico!
Sopratutto complimenti per la scelta graffiante di dedicare un articolo a Juergen Teller <3.
Non si finisce mai di scoprire cosa ti attrae. La musica di Sinead O’ Connor mi ha sempre affascinato. Scoprire che nel suo stile estetico c’è un influenza che viene da Jurgen Teller mi spiazza. Niente è per caso, tutto si contamina. Grazie Francesca