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PRESENZE SILENZIOSE – di Gigi Montali

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Ci sono luoghi che ci raccontano la vita, spesso non diamo la giusta importanza ai segni che l’uomo lascia al suo passaggio, ma quando il nostro sguardo si sofferma sulle pareti delle stanze può leggere la storia e la vita che le hanno attraversate.
I luoghi ci raccontano di tante presenze, ora silenziose ma chissà come sono state rumorose in precedenza.
La scorsa estate sono stato a Gibara un luogo magico al sud di Cuba, è qui che ho fatto questo portfolio, raccogliendo immagini che raccontassero la vita senza la presenza umana; luoghi silenziosi dove ognuno di noi può trovare la propria storia.
Provate a guardare con attenzione le immagini e poi chiudete gli occhi, vedrete quante persone animano questi spazi !
Gigi Montali
 

PRESENZE SILENZIOSE

 di Gigi Montali

 
 

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5 commenti

  1. Un lavoro che chiede. Con una strana luce soffusa, come se le cose che vediamo lì, di fronte a noi, fossero delle presenze. Reminiscenze ormai classiche di un mondo che presto cambierà. La luce che le colpisce, queste ‘memorie’, le carezza con un tenue tocco. E’ una Cuba silenziosa, è vero, e più che sentire la vita delle persone, se ne percepisce la presenza appena fuori del fotogramma. Più che un racconto, un catalogo. Più che un reportage di viaggio, un sentimento palpitante. Anche le bandiere, persino quella che “sventola” su un muro, i guardano e ci chiedono comprensione. Ecco come abbiamo vissuto, cosa abbiamo sognato, cosa ci resta. Non amo molto le post-produzioni spinte ma qui la luce accompagna bene i segni, le ombre. Que viva, Cuba.

  2. “Presenze silenziose”, di Gigi Montali, è un opera narrativa tematica per aver interpretato il soggetto secondo un punto di vista soggettivo.
    Le fotografie, sufficientemente mediate, forniscono informazioni sull’ambiente di Gibara (Cuba), con una selezione dove in concept ha privilegiato il tempo sospeso (assenza di trame in atto) mostrando pochi esterni e molti interni. Se conoscessimo la cultura e la storia di questa località potremmo interpretare queste immagini con una profondità di senso tale da leggere anche i segni, oltre i simboli.
    I simboli sono le cose a cui, collettivamente, attribuiamo un determinato significato: il crocefisso, la bandiera di cuba (in tela o dipinta su un muro), i ritratti del Che.
    I segni sono gli indizi per intuire o riconoscere le condizioni di vita e le atmosfere emozionali: i ventilatori presenti nel camere da letto ci confermano l’afoso clima caraibico; i colori puri, e ricchi negli accordi cromatici, ci parlano di un’umanità che si alimenta di un’estetica vivace e lirica; gli arredi d’epoca ben accuditi, e ricchi di oggetti e ritratti, ci fanno capire che siamo in luoghi che custodiscono la memoria dichi vi ha vissuto. Siamo stati accettati in un mondo privato, che non potremo mai conoscere a fondo in un breve contatto.
    In questa condizione di conoscenza diretta in cui l’autore si è spinto, egli produce delle immagini che colgono queste atmosfere affascinanti nella loro misteriosa alterità. E’ un’esperienza simile alla seduzione che è sprigionata da ciò che si manifesta attraente ma irraggiungibile. La rappresentazione fotografica riesce a trasmetterci, com il suo linguaggio visivo, la condivisione dell’Aura che questa seduzione ha promosso nell’autore.
    Grazie a Gigi Montali per aver condiviso le sue più intime emozioni e complimenti per averlo condotto con un esercizio di stile molto coerente che riesce dare la forma al pensiero maturato in Sé in questa esperienza.

  3. molto oggettivo, ben poco “soggettivo” delicato, ma un po’ “superficiale”… tutto già visto, anche se non sono mai stato a Cuba… mi manca davvero un’interpretazione più personale dell’argomento… maledettamente fotoamatoriale 🙁

  4. Cuba del CHE o della calce?
    Sono stata a Cuba agli inizi anni novanta, la ritrovo qui ora ferma nel tempo delle persone assenti e nel tempo rapido della fotocamera, abbastanza simile come l’ho guardata e fotografata io. Mi ricordo i colori pastello a calce, che pochi ancora riuscivano a trovare comprare, per dipingere le mura delle case. Quindi la luce dei tropici che illuminava i colori tenui delle case e i manifesti a ricordarci la rivoluzione del popolo. Fotocartoline, fotoframmenti, fotoclor, fotoricordi, fotodelChe, mi piace il lavoro di Gigi, sussurrato e colorato, per una rivoluzione che in tanti lungo la via Emilia hanno sognato e in troppi solo fotografato.

  5. Grazie a tutti per i commenti fatti al mio portfolio, mi spiace per Nicola che non è entrato nell’atmosfera che volevo trasmettere, ma non si può essere sulla stessa lunghezza d’onda per tutti ! Unico appunto che faccio sono orgoglioso di essere fotoamatore come tanti soci della FIAF, forse era più corretto usare un’altro termine piuttosto che “maledettamente fotoamatoriale” la nostra federazione è formata da tanti fotoamatori con il tuo commento potresti aver ferito altri che non hanno nulla a che fare con il mio portfolio. Comunque grazie a nche per le critiche, fanno sempre riflettere ! Buon Anno a tutti !

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