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CON UN COLPO DI SPUGNA – di Tiziana La Piana

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Giornate troppo complesse e stancanti che si susseguono senza tregua.
Ritmi insostenibili nei quali ci si può ritrovare immersi, senza aver compiuto alcuna scelta consapevole.
Responsabilità da sostenere, molto più grandi di quanto un tempo ci si immaginava.
Stanchezza, rabbia, oppressione, frustrazione e tanto altro ancora.
Lo so bene: la tua fantasia aveva disegnato un mondo ben diverso da questo.
Un giorno, finalmente, si presenterà al tuo cospetto il punto di non ritorno e guardandoti dall’esterno, proverai l’insostenibile sensazione di esserti persa dentro un gomitolo di pezzi di te che non avevi mai visto.
La strada, in questo punto, prende infinite direzioni, fino a quando decidi di vestire i panni di un moderno Diogene, con una lanterna tra le mani, pronta a cercare la tua idea di felicità, fatta di autenticità e di assenza di inutili sovrastrutture.
Inizia così il viaggio di consapevolezza di Tiziana, dentro un buio, pieno di drammaticità, che è destinato, fotogramma dopo fotogramma, a farsi testimone di bellezza e di ironia.
Come accade nei personaggi che animano i quadri di Caravaggio, in queste fotografie, dal nero profondo, lentamente, emergono spiragli di luce che proiettano lo spettatore dentro la vita e dentro una storia che qui ha dei contorni profondamente schiumosi.
Sarà proprio, un colpo di spugna a fare la differenza tra l’accettazione passiva del proprio malessere e il desiderio di ricerca di una nuova strada da percorrere e di nuova luce da abbracciare.
Il gioco, messo in scena, consiste nel provare a cercarsi attraverso una immagine di sé da scomporre e ricomporre più e più volte, fino a quando la risposta emergerà dal percorso e non in una anelata e inavvicinabile meta.
E’ in questo viaggio che Tiziana, fotografandosi dentro i suoi gesti di ricerca, ha trovato incredibili risorse per guardarsi dall’esterno e sorridere alle sue difficoltà: nulla è perduto, si può sempre ripartire. ­­­­
Tutte le donne che sono passate davanti alle loro macchine fotografiche, penso a in particolar modo, a Francesca Woodman e a Cristina Nunez, in cerca di pace e di autenticità, hanno lasciato il segno della loro forza e della loro unicità non tradendo mai quella meravigliosa componente di ambiguità che caratterizza l’immagine fotografica.
Le parole di Roland Barthes, in tal senso, sintetizzano perfettamente questo percorso: “Davanti all’obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte.”
Ognuno di noi, volendo, troverà parti di sé nelle fotografie di Tiziana ma non conoscerà mai l’essenza della sua anima che si sposterà sempre nel suo fotogramma successivo, spingendo tutti noi a non fermarci mai in questo percorso di gioia e di scoperta degli altri e di noi stessi.
 
Federica Cerami
 
 

CON UN COLPO DI SPUGNA

 di Tiziana La Piana

 

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