Primo Letto – di Luisa Boscarelli
.
.
.
.
.
Resto sempre affascinata nello scoprire l’esistenza di antiche tradizioni che pensavo ormai perdute, perché mi permettono di vedere con occhio nuovo un mondo che di fatto non c’è più, ma che continua ostinatamente a lottare per sopravvivere, a dispetto del tempo che scorre.
Forse perché da ragazza mi sentivo molto lontana da quelle tradizioni che ritenevo fossero troppo diverse da me e dal mio modo di sentire, molto più aperto e all’avanguardia per i tempi.
L’estate scorsa si è sposato mio figlio e quando mia nuora, mi ha chiesto di non prendere impegni per il giorno in cui ci sarebbe stata la preparazione del “primo letto”, mi sono subito interessata a capire e studiare le radici di questo rito.
L’idea di farne un racconto fotografico, il mio primo racconto fotografico, è stata immediata. Quasi una necessità interiore.
Ho vissuto le fasi del rito nella doppia veste di persona coinvolta e di spettatrice curiosa; sono stata un’invisibile presenza, libera di muovermi e libera di cogliere le mie emozioni che dal cuore passavano direttamente all’obiettivo che inquadrava.
La scelta del bianco e nero, infine, è venuta spontanea perché mi sembrava la più adatta e la più efficace a mettere in evidenza il contenuto del mio racconto e a mantenere un filo di congiunzione con quel passato su cui affondano le radici della nostra identità.
Luisa Boscarelli
Primo Letto
di Luisa Boscarelli
“Primo letto”, di Luisa Boscarelli è un’opera narrativa tematica, per l’interpretazione soggettiva di un’usanza tradizionale.
In tutte le Regioni italiane il tema delle tradizioni nel costume è una realtà che spesso la nostra mentalità moderna confina nel folclore, tanto da perderne il significato e quindi dimenticarle.
In questo portfolio l’autrice calabrese ci rappresenta la celebrazione ben augurante del “Primo letto” che anticipa la celebrazione di un matrimonio imminente.
Lo stile narrativo del portfolio è simbolico nel cogliere gli oggetti e i momenti significanti, mentre è realista nel cogliere le atmosfere relazionali tra i convenuti, dato che non c’è una foto in posa ma le situazioni sono colte nel attimo del loro farsi.
Il tema che pone questa tradizione è straordinariamente denso, in particolare se visto da chi ha già alle spalle una vita matrimoniale compiuta e sa quale impresa sia lo sposarsi, basta pensare alla fragilità della vita umana se commisurata ai fini del generare e della felicità che il matrimonio si pone.
La foto del bimbo seduto sul letto ci rappresenta il flusso generazionale che proprio nel letto matrimoniale si avvia.
Altro aspetto interessante è la dimensione comunitaria del matrimonio che si esprime nell’iniziazione del preparare il letto da parte dei congiunti e da chi ha relazione stretta con gli sposi.
Grazie a Luisa Boscarelli per aver condiviso questa significativa tradizione che ci richiama a riflettere su tanti valori del matrimonio che la modernità spesso pone in secondo piano.