Comunicazioni del Dipartimento

Rosetta Zampredrini – Talent Scout

 

TALENT SCOUT

Agorà Di Cult sarà il percorso di visibilità dei 4 Autori della Sezione Senior e 3 Autori della Sezione Giovani “Segnalati” dalla Commissione selezionatrice del Progetto FIAF “Talent Scout” 2022.

Le finalità di questo Progetto sono quelle di dare ai Presidenti di Circolo Affiliato FIAF l’occasione di far conoscere il lavoro di quei soci che, pur distinguendosi per capacità e passione, non hanno mai provato a confrontarsi con la platea nazionale della fotografia italiana. Ogni Presidente ha avuto la possibilità di proporre un socio della categoria GIOVANI (di età inferiore a 30 anni) e un socio della categoria SENIOR (di età superiore a 30 anni)

 

Rosetta Zampredini, Socio (Senior) del G.F. Clik – Flero, Flero (BS)

Autore segnalato al progetto Talent Scout della FIAF.

Sono Rosetta Zampredrini e sono una “ragazza” di 67 anni.
Ho iniziato ad avvicinarmi alla fotografia nel 2003, durante un corso  base di fotografia tenuto da Eros Fiammetti ed organizzato dal Gruppo Fotografico Click di Flero.

La fotografia è diventata rapidamente uno dei miei strumenti preferiti per esprimere  stati d’animo, sentimenti, emozioni, trovando stimoli e contributi nella partecipazione alla vita del gruppo fotografico.

Mi interessa molto indagare la condizione femminile come una rivisitazione di vari aspetti in cui possono emergere componenti e sentimenti che “scovo” nel mio personale.
Amo il bianco e nero, ma anche il colore per alcuni lavori lo trovo interessante.

Partecipo a esposizioni collettive locali.

 

Le Opere

 

Foto singole.

          

         

 

Portfolio.

Anna ed Elisa

Cosa mi ha colpito di questo mio ultimo lavoro fotografico?
Entrare in contatto con Anna ed Elisa, due giovani donne con sindrome di Down.

Non avevo mai avuto modo di rapportarmi con persone affette da tale sindrome e, sinceramente, avevo in testa  solo stereotipi ( tutti sono molto affettuosi, dolcissimi, ecc. ecc.) che miseramente sono naufragati frequentandole.

Ho potuto conoscere persone che ci mettono tutta la grinta possibile nell’affrontare la vita, ognuna con il proprio carattere, modalità e tempi diversi,

Personalità molto ben delineate, orgogliose per i traguardi raggiunti, orgogliose per il loro lavoro, con molti sogni e desideri per il futuro. Certamente non giovani donne manovrabili e arrendevoli!

Ancora una volta devo dire grazie alle mie giovani protagoniste che mi hanno offerto nuovi punti di vista, prospettive altre permettendomi di guardarle dritte negli occhi.

 

 

 

Donne Invisibili

Incongruo, oggi, il titolo “Donne Invisibili”.

Incongruo in quanto sembra che la nostra società sia basata tutta sull’apparire, sulla massima visibilità dei fatti, persone, avvenimenti. Si potrebbe dire che, per esistere, una persona debba essere visibile agli altri a qualunque costo e con qualsiasi mezzo. Travolti da questa marea che continuamente sale si fatica ad andare oltre e ci si dimentica che non tutti partecipano a questo frenetico sgomitare.

            Mi ha attratto l’idea di conoscere, attraverso immagini fotografiche, cosa spinge delle donne a scegliere, oggi, la clausura e a “chiudersi dentro”; “chiudersi dentro” fisicamente intendo, girare la chiave della porta dalla propria parte.

La libertà di muoversi, uscire, andare senza chiedere autorizzazioni o permessi è stata una conquista che le donne hanno pagato a caro prezzo e mi sembra così preziosa da non essere mai messa in discussione. Incomprensibile, mi sono detta, che ancora oggi possano esistere donne che con volontà e determinazione scelgono di staccarsi fisicamente dal mondo. Cosa c’è dietro? La fede? Senz’altro, ma non tutti i credenti seguono questa strada e allora cos’è?   ed è così che ho conosciuto le monache domenicane del Monastero S. Maria della Neve di Pratovecchio.

            Ho trascorso con loro alcuni giorni che si sono rivelati ricchi di emozioni e di scoperte. Ho trovato delle donne libere, aperte e curiose, sensibili ed accoglienti e, senza riserve, si sono mostrate nel loro vivere quotidiano. Certamente il conoscerle meglio, entrare anche per poche ore nel loro mondo ti permette una lettura diversa dove la “clausura” diventa secondaria e   non così essenziale. E’ stata un’esperienza forte che ha fatto precipitare gli stereotipi che avevo ed ho il sospetto che si possa essere molto più liberi in luoghi come questo che non nel “mondo fuori” come molti di noi credono.

 

 

 

Irina

Irina e i suoi quattro figli sono dei richiedenti asilo politico per motivi umanitari. Vengono da lontano e sono approdati in Italia dopo molte peripezie.

Trovare una casa accogliente ed avere una migliore prospettiva di vita era un sogno che si è realizzato, certamente non facile e non privo di difficoltà.

Ho cercato di fermare gli stati d’animo che come nuvole veloci comparivano sul volto di Irina. Gioia, nostalgia, preoccupazioni, domande che ancora non hanno ricevuto risposte.

Come sempre ho avuto il privilegio di entrare in punta di piedi in questa realtà così distante dal mio quotidiano e di questo ringrazio di cuore Irina e i suoi figli.

 

 

 

 

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