CONFINI _ Elaborazione del Concept_11 – a cura del LAB Di Cult 145 FIAF
ColornoPhotoLife 2023
Vocabolario Treccanis. m. [dal lat. confine, neutro dell’agg. confinis «confinante», comp. di con- e del tema di finire «delimitare»]. – 1. a. Limite di un territorio, di un terreno: il c. del campo è segnato da una pietra. b. Limite di una regione geografica o di uno stato; zona di transizione in cui scompaiono le caratteristiche individuanti di una regione e cominciano quelle differenzianti: c. naturale, quello che s’identifica, più o meno, con linee prestabilite dalla natura, quali coste, crinali di montagna, fiumi, ecc.; c. politico, quello stabilito per convenzione tra governi, che separa due organismi politici mediante una linea di confine la quale, quando è possibile, è costituita da una fascia disabitata con funzioni di isolamento: il c. tra l’Europa e l’Asia, tra la Francia e la Spagna; varcare il confine. Spesso al plur.: i c. orientali dell’Italia; tracciare i c.; demarcazione dei c.; nei c., entro i c., nel territorio: portarono la guerra nei c. stessi del regno. 2. a. concr. Pietra, sbarra, steccato o altro che segna il confine di un terreno: mettere, levare, spostare il confine. b. estens. Limite, termine in genere: i c. della terra; Il mar sonante a fronte ha per confine (Marino); Giunta al confin del cielo … Nell’infinito seno Scende la luna (Leopardi); senza confine, senza confini, sterminato, illimitato: una pianura senza confine, un deserto senza confini. In usi fig.: essere al c. tra la vita e la morte; tenersi entro i c. del giusto e dell’onesto; i c. della scienza, del conoscere umano; passare i c., eccedere (più com. passare i limiti); oltre i c. naturali, oltre quanto è concesso dalla natura. |
Da molto tempo il tema dei confini è tornato di attualità anche in Italia. Complice il flusso migratorio e la crisi economia, alcuni paesi europei hanno proceduto a rintanarsi dietro il concetto di «confine», presupponendo che un ritorno alle delimitazioni «forti» nel passaggio da un territorio ad un altro, possa alleviare le popolazioni da preoccupazioni e «invasioni», supposte, perché per ora inesistenti nei numeri.
Chiediamoci chi ha creato gli attuali confini, nel volume la madre di tutti i confini, Skies Picot, raccontata da Eric Salerno, ne è esemplare: «divenne subito chiaro che i Paesi europei «illuminati» erano peggio dell’Impero Ottomano appena demolito che alle popolazioni suddite aveva sempre riconosciuto una notevole autonomia»; in più in alcuni casi questi confini vengono stracciati per impeti di natura di rivalsa e successivamente per ansia predatoria: «Molti dei confini attuali sono all’origine di conflitti, migrazioni, sofferenza. I confini coloniali, confini per eccellenza, ne sono la dimostrazione più ovvia e non è un caso che l’avventura di Al-Baghdadi sia iniziata dalla distruzione di un cippo di confine».
I confini sono anche mentali, ad esempio quelli creati da educazione (culturale e religiosa), generazionali e ceto sociale ma anche quelli psicofisici e relazionali che definiscono l’identità e l’alterità, chiamiamoli “Confini interiori”.
I nostri “Confini interiori” sono ciò che ci permette di avere comportamenti, atteggiamenti e limiti che difendono la nostra autostima e la nostra stabilità emotiva. Sono proprio questi confini che ci consentono di essere resilienti e dominare a livello emotivo e mentale qualsiasi cosa succeda, sia nel vivere esperienze negative che positive. Ecco perché è importantissimo conoscerli, comprenderli e rispettarli. Se oltrepassiamo i limiti dei “Confini interiori”, percepiamo la sensazione di essere fuori controllo, con la conseguenza di un malessere psichico, fisico e mentale profondo, che può manifestarsi con agitazione, paura, rabbia, vergogna, euforia o, al contrario, con apatia estrema.
Quali siano esattamente i nostri confini personali l’ha detto in modo esaustivo e semplice la studiosa statunitense Nina W. Brown che dice: “senza confini psichici saremmo come gocce di inchiostro sparse in una pozza d’acqua, facilmente assorbibili dalle definizioni che gli altri creano per noi. noi abbiamo la libertà di autodefinirci”
Vivere a lungo e bene in una società più aperta e sicura è la sfida cruciale dei prossimi decenni. Per vincerla i veri confini da superare non sono quelli tra giovani e anziani, tra autoctoni e immigrati, ma quelli mentali tra presente e futuro, quelli che ci impediscono di far entrare il benessere comune di domani all’interno delle scelte di oggi.
Una popolazione che invecchia se vuole crescere ha bisogno sia di investire sulla qualità dei giovani sia di governare la quantità con ingressi dall’estero e l’integrazione nel mercato del lavoro. Nel corso di gran parte di questo secolo l’Europa continuerà a trovarsi con un’offerta di manodopera dal resto del mondo ampiamente superiore alla domanda. Molti stati membri non hanno ben chiaro di quanti immigrati hanno bisogno, ma ancor meno di quali competenze devono essere portatori e quali requisiti possono favorire una integrazione economica e sociale di successo.
Fatte queste premesse, il COLORNOPHOTOLIFE 2023 presenterà progetti fotografici che aiutano a capire l’importanza dei “Confini interiori” nell’incontro dell’Altro (per religione/tradizioni/ecc.) e allo stesso tempo mostrare, con la fotografia, la fenomenologia della necessità che hanno altri popoli (rifugiati ed immigrati) di varcare i confini politici per arrivare in luoghi più sicuri, dove iniziare una nuova vita, senza tralasciare le lotte fatte dai popoli per difendere i propri confini in nome della Patria.
In questo inizio di millennio qual è il senso dei “Confini”?