CONFINI_Elaborazione del Concept_17- Lab Di Cult 143 FIAF
Coordinatore Massimo Bardelli
CONFINE: la parola è composta, formata dal prefisso “con” che funzionalmente unisce “all’altro”, e “finis” indicante un qualche limite non superabile. Definisce, nell’uso comune, uno spazio o un tempo (reali o simbolici) all’interno dei quali una linea produce una divisione, una separazione, una discontinuità; una linea che disegna un limite che è, al tempo stesso, una forma di contatto. In questa prospettiva qualsiasi confine separa e congiunge insieme due parti, in modo bi-valente; avvicina l’una all’altra senza confonderle e senza allontanarle, distinguendo ciò che sta al di qua da quello che sta al di là.
Stefano Bonifazi, psichiatra e partecipante al laboratorio.
Il senso dei laboratori, più che nella realizzazione vera e propria, è forse da ricercare nella pratica stessa, quella che invita ognuno a mettere da parte il lavoro individuale a favore di quello di gruppo. Mettersi in gioco insieme ad altre persone non è assolutamente scontato, non lo è nella ricerca artistica e non lo è in un mondo che sempre più sacrifica le pratiche collettive e sociali per le soddisfazioni personali, dimenticando spesso le opportunità che possono aprirsi quando varchiamo i limiti delle nostre singolarità.
Iniziato nel mese di gennaio 2023, il laboratorio dedicato al tema “Confini”, coordinato da Massimo Bardelli, è partito da subito offrendo ai partecipanti occasioni didattiche e pratiche, puntando soprattutto al lavoro condiviso e orizzontale, alla ricerca di un confronto collettivo, dall’idea fino alla realizzazione delle opere, continuamente discusse e partecipate.
Partendo dalle parole – quindi dai significati, dalle sfumature che un vocabolo enorme come “confine” porta con sé – ognuno ha scelto la propria strada, trovandosi man mano a dover sciogliere difficoltà, ad aiutare e a essere aiutato; qualcuno è partito da sé, cercando di mettere a fuoco i propri contorni, altri hanno scelto i grandi eventi dei nostri giorni, o i grandi cambiamenti che percorrono le nostre esistenze.
Esperienze, ricordi, immaginari, non solo fotografici: attraverso incontri con professionisti e artisti, il laboratorio ha messo in luce come la fotografia sia in continua comunicazione con tutte le altre esperienze umane, dalle altre arti, attraversando letteratura, cinema, filosofia fino alle scienze, perché anch’essa, come tutto lo scibile umano, si muove cercando di volta in volta risposte alle grandi domande della vita, quelle che ci accompagnano dalla nascita, quelle che hanno permesso le grandi scoperte, le stesse che riempiono di significato le nostre esistenze.
Così il laboratorio è diventato esso stesso un mezzo per superare i confini, spingendo la riflessione e la pratica oltre lo sguardo individuale e oltre la macchina fotografica.