Dai tavoli di portfolio

Conosci la storia? – di Maurizio Stacchi

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Si afferma che una fotografia valga più di mille parole, ma accade spesso che un semplice titolo possa evocare un’emozione più profonda, conferendo alla stessa fotografia un significato differente.

 

Conosci la storia, non è solo il titolo di questa ampia serie di fotografie dalla quale è stato tratto questo portfolio, ma è anche e soprattutto una domanda che pongo a coloro che si apprestano a visionare queste fotografie.

Se si conosce la storia si è certamente in grado di trovare il filo che unisce queste immagini che sembrano inizialmente senza alcun collegamento. Il titolo che è stato attribuito a ciascuna fotografia è fondamentale per capire il significato di ciò che queste semplici fotografie ad un primo sguardo sembrano celare.

Se si è in grado, queste fotografie assumono un significato/valore più profondo, perché rimandano ad accadimenti che “tutti” dovrebbero conoscere.

Se non si conosce la storia, si valuteranno le fotografie semplicemente per ciò che visivamente rappresentano.

 

Maurizio Stacchi

 

Conosci la storia?

 

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Un commento

  1. L’opera di Maurizio Stacchi ci porta a contatto dei meccanismi complessi con i quali le immagini comunicano un significato e giunge a un’evidenza: se si vuole che un immagine, senza simboli espliciti, comunichi un determinato messaggio lo si può fare con una didascalia che però anch’essa chiede al lettore di conoscerne il significato per poter perfezionare la comunicazione ( da qui il senso del titolo).
    L’autore, implicitamente, ribadisce ciò che Goethe aveva scoperto: L’occhio vede ciò che la mente conosce. Egli si riferiva al più ampio concetto della percezione delle cose che però in modo interessante si può applicare anche alle immagini.
    Le immagini, tutte realizzate con i meccanismi della finzione, denotano oggetti coerenti all’evento storico richiamato dalla didascalia (ma potrebbero reggere altre didascalie). Altro elemento determinante nell’orientare il senso dell’immagine è la connotazione ben calibrata per indurre la giusta carica di drammaticità propria dell’evento storico evocato.
    L’operazione concettuale dell’autore, grazie alle immagini molto efficaci e al carattere interlocutorio del titolo, riesce ad essere intrigante e a spingerci ad andare oltre al meccanico automatico di approccio alle immagini che spesso si ferma alla loro superficie.

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