La mia famiglia è ricca di vita e di azioni. Come tutte le famiglie, del resto.
Piena di personaggi di ogni generazione che si intrecciano tra loro in moti perpetui per rimanere comunque sempre vicini, per condividere ed essere partecipi senza mai tradire lo spirito familiare che li unisce. Chi più, chi meno. Basta accettarsi. Occorre amarsi.
Un racconto romanzato, ispirato o di pura invenzione, che però la fotografia ha il potere di restituirci come veritiero, suggerendoci che ci sono donne e uomini, bambine e bambini che potrebbero immaginare di vivere la stessa narrazione.
L’arte della famiglia sta a cuore a tutti noi, perché in quelle radici sappiamo che c’è la nostra storia personale.
Tiziana Fustini
La più alta ispirazione di una fotografia è quella di poter comparire in un album di famiglia.
Così si è espresso Ferdinando Scianna in merito ad una certa fotografia troppo spesso sottovalutata; rincorrere la bellezza significa ricercare la semplicità.
E proprio da una semplice idea prende spunto e vita il necessario lavoro di Tiziana Fustini; sì, necessario, perché questo progetto è un dono prezioso che l’autrice elargisce non solo alla sua famiglia, ma a tutti noi che abbiamo modo di rispecchiarci in questa meravigliosa carrellata di personaggi.
Il divano di casa diviene il set di uno spettacolo teatrale dove attori inconsapevoli si muovono sul palco della loro quotidianità, tra lavoro, gioco, relax e memoria.
Un susseguirsi di situazioni tra il divertimento e la riflessione, la rappresentazione di una Situation Comedy fotografica piena di sentimento verso il proprio universo.
Lo scorrere della giornata, vera e propria metafora della vita, diventa il comune denominatore tra autrice e spettatore, in un sottile gioco in cui i ruoli si scambiano e ci si trova improvvisamente seduti su quel divano giallo.
E chissà che effetto farà vedere le espressioni di questi personaggi, che l’autore lo hanno trovato eccome, quando fra qualche anno si rivedranno qualcuno invecchiato, qualcuno cresciuto, qualcuno da non dimenticare mai….sempre seduti su quel divano giallo.
Fabio Moscatelli