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TOTEM e TABU’ – Elaborazione del Concept_02 – a cura del Direttore

LAB Di Cult FIAF

 

Una volta compreso la distinzione tra Totem e Tabù, vista l’ampiezza del primo e la complessità del secondo nell’essere narrato, come procedere oltre… per giungere alla scelta del proprio tema personale?

Un modo molto diretto per approcciare il tema (a due facce) è individuare delle categorie per osservare un determinato fenomeno. Un primo livello di categorie è distinguere tra i fenomeni tradizionali e quelli innovativi della modernità. Ovviamente sia gli uni che gli altri appartengono al tema “Totem e Tabù”.

 

TOTEM
Status Symbol

 

Di quelli tradizionali abbiamo già accennato delle Religioni perché è il Totem più aderente alla definizione che Freud ne ha dato nel suo libro. Sono della stessa categoria anche le ideologie o le correnti di pensiero che suggeriscono degli stili di vita. In pratica i Totem della tradizione, come le Religioni, ideologie, filosofie, ecc. hanno definizioni e regole scritte che determinano il credo e dettano il comportamento ai credenti che vi aderiscono per soddisfare i propri bisogni esistenziali. I Totem di oggi non sono più così!

I Totem della modernità non si presentano mai con norme scritte da osservare ma attraggono le persone con i vari mass media, in modo leggero e gradevole, facendo leva non sul bisogno ma sul desiderio, agendo su corde sensibili dell’animo umano. Questi Totem parlano al singolo per ottenere un risultato comportamentale di massa.

I messaggi hanno lo scopo di indurre il desiderio di qualcosa che promette: la libertà, la felicità, l’evasione, la distinzione sociale animata da una continua euforia per acquistare oggetti dalla vita breve ritmata dalle mode.
Insomma è posta in atto un’azione seduttoria che allentando la capacità critica del consumatore cerca di condizionarne il comportamento nell’acquisto di determinati oggetti. Siamo nei Totem del “consumismo” dove il Totem è rappresentato da un oggetto o una classe di oggetti.

Su tutto il processo di comunicazione permane nelle persone l’idea di vivere un’esperienza innocua che, come si è accesa senza una scelta consapevole, la si può spegnere in ogni momento, come un telecomando. Invece quando il comportamento diventa di massa assistiamo alla formazione nella società di una scala di valori relazionali mai enunciata ma ben visibile nella realtà.

Un esempio importante di questa dinamica di totemismo la possiamo osservare nel fenomeno degli “Status Symbol”.

 

 

Gli Status Symbol sono gli oggetti e i comportamenti la cui detenzione fa apparire appartenente a una determinata classe sociale. Ma non finisce qui!

Gli oggetti “Status Symbol” normalmente si presentano con un prezzo importante che ha lo scopo di selezionare l’acquirente creando un’élite che è il risultato sociale dello Status Symbol.

Creata l’élite attraverso la diffusione del modello con i mass media, tantissime persone vorrebbero far parte di quella élite ma non possono farlo a causa del costo degli oggetti.

 

 

 

 

Di fronte a questa forte tensione sociale per aderire a questo Totem ecco che per diversi prodotti vengono prodotte le “copie” degli oggetti “Status Symbol” con prezzi minori accessibili a molte persone e gli Outlet che con il meccanismo degli sconti diventano i nonluoghi della soddisfazione per molti.

Ogni oggetto considerato Status Symbol può diventare soggetto di un lavoro personale, per narrare le ragioni che lo pongono in quello stato particolare e come viene vissuto nell’intimo del singolo e nella socialità questa adozione.
Mi sembra che la categoria di Totem della modernità, oltre allo Staus Symbol, offra molti altri temi interessanti da narrare.

 

TABU’

 

Il Tabù per la sua natura presenta il problema del linguaggio.
Recentemente un inserto di Repubblica (19/08/2023) ha dato una risposta a questa difficoltà:

 

 

“The Photo Issue Tabù un viaggio per immagini in quello che non si dice”

Come notate il tema Totem e Tabù è allineato alle tendenze del pensiero contemporaneo, visto che anche un quotidiano nazionale lo affronta in modo illuminante.

Noi lo sapevamo che le immagini sono un linguaggio efficace ma forse non avevamo capito che potessero dire quello che le parole ancora non sanno narrare. Troverete in quell’inserto ottimi stimoli.

 

Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura FIAF

 

 

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