TOTEM e TABU’_Anteprima_12 – a cura di Monica Pelizzetti
LAB Di Cult 158 FIAF - Coordinatori Massimo Pascutti e Monica Pelizzetti.
Anche quest’anno come nelle esperienze precedenti il nostro laboratorio si sta svolgendo prevalentemente on line, cosa che ci permette di coinvolgere autori su un territorio di dimensione regionale e di accogliere chi desidera unirsi al gruppo indipendentemente dal luogo di residenza. Come sempre abbiamo cominciato col proporre agli iscritti una visione il più possibile ampia della tematica dal punto di vista concettuale esemplificandone i diversi aspetti con immagini e lavori fotografici al fine di stimolare la riflessione personale e lo sviluppo di idee creative. Il nostro tutoraggio avviene sia individualmente quando i partecipanti ci chiedono un intervento specifico, sia in gruppo sottoforma di lettura portfolio , supportando e incoraggiando quando necessario . Un aspetto importante dei nostri incontri è la sollecitazione alla condivisione di interventi critici ed opinioni anche da parte dei partecipanti sui lavori che di volta in volta vengono proposti, questo permette sia agli autori che a noi di avere dei feedback allargati sull’efficacia delle proposte.
I lavori che presentiamo in anteprima sono un esempio di come a livello di idee e di realizzazione siano differenti le possibili declinazioni del tema e di come la condivisione offra spunti sempre nuovi di approfondimento e sviluppo creativo.
Monica Pelizzetti
Barbara Balestra
Era una brava persona
Era una brava persona, salutava sempre. Spesso si sente dire così anche di persone dalla vita terrena non irreprensibile. Siamo tutti uguali di fronte alla morte, anche a coloro che in vita non hanno condotto una vita integerrima. La morte è un tabù e lo diventa ancora di più riguardo a chi non ha avuto una vita onesta, viene calato un velo e si teme a dire la verità, come se fosse sconveniente, davanti ad un morto si innalza un tabù di silenzio. In contrasto con questa luce acquisita rimangono però le ombre, delle ombre molto forti.
Il Brutalismo, corrente architettonica controversa, nasce nel primo dopoguerra e si sviluppa fino agli anni Settanta del Novecento, stile architettonico che si basa sulla funzionalità ed ha nel cemento armato (dal francese béton brut) a vista uno degli elementi di riconoscimento.
L’estensione del cimitero di Busto Arsizio (VA), ad opera dell’architetto Luigi Ciapparella (1971), è uno degli esempi meno noti del Brutalismo in Italia. È un complesso che si compone di una serie di blocchi giustapposti a formare un labirinto modulare che ripete i propri elementi in una continua alternanza di pieni e vuoti, luci e ombre.
Cecilia Telesca
IL TABU’ DELLE MESTRUAZIONI
In molte comunità il ciclo mestruale è un autentico tabù di cui non bisogna parlare, pertanto le ragazze sono impreparate quando affrontano il primo ciclo. Il cambiamento fisico e psicologico che implica questo fondamentale momento della vita di una ragazza dovrebbe essere sempre accompagnato da spiegazioni e supporto adeguati. Questo passaggio avviene in un momento delicato dell’età tra preadolescenza e adolescenza, l’infanzia che si sta per lasciare ed un mondo nuovo di sensazioni ed esperienze da scoprire e vivere. Un evento naturale e biologico se non preparato a livello psicologico può diventare invece un’esperienza molto traumatica. Non poter parlare del flusso mestruale, rende inoltre le donne e le ragazze giovani disinformate. Eventuali problemi al riguardo se apertamente affrontati con visite specialistiche potrebbero alleviare i sintomi dolorosi o l’endometriosi che è spesso causa di infertilità.
Gianpaolo Carnemolla
L’insolenza di R2D2
Pensiamo per un attimo alle riflessioni formulate dal filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman, deceduto nel 2017, in particolar modo nei suoi riferimenti a ciò che definisce società liquida: per l’autore la modernità è caratterizzata dalla crisi del concetto di comunità, che lascia spazio ad un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada, ma antagonista di ciascun altro, e che ha trasformato i suoi protagonisti. La critica di Bauman ci aiuta a spostare il nostro punto di vista e a cogliere la categoria resilienza come un prodotto di tutte le epoche. La resilienza, in una società che richiede individui efficaci ed efficienti ad ogni costo, sempre pronti a scartare l’ipotesi del pensiero, è riferita a individui di cui premiare la resistenza stoica e cieca, la resistenza ai fallimenti e alle avversità. La resilienza si manifesta come sintomo di tutte le culture che, in una qualche misura robotizzano le persone, e le premia quando i loro “antivirus” funzionano in modo rapido e possibilmente indolore. La resilienza chiede, in tutte le culture, di essere dei “Rocky” nella vita di tutti i giorni, dei buoni incassatori: chiede di essere individui che sanno prendere dolorosi pugni, restando in piedi.
Materiale, tecnica usata, titolo
Ho usato una vecchia serie di cartoline degli anni ’70, in bianco e nero, (pur avendo un’ampia scelta personale, non sono riuscito a toccare le foto dei miei antenati…). Il formato scelto è l’immagine quadrata per coerenza di taglio in quanto alcune immagini delle cartoline sono in verticale. Sono state aggiunti, con la tecnica del collage digitale, alcuni elementi che “robotizzano” l’individuo e lo stesso contesto in cui vivono i protagonisti delle cartoline: contadini, pastori, viandanti, persone comuni, mostrano parziali trasformazioni di occhi, braccia, volti: attraverso la “mutazione” si adattano e resistono alle difficoltà e alle avversità. Allo stesso modo, gli animali i paesaggi e persino il contesto casalingo, svelano, a loro volta, gli effetti di un cambiamento, che anticipa un futuro indefinibile. Per la genesi del titolo ho preso spunto dalla serie Star Wars. R2D2 è un piccolo robot/droide che è l’esempio cinematografico di una “resilienza” quasi irriverente: viene rappresentato nei prequel, nei sequel e in tutta la serie e riesce a sopravvivere a situazioni altamente drammatiche, mostrando grande spirito di adattamento. Il temine “insolenza” l’ho voluto riferire, oltre alla insolenza scenica che ha R2D2 nella serie, anche a quella impercettibile e indefinibile “aria” che hanno i personaggi delle foto..
Renzo Miglio
TOTEM / TABU’
Mattone su mattone costruiamo
Totem rivolti al cielo,
una città a molti Totem.
Da un muro romano, Totem,
ho estratto un fotogramma
Fotogramma realizzato per quei muri
dell’arte pieni di luce.
Con il successo la nostra fotografia
diventa il Totem personale.
Col tempo ogni Totem ,ha il suo tempo,
trascorso decade …
… rimane solo un ricordo,
iniziamo la ricerca di un altro fotogramma.
Ispirato ad un TABU’ della fotografia,
che può trasformarsi e diventare,
in chiave ironica, una Metafora.