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TOTEM e TABU’_ Elaborazione del Concept_14 – a cura di Anna Serrato e Francesca Sciarra LAB Di Cult FIAF 163.

LAB Di Cult FIAF

Il nostro gruppo di lavoro è ancora impegnato nella realizzazione dei singoli progetti fotografici, ed in questa sede vorremmo offrire una panoramica dei diversi temi affrontati.

Denominatore comune di molti dei nostri lavori è il CORPO UMANO come status identitario, insieme al senso di appartenenza o, viceversa, di esclusione.

Il corpo subisce gli effetti della nutrizione, delle condizioni di salute e dell’invecchiamento, elementi che ne influenzano le capacità e le funzioni nel tempo. Nel corpo si genera una tensione tra l’identità e l’immagine, tra la volontà di mostrarsi agli altri e quella di essere fedeli a sé stessi. È un simbolo di bellezza e di armonia, ma anche di conflitto e di sofferenza. È il luogo dove si manifestano i nostri totem e i nostri tabù, i nostri desideri e le nostre paure, un luogo per eccellenza di incontro e di conflitto, di crescita e metamorfosi, opera d’arte in continua trasformazione.

I TATUAGGI sono le tracce di una storia personale che si modifica con il passare degli anni, ma anche una forma d’arte antica e moderna che riveste molteplici significati e funzioni nella nostra società. Per alcuni, è un totem, un simbolo sacro che rappresenta la propria storia, i valori o le credenze personali. Altri lo vedono come un tabù, una trasgressione che li rende diversi o emarginati dagli altri. Queste due visioni contrastanti influenzano le scelte di chi decide di tatuarsi: alcuni preferiscono nascondere o eliminare i loro tatuaggi per evitare discriminazioni o pregiudizi, mentre altri li mostrano con fierezza come testimonianza della propria personalità. Il tatuaggio, oggi, è un modo per comunicare qualcosa di sé, per affermare la propria individualità attraverso il corpo e la pelle.

Analogamente, il CIBO ha un forte significato simbolico e culturale nella società moderna. Può essere fonte di piacere e di appartenenza, ma anche di disagio e discriminazione. Il cibo può diventare un oggetto di ossessione e conflitto, sia a livello individuale che collettivo. I disturbi alimentari sono manifestazioni di un malessere psichico che coinvolge il rapporto con il cibo e con il proprio corpo. È emblematico di come la nostra società sia contraddittoria e ambigua: da una parte, siamo bombardati da messaggi e immagini che celebrano e magnificano il cibo; dall’altra, siamo sottoposti a norme e consigli che ci indicano come alimentarci correttamente. Questa tensione tra il bisogno di soddisfare e il dovere di controllare è una sfida che molti affrontano quotidianamente.

Sempre a che vedere con il corpo e l’identità, femminile questa volta, è la MENOPAUSA, fase naturale della vita di ogni donna. Fase che spesso, però, viene vissuta con vergogna, imbarazzo o paura. Molte donne non si sentono a proprio agio a parlare della menopausa per timore di essere giudicate, discriminate e isolate. Questo atteggiamento contribuisce a creare un tabù intorno alla menopausa, che impedisce alle donne di informarsi, confrontarsi e ricevere il supporto adeguato. La menopausa non è una malattia, ma un cambiamento fisiologico che comporta delle sfide e delle opportunità: sfidare il tabù può aiutare a vivere questa fase con più serenità, consapevolezza e fiducia in sé stesse.

La DEPRESSIONE femminile è un fenomeno alquanto diffuso e può avere un impatto significativo sulla vita delle persone coinvolte. Anche qui siamo di fronte ad un tabù che discrimina e isola. La fotografia, come qualunque altra forma di espressione creativa, può essere una strada da percorrere per concretizzare attraverso le immagini le proprie paure e le proprie emozioni. Alcuni fotografi hanno utilizzato la fotografia come forma di arte-terapia per tradurre in immagini i sentimenti e le emozioni legate a questa condizione. L’arte intesa come totem

La MATERNITÀ è una prerogativa del corpo femminile, oltre che una condizione sociale con cui abbiamo a che fare da secoli: la madre è dunque una sorta di totem culturale. Ma nelle famiglie odierne può avvenire che vi siano due donne, due madri: siamo all’interno delle cosiddette famiglie arcobaleno che rappresentano una novità nella nostra cultura patriarcale. Quando questo diritto alla maternità non è adeguatamente riconosciuto e tutelato, quando a due donne è negata la maternità, siamo di fronte ad un moderno tabù.

La DISABILITÀ FISICA è una realtà che coinvolge molte persone nel nostro contesto sociale, ma che spesso non riceve la giusta attenzione o valorizzazione. Il canone estetico e la performance fisica sembrano essere i riferimenti da seguire nella nostra società, dei totem profondamente radicati, mentre chi vive delle situazioni di difficoltà o di diversità viene escluso o trascurato. Il tabù della diversità fisica esiste ancora oggi ed è spesso motivo di disagio in chi non ha mai avuto a che fare con questa condizione.

La MORTE è un tema complesso e profondo, che attraversa le epoche e le culture. In passato faceva parte della vita quotidiana, e i bambini crescevano a contatto con essa. Nella società moderna la morte sembra essere nascosta e negata, è diventata un argomento di cattivo gusto, simile al modo in cui il sesso era tabù nell’epoca vittoriana. E questo avviene mentre siamo bombardati da immagini di violenza mediatica. Questo paradosso riflette la nostra ambivalenza nei confronti della mortalità, la sua esposizione sembra essere un tentativo di esorcizzarla dalle nostre vite: “non ci si pensa, finché non sarà”.

Il tema della violenza e della morte torna anche quando si parla di disastri ambientali. Si tratta di una forma di violenza così enorme, inflitta simultaneamente ad antiche culture, vite attuali e future, che non esiste ancora una parola in grado di contenere tutta la sua mostruosità.

Intimamente legato tema del corpo, è il dualismo ESSERE/APPARIRE, due concetti che hanno una grande influenza sul nostro modo di vivere e di creare relazioni, tanto da poter essere complementari o contraddittori nella società contemporanea.

“Essere” è riferito alla nostra identità e ai nostri valori, ci permette di essere autentici e soddisfatti di noi stessi. L’essere implica una coerenza tra ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo. Implica anche una fiducia in sé stessi e una capacità di esprimere la propria individualità. Tuttavia, l’essere può essere ostacolato da vari fattori, come la paura del giudizio, la pressione sociale o la mancanza di auto-consapevolezza.

“Apparire” è legato alla nostra immagine e alla nostra reputazione. L’apparire implica una cura del proprio aspetto e del proprio comportamento. Implica anche una capacità di adattarsi alle situazioni e alle aspettative altrui. L’apparire ci permette di essere accettati e apprezzati dagli altri. Tuttavia può essere manipolato da vari fattori, come il desiderio di piacere, il conformismo o la falsità.

Ma in una società che ha sostituito l’Essere con l’Apparire, la sostanza con la forma, è sempre più difficile essere presenti nel tempo attuale, esserci qui e ora, così come siamo. L’iperconnessione tecnologica, la dipendenza dai cellulari, la ricerca di una continua comunicazione e del riconoscimento della collettività, ci allontanano fisicamente e ci ritroviamo isole di solitudine, disposti solo a “navigare” in un indefinito altrove, privi del nostro “stare insieme” reale.

 

Quando una società elegge dei totem di riferimento per radicare la propria identità, allo stesso tempo ha la necessità di contenere la stessa mediante dei tabù che ne garantiscano la sopravvivenza. Tabù invalicabili, in coerenza con l’eterna ambivalenza emotiva dell’essere umano, diviso tra l’esigenza di proiettare sé stesso in oggetti o soggetti “sacri” per sentirsi membro di una società e la necessità di porre dei limiti inviolabili che rappresentino la legge del gruppo.

 

I coordinatori del LAB Di Cult 163 FIAF

Anna Serrato e Francesca Sciarra

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