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MEMORIE_Elaborazione del Concept_02 – a cura di Marco Fantechi

LAB Di Cult FIAF- MEMORIE

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Un commento

  1. Ringrazio per la pubblicazione del mio contributo nello spazio di Agorà Di Cult. Come tutti gli anni la tematica scelta per il Laboratorio è molto interessante e apre a varie possibili riflessioni e approfondimenti. Così di presentazione in presentazione il materiale su cui lavorare si arricchisce. In particolare è stimolante indagare gli ambiti in cui l’idea di memoria si può coniugare al futuro.

    Con Lia Mucciarini, che ha proposto la lettura dell’interessante saggio di Massimo Recalcati “La luce delle stelle morte” (Ed. Feltrinelli, Milano, 2022), abbiamo raccolto alcune riflessioni liberamente tratte dal testo.
    Il saggio di Recalcati, dopo aver approfondito il lutto e la sua elaborazione, nella seconda parte affronta i vari possibili aspetti della nostalgia e i tipi di memoria fino a riflettere sulla “memoria del futuro”.

    Jean-Paul Sartre considerava gli esseri umani come viaggiatori con un biglietto di sola andata, i ricordi hanno la natura del ritorno, ma non c’è nessun tempo e nessun luogo a cui ritornare perché niente sarà più come è stato.
    Però, in “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust, troviamo il celebre episodio della “madeleine” che, inzuppata nel tè al tiglio, è sufficiente per illuminare i pensieri del protagonista al quale si spalanca un mondo nuovo e antico insieme. In questo caso il ritorno del passato non porta dolore, ma ridona alla vita un senso nuovo, la memoria può riaprire la vita ad un nuovo splendore.
    Questo tipo di memoria fa pensare al risplendere delle stelle, noi ne osserviamo la loro luce con emozione, ma gli scienziati ci insegnano che quei bagliori provengono da distanze di migliaia di anni luce e probabilmente sono stati generati da stelle che ormai non esistono più.
    Anche tutte le opere che costituiscono la storia dell’arte sono come luci di stelle che non esistono più, e ogni fotografia non è forse la registrazione della luce di un qualcosa che è esistito, ma ormai assente?
    Quindi si può pensare a quello che è stato non solo come ad un cimitero di ricordi e spettri del passato, ma un tempo che possiamo riattivare e che può assumere forme e significati diversi a partire da come viene riletto nel presente.
    Concepire la memoria al futuro significa ripensarla in una forma nuova, non più la ricerca di un improbabile ritorno, né la constatazione di una assenza, ma una rivisitazione del passato, un incontro che ci sprona a vivere con ancora più vita.
    Nella visione di una fotografia o di una serie di immagini sono i dettagli che, pur appartenendo al passato, portano in sé una domanda che di volta in volta si rinnova.
    Il dettaglio è come il punctum ne “La camera chiara” di Roland Barthes, polarizza, ravviva e rende eterna la nostra percezione delle cose.

    Grazie per l’attenzione.
    Marco

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