MEMORIE_Elaborazione del Concept_06 – a cura del Team Di Cult
Laboratori Di Cult FIAF - MEMORIE
A differenza di quelli che sembrano più difficili, “MEMORIE” è un tema universale che al primo sguardo tutti pensano di conoscere e hanno l’impressione di poter scoprire agevolmente il “tema personale” che lo svolge.
Ma il sottotitolo “Ciò che è stato, ciò che resta, ciò che resterà” apre, sul filo del tempo, una riflessione da condurre e pone la necessità di entrare tra le pieghe di questo ampio complesso di stati di cose e sentimenti per trovare le ragioni di un “tema personale” che vada oltre gli stereotipi della prima impressione e offra un percorso di profondità.
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Memorie ha le radici nel tempo esistenziale.
E’ importante capire che il senso del tempo nasce dall’incessante azione dei cicli naturali: il battito del cuore, il giorno e la notte, le stagioni, gli anni.
La vita si dilata nel flusso continuo della triade – Passato, presente, futuro – il presente lentamente si cristallizza nel passato… mentre abbozza il futuro.
Il Tempo si presenta nella sua natura di ente inarrestabile e universale: per scorrere 5 minuti della nostra vita, devono trascorre 5 minuti in tutto l’Universo.
Nella vita interiore ci accorgiamo che a volte i tempi ci sembrano brevissimi e altre eterni, a dispetto dell’orologio che presenta sempre la regolarità dello stesso passo.
Comprendiamo allora che Memorie è animata da due tipi di tempo: Il “tempo misurato” e il “tempo vissuto”.
Il tempo misurato, chiamato dai greci Chrònos, è quello misurato dall’ombra di una meridiana, dello scorrere della sabbia di una clessidra e poi dalle lancette dell’orologio. E’ il tempo della storia, della tecnica e della produttività che misura il ritmo dell’attività umana. Chrònos è il tempo collettivo, uguale per tutti, che genera la Memoria e che si avvale dell’oggettività del reperto.
Il tempo vissuto, chiamato Kairòs, è dato dalla percezione soggettiva dello scorrere del tempo perché è quello delle emozioni che lasciano in ognuno solchi nella coscienza. Kairòs è il tempo individuale che nasce dalla sensibilità soggettiva e genera il Ricordo .
Il presente è quella finestrella stretta che flussa tra passato e futuro, nella quale possiamo agire nella nostra vita con libertà, responsabilità, coscienza, progettualità. Il presente ci permette d’appropriarci dell’istante e di apprezzare il momentaneo. Nel presente possiamo provare la consapevolezza e il piacere del “tempo vissuto”.
Memorie impone di rappresentare un’assenza.
Il tempo ci separa dal contatto diretto con gli eventi e cercare nel passato si presenta il problema di relazionarci con l’assenza, non in termini teorici, ma l’assenza di un determinato soggetto.
Il soggetto può essere materiale o immateriale:
– Se materiale troveremo “il ritorno del morto” nelle: rovine, macerie, documenti, foto, oggetti, cicatrici, ecc.; quindi nella Memoria storica, del tempo Chrònos.
– Se immateriale invece avremo “il ritorno del fantasma” nel tentare di portare alla mente: narrazioni, visioni, gioie, paure, sentimenti, pregiudizi, mentalità, ecc.; daremo forma concreta al nostro Ricordo, del tempo Kairòs.
Il soggetto può avere contenuti pubblici o privati e di conseguenza appartenere o alla “Memoria collettiva” o alla “Memoria individuale”.
Le potenzialità creative di “Memorie” nello stimolare il “tema personale”.
-L’atto della “Memoria” ci pone alla ricerca dei dati oggettivi che portano a conoscere gli elementi pubblici e privati che configurano un determinato soggetto.
-L’atto del Ricordo emerge dal nostro vissuto, conscio e inconscio, e può esprimersi con diverse finalità tra le quali: il rivivere il passato, l’elaborare il passato.
- Rivivere il passato, magari con l’ausilio di foto, ci permette di tornare in un momento ormai lontano per capire oltre quell’immediata, e spesso superficiale, percezione che abbiamo nel vivere l’istante della vita.
- Elaborare il passato è un passo ulteriore, volto a riconsiderare il senso di un momento del nostro vissuto visto nel contesto di tutta la nostra vita.
-Il dramma della perdita della memoria. Data l’importanza che l’esercizio della memoria ha nella nostra vita individuale o collettiva, è possibile comprendere il dramma vissuto da chi perde la memoria.
L’innesco
-Il processo mnemonico si avvia, in noi, grazie a un innesco che può avere diverse nature, come: il Reperto, l’Emozione, la Coscienza.
Il Reperto ci parla con il “Legame storico” che esso intrattiene con una realtà ormai lontana, è un legame che troviamo anche nel fascino del genere fotografico dell’Urbex verso edifici abbandonati o trovando tra gli oggetti del mercatino dell’usato quell’oggetto che ci ricorda il passato.
L’Emozione ci tocca intimamente col “Legame sentimentale” che improvvisamente proviamo nel percepire parole, musiche, odori, immagini, luoghi, Nomi… che accendono in noi il Ricordo.
La Coscienza invece si manifesta in noi col “Legame morale” che, tornando con la mente nell’esperienza sofferta, muove il ravvedimento, il rimpianto, il desiderio di riscatto, il senso di giustizia, ecc. per correggere una posizione individuale o collettiva verso eventi dolorosi.
Le fotografie in particolare sono oggetti di grande potenza evocativa che possono sollecitare tutti e tre i legami.
-Un’opera non necessariamente deve svolgersi nella finestra temporale dell’attuale presente che la rende Cronaca. Essa può avvalersi della finzione e svolgersi nel passato diventando Rievocazione o nel futuro come narrazione avveneristica.
L’attore
L’Attore dell’opera non necessariamente deve essere l’autore stesso, nella sua persona o nel suo mondo, diventando introspettiva; può invece entrare nel mondo dell’Altro con spirito di ricerca profonda.
Anche lo stato d’animo col quale si approccia il tema dato ha degli effetti importanti sull’opera:
– Di certo l’età dell’autore darà una forte caratterizzazione all’elaborazione, perché tra il giovane e l’anziano cambia in modo speculare il rapporto col passato e il futuro: nel giovane il futuro è infinito e il passato è quello degli altri, nell’anziano è sconfinato il passato mentre il futuro è degli altri.
-Anche lo stato interiore di rapporto col mondo, ha un’importante influenza perché è diversa la visione di chi è sereno verso la vita nella sua logica generazionale e chi viceversa vive un rapporto conflittuale.
-Altra condizione è quella dell’alienazione della modernità, perché produce la percezione di vivere in un eterno presente dove il passato è scomparso e il futuro non esiste.
Ciò che resterà
“Ciò che resterà” muove in noi la responsabilità verso il futuro e genera un senso di impotenza espressiva perché è una tematica immateriale che deve ancora avvenire ma che sappiamo anche di essere noi i suoi costruttori. Ma come rapportarci col futuro?
Il futuro agisce in noi elaborando il nostro immaginario personale o collettivo che ci induce a sentire presagi, timori ma anche speranze, progettualità.
Di certo il futuro prossimo è già tra noi! Quando ci immergiamo in architetture modernissime sentiamo odore di futuro, quando proviamo quello stato d’animo misto di spaesamento e stupore che ci coglie nel constatare che vivere in questi Nonluoghi impone una discontinuità, tra quel che conosciamo a cui apparteniamo e l’ignoto che abbiamo di fronte e ci chiede un misterioso mutamento profondo del nostro rapporto intimo con la realtà.
Questa elaborazione generale del “tema dato” “Memorie” non ha l’ambizione di essere esaustiva ma vuole semplicemente essere uno stimolo per portare alla mente suoi aspetti generali, sperando che almeno uno di loro promuova nel lettore la necessità di realizzare la sua opera fotografica.
Silvano Bicocchi
Team Di Cult FIAF