“ITAca – Storie d’Italia”
16 e 17/06/2012, “ITAca – Storie d’Italia” al CIFA (Centro Italiano della Fotografia d’Autore) Bibbiena (AR).
Come dal programma in Agenda, dal 16 e 17/06/2012 si è svolta l’inaugurazione della mostra del Progetto fotografico FIAF “ITACA” e “ITAca – Storie d’Itala” al CIFA (Centro Italiano della Fotografia d’Autore) di Bibbiena (AR).
il cui programma lo trovate al link seguente:
http://www.centrofotografia.org/
L’azione del Dipartimento Cultura all’interno della manifestazione ha collaborato alle seguente attività:
– La visione dei portfolio dei partecipanti agli workshop di Giovanni Marrozzini.
La tenda del CIFA ha accolto oltre 300 persone entusiaste che hanno accolto gli autori con enorme calore umano.
I protagonisti di sabato pomeriggio sono stati il fotografo Giovanni Marrozzini e il giovane scrittore Matteo Fulimeni che insieme hanno presentato il loro libro di fotografie e racconti coralmente uniti nell‘interpretare i medesimi temi con i differenti rispettivi linguaggi.
Il taglio del nastro è avvenuto in un clima di grande emozione collettiva che rapidamente ha riempito gli spazi del CIFA per prendere visione della imponente mostra fotografica di Giovanni Marrozzini.
Roberto Rossi Vice Presidente della FIAF è stato il terzo protagonista del Progetto ITAca, egli lo ha reso possibile risolvendo i grandi problemi organizzativi e logistici che un progetto di questa levatura pone.
Dopo la visone della mostra i partecipanti hanno preso visione dei due libri editi come risultato del Progetto:
– “ITACA” di Giovanni Marrozzini e Matteo Fulimeni.
– “ITAca storie d’Italia” dei selezionati tra i partecipanti agli workshop condotti in tutta la penisola dal Marrozzini.
Due volumi destinati a lasciare un segno importante nella fotografia contemporanea italiana.
La serata è stata allietata da una cena conviviale sotto la tenda del CIFA.
La domenica mattina, dalle 10,00 alle 13,00, è stata dedicata agli autori che hanno presentato i portfolio per la selezione finale. Alla presenza di un centinaio di appassionati fotografi e di un nutrito gruppo di tutor che hanno operato al loro fianco, sono state visionate e lette con metodo strutturale e semantico 33 opere estraendo a sorte i nomi degli autori dato che il tempo a disposizione purtroppo non ha consentito di visionarle tutte.
L’attività della mattinata è stata dedicata agli autori dei portfolio sia ammessi che no, i quali hanno avuto modo di presentare le proprie opere e contribuire ai contenuti del forte momento di elaborazione collettiva.
Come sempre spetta ai partecipanti contribuire con i loro commenti a dare la rappresentazione completa dell’attività evidenziando i pregi e carenze.
La prossima attività in Agenda è 06, 07 e 08/07/2012, Sestri Levante – durante il portfolio “Una penisola di luce” con modalità “Face to Face”.
http://www.associazionecarpediem.org/penisola_di_luce.html
L’elenco dei partecipanti iscritti del Dipartimento Cultura li trovate elencati nell’Agenda di Agorà Di Cult. Chi ha la possibilità di partecipare non perda l’occasione.
Silvano Bicocchi
Direttore del Dipartimento Cultura
Nonantola, 17/06/2012
Divertenti, appasionanti, istruttivi: cosa si può pretendere di più da due giorni di Fotografia?
… che durassero una settimana per approfondire.
Nelle giornate della manifestazione “ITAca – Storie d’Italia” avendo in mente la visione dello svolgimento dell’evento, vi ho pensato più volte.
Non ho telefonato.
Ora scrivo e sono molto contento, leggere e vedere le immagini di giornate fotografiche così importanti.
Bravi tutti.
Bruno Colalongo
Delegato FIAF Abruzzo
Sarebbe molto importante elaborare l’intensa esperienza collettiva vissuta a Bibbiena il sabato e la domenica appena trascorsi. La fotografia quando diventa: pausa riflessiva del nostro concitato vivere, oppure incontro accorato tra persone di diverse età e di disparate provenienze, o ancora linguaggio personale per raccontare, confidare o manifestare in forme anche estreme se stessi; allora mostra il suo volto vero, terribilmente serio, che è poi quello dell’umanità contemporanea alla ricerca faticosa di se stessa!
Tante sono le domande poste dal condividere in massa l’espressione fotografica, una su tutte: dobbiamo celebrare l’elite (dando proprità alla pubblicazione dell’opera)o dobbiamo promuovere un movimento culturale votato alla crescita di molte persone? A Itaca, in varie modalità, si è percorso la seconda strada, la quale, per le leggi dell’economia, penalizza sulla carta stampata la visione dell’opera in favore della visibilità della moltitudine degli autori. Io sono in favore di questa impostazione perchè in molti appassionati abbiano la possibilità di iniziare il proprio percorso pubblico, che inevitabilmente inizierà con una leggera presenza e che potrà nel tempo diventare sempre più importante fino ad imporsi nelle mostre e sulla carta stampata una volta raggiunto un edeguato valore della propria opera. A Bibbiena abbiamo celebrato sia gli autori che hanno raggiunto alte mete del proprio percorso e sia quelli che hanno avviato i percorsi che sono certo ne trarranno l’incoraggiamento per proseguire la propria ricerca personale. I numeri della partecipazione a questa inaugurazione ritengo siano eloquenti nel premiare nettamente la scelta di questo modello culturale, perseguito da Giovanni Marrozzini e dalla FIAF attraverso il CIFA, che offre a tutti una possibilità di crescita. Come già detto domenica mattina Agorà Di Cult è il luogo virtuale per colmare i limiti economici imposti dagli spazi espositivi e dalla carta stampata, chi vorrà rendere pubblica integralmente la propira opera troverà, nella programmazione di Agorà Di Cult, questa possibilità.
Io ho partecipato al workshop ma non sono potuta andare a bibbiena, anche se con il cuore ero con voi. Itaca è stato, a mio parere, uno dei progetti più belli della Fiaf a cui abbia partecipato, vuoi per l’approccio intenso di giovanni, per il weekend no stop senza pause di nessun tipo, per il lavorare così tanto ad un progetto comune ma anche personale, però devo ammettere che a distanza di mesi mi accorgo che qualcosa si è smosso dentro di me.
Concordo con l’idea di Silvano e in generale della FIAF di dare spazio a tutti, sopratutto in questi progetti corali: diversamente Portfolio Italia lo vedo giustamente più orientato al singolo.
Devo però osservare che alcuni lavori presentati in forma “sintetica” in mostra e nella pubblicazione, possono cambiare completamente senso (in termini di percezione) rispetto all’originale, come ho avuto modo di vedetre domenica mattina.
Dovrò quindi cercare di farmi spiegare perché alcuni lavori con immagini “ripetitive” (comprendete il senso) sono stati inseriti completamente, altri con immagini “diverse” sono stati sintetizzati.
Ho inserito questo secondo intervento di Consolaro, in deroga al Regolamento, perchè il primo brevissimo evidentemente è stato frutto di una reazione emozionale e questo che invece espone una domanda non mi sembrava carino cassarlo, anche se tutto sommato poteva essere molto comodo per me.
Caro Stefano la tua domanda non si porrebbe se si fosse tenuta la percentuale di ammissioni che di solito si tiene nei Concorsi, cioè del 10% dei partecipanti, perchè tutti i lavori ammessi sarebbero stati pubblicati interamente e non avresti mai visto quali altri lavori erano presenti nella selezione.
Sulla scelta della giuria evidentemente occorre tenere sempre conto che in essa c’è sempre una variabile soggettiva legata alla sua composizione di giurati, quindi un’altra giuria avrebbe potuto fare scelte differenti (ma questo è di tutte le giurie).
Il giudizio di valore di un’opera non è argomento che si possa tratare in un blog e quindi si potrà riaccendere in seminari dedicati.
Penso che si deve riflettere molto sul significato di questa scelta di politica culturale coinvolgente il massimo numero di autori che tra l’altro è anche alla base del Dipartimento Cultura interpretato secondo la mia personale visione.
Senza questa visione dei percorsi aperti a tutti non esisterebbe Agorà Di Cult e quindi nemmeno questo piacevole scambio di opinioni.
Un altro grande progetto di cui la Fiaf può dirsi orgogliosa per averci creduto e di averlo supportato.
Tante storie, cariche di pathos, descritte da uno straordinario fotografo e da un altrettanto bravo e giovane scrittore di cui sentiremo ancora molto parlare.
Storie raccontate, spesso sussurrate, con il linguaggio “passionale” e moderno di Giovanni Marrozzini amalgamate alla penna di Matteo Fulimeni e unite ai lavori di oltre 200 partecipanti al progetto, compongono una straordinaria raccolta di storie dove ognuno può riconoscersi per “ritrovare” la propria ITAca.
Sabato ero all’inaugurazione della mostra e, insieme ai tanti amici provenienti da ogni parte d’Italia, ho notato tanti volti nuovi, tantissimi giovani, questo è un motivo in più per dire… “questa è la nostra strada, quella giusta… proseguiamo!”.
Pino Valgimigli
COMPLIMENTI A TUTTI!!!
Ciao
Pippo Fichera
Credo sia giusto e importante al termine di ogni manifestazione che vuol festeggiare la realizzazione di un progetto importante fare bilanci, esaltare tutto il positivo e rilevare le eventuali piccole incrinature. Tutto questo è indispensabile per far sempre meglio.
E’ normale che quando i progetti coinvolgono tante persone ci sia qualche differenza sulle valutazioni. Magari per moltissimi la scelta di privilegiare la visibilità di tanti autori è stata valutata con consenso mentre a qualche altro può essere sembrata penalizzante per la lettura delle opere.
Spero che questi ultimi sappiano approfittare dell’occasione di questo blog di Agorà e dell’invito che il nostro direttore Silvano Bicocchi ci ha fatto ripetutamente domenica mattina, per proporre a tutti la loro opera intera. Sarà una gioia poterli apprezzare nella pienezza e commentarli.
Resta comunque al di là di questo la certezza che ITAca è stato un percorso fantastico per quello che ci ha regalato in emozioni, condivisione, scambio costruttivo e quindi crescita fotografica e umana.
Credo che la formula giusta sia quella che ci ha suggerito Giovanni Marozzini: facciamo tutto “Con Passione”, diventeremmo anche più positivi.
Orietta Bay
Come sempre, l’organizzazione FIAF in occasione dei grandi eventi ci ha regalato ancora giornate con un “bagno” di cordiale passione fotografica che continua ad unire questa magnifica Federazione.
Complimenti a tutti, e un grandissimo Giovanni Marrozzini , con la sua Mostra, ed una mattinata di lettura dei Portfolio degli autori condotta con una discrezione impeccabile da Silvano e dai Tutors di Itaca hanno completato al massimo le aspettative per potere ancora crescere… Lugo
Comunico un dato che non è appariscente dal numero dei commenti che animano questo Post: nella giornata di ieri abbiamo avuto 4.141 di accessi al blog contro i circa 600 della media giornaliera.
Questo dà la misura dell’importanza che ITACA ha suscitato nel mondo della fotografia italiana.
Approfitto per rispondere a Mauro Conti che fatica trovare il senso di lavorare a un progetto dall’inizio alla fine per poi doversi accontentare. Giustamente Orietta Bay ha sottolineato l’importanza di fare tutto “con passione” ed è proprio da questo punto di vista che va vissuto il Volontariato culturale, sia da chi lo pratica ma anche da chi ne usufruisce i servizi come nel caso di Mauro.
Non conosco passioni che si esercitano perchè hanno un senso, cioè rispondono a un calcolo di convenienza. Le passioni si vivono per necessità interiore ed ognuno ha la propria. Un mondo non animato da passioni è un mondo freddo senza un futuro, perchè c’è sempre il momento in cui il dono irragionevole risolve i problemi che il senso logico di un calcolo di convenienza non saprebbe mai risolvere.
E’ proprio per la passione che anima ognuno di noi che a volte non si capiscono determinati passaggi. Non è questione di convenienza, ma proprio di sapere il perchè di alcune “decisioni” che a me risultano assai bizzarre. Forse non sono abbastanza passionale, sicuramente non sono deluso di tutta l’avventura, ed il risultato che ho ottenuto mi appaga più di qualsiasi riconoscimento.
Tuttavia alcune spiegazioni continuano a lasciarmi perplesso…
Mauro Conti
Ho vissuto in prima persona sia il progetto ITACA che l’ allestimento della GRANDE MOSTRA di Giovanni, che tra l’altro proprio oggi è anche stato intervistato su ISORADIO 103,3 dalla RAI, insieme a Matteo.
La passione che trasmette Giovanni durante i suoi workshop è un esempio da seguire anche se non è facile, ti coinvolge totalmente e allo stesso tempo ti trovi a tuo agio come a fare una passeggiata con un amico di sempre.
La FIAF ha creduto fin dall’ inizio in questo progetto e la grande partecipazione dei fotoamatori gli ha dato ragione.
Desidero ringraziare tutte le persone della macchina organizzativa dell’evento ITAca e del 16-17 giugno al CIFA di Bibbiena. Quando ho ricevuto la comunicazione che il mio portfolio era stato selezionato ero felice che il mio primo lavoro di questo tipo (racconto fotografico), fosse stato apprezzato da una giuria competente all’interno di un evento nazionale. Per questo devo ringraziare Giovanni Marrozzini per avermi trasmesso la passione di raccontare una Storia e Orietta Bay che mi ha sostenuto e ha creduto alla realizzazione del mio lavoro. Detto ciò non posso non sottolineare la mia perplessità/delusione quando ho trovato in mostra solo una piccola parte del mio progetto e ancora meno nel volume, con il risultato che il mio lavoro visibile a tutti era stato talmente accorciato da perdere le peculiarità del racconto, richieste peraltro dallo spirito del progetto ITAca, e per le quali mi ero impegnata con risultati che mi hanno dato molta soddisfazione. Poi ho visto che anche su altri lavori costruiti in modo più complesso e anche più validi del mio, erano state fatte delle scelte di editing non conformi all’impostazione voluta dagli autori. Le spiegazioni in proposito date a Bibbiena e in questa sede sono comprensibili e coerenti a un meccanismo, anche di bisiness, che c’è dietro questi eventi, possibili peraltro grazie alla passione di tanti fotografi che desiderano migliorarsi. Credo che per alcuni autori vedere, anche solo in parte il proprio lavoro in mostra e pubblicato, sia stato motivo di soddisfazione, raggiungendo così lo scopo delle scelte di selezione. Personalmente non mi sento accontentata, sarebbe stato più didattico e stimolante se la giuria avesse valutato il mio lavoro non meritevole della completa visibilità escludendomi dalla selezione spiegandomi soprattutto le criticità (nell’ottica di una crescita). Non concordo sulla decisione di ridurre il lavoro a poche foto valutate meritevoli, applicando un criterio più da concorso fotografico per singoli scatti che da “narrazione fotografica” valutabile, a mio parere, solo nella sua interezza. Da parte della giuria sarebbe stato più corretto comunicare agli autori coinvolti l’intenzione di selezionare i propri lavori (meritevoli per varie ragioni) ma riservandogli uno spazio inferiore. Chiedendo agli stessi di effettuare l’eventuale sequenza degli scatti, i lavori avrebbero conservato inalterato l’intento dell’autore e si sarebbero evitate inevitabili delusioni.
Nel complesso l’esperienza è stata molto importante per capire che la Passione è alla base di un risultato che deve gratificare prima di tutto noi. Questo è un punto di partenza!
Licia Usai
Mi ricordo la mia prima lettura portfolio “settembre 2004” Portfolio in Piazza- Savignano sul Rubicone. Mi fù consigliato da una ragazza conosciuta pochi giorni prima a San Marino. Lessi il regolamento…Portfolio: cioe?boh!portare al massimo 35 fotografie…ah ecco!
Avevo lavorato per ben due anni in Africa e credevo (visti gli enormi sacrifici fatti), anzi, ero convinto di avere delle fotografie bellissime, troppo importanti, esageratamente belle.
Iniziarono le prime letture. Lo sconforto prese il sopravvento su tutto. Iniziarono a togliermi immagini su immagini, su immagini. A Napoli direbbero “pezzi ‘e core”.
Su 35 ne rimasero appena 11 di cui sconsigliate (se non ricordo male) 5-6.
Non ci capivo più nulla. Come era possibile? Tutti quei sacrifici? e, soprattutto, la mia storia? Il mio editing? dov’era finita la mia storia?Mi sembrava/era una storia chiara, lucida, ragionevole.
Credevo di aver parlato abbastanza alle mie fotografie (figli), e trovato con loro un accordo. Tutti e 36 eravamo daccordo. I miei “figli” appena nati già sapevano parlare da soli, e solo dopo un pò di tempo capìì che quello che dicevano a me non erano gli stessi discorsi che facevano agli altri. Maleducati? forse.
Mia moglie, durante il viaggio di ritorno mi disse:
“dai non tenere il muso, sai fare un sacco di cose…non sei costretto a fare per forza il fotografo”.
Quel giorno che le fatalità vollero coincidesse con il mio 33esimo compleanno è stato il mio “punto di partenza”.
Oggi, dopo 8 anni ringrazio tutti coloro che mi hanno dato fiducia, soprattutto i partecipanti a questo lungo lungo viaggio. Invito tutti a postare i loro lavori completi su questo spazio, e ascoltare assieme le tante chiavi di lettura e le differenti voci dei vostri “figli”.
Ho lavorato un anno per portare a termine il mio progetto, tra indecisioni e perplessità, soddisfazioni e delusioni, ho imparato molto di me e del mondo che mi stà attorno, sono cresciuta e spero che questa crescita mi porti ad altre soddisfazioni. Anche il mio lavoro è stato esposto manacante di una parte che io ritenevo indispensabile ma ho pensato subito ad una chiave di lettura diversa ma comunque molto interessante, in fondo il titolo parlava da solo. Mi son venute in mente le parole di Giovanni quando diceva che una storia si può raccontare anche con una sola immagine nel vedere tanti lavori che crescevano piano piano sul sito e poi son stati tagliati, ma credo che anche questo serva a crescere.
Invierò al più presto “le mie figlie” perchè possano essere lette da tutti quelli che lo vorranno poichè , per mancanza di tempo, non è stato possibile farlo domenica mattina.
Le giornate di sabato e domenica scorsa sono state come una grande festa in famiglia…….complimenti all’organizzazione e spero di riuscire a tornare prima della fine della mostra per potermi immergere ancora nell’emozione di tante belle immagini.
Marisa
Ho avuto la fortuna di sentire parlare Giovanni Marozzini a bibbiena e subito mi era piaciuto come persona e fotografo così come mi sarebbe piaciuto partecipare ad itaca proprio per quello spirito di comunione/passione che lo ha animato.
non ho potuto ma poco importa perchè godrò dei risultati di chi ha partecipato a questo grande progetto attraverso il libro.
ho ben presenti i lavori di Roberto Biggio, Stefania Frabattista e di Pietro Guidugli che per affinità elettive sento molto e ho avuto la fortuna di vedere e mi sono piaciuti.
grazie a voi e grazie a tutti quelli che hanno partecipato.
confido in altre occasioni di comunione della passione che ci unisce.
Raffaella Castagnoli
Una iniziativa che mi ha emozionato. Delle storie raccontate con immagini e musicate con le parole, in un connubio dal risultato non scontato.
Spero che l’eco di questa esperienza saprà risuonare nella nostra anima e farci crescere come fotografi, ma soprattutto come persone.
Grazie a Giovanni e Matteo e alla famiglia allargata della FIAF che ha permesso che questa magia avesse inizio …
Andrea Moneti