La colonna sonora – Prima parte
L’articolo può essere stampato dal Notiziario n° 66/2014 – Back
di Angelo Chionna
Quante volte vi sarà capitato di sentir nominare le due parole “colonna sonora”, nella maggior parte dei casi sicuramente con un chiaro riferimento ad uno o ad un insieme di brani musicali. In realtà con il termine colonna sonora si vuole intendere tutto il contesto sonoro: rumori, dialoghi, effetti sonori e musica che accompagnano in sincronia una serie di immagini in movimento.
Senza dilungarci sulle origini del termine, cominceremo con il concentrare la nostra attenzione sulla sola parte musicale. Da sempre la musica si è dimostrata capace di agire sulla sfera emozionale dell’uomo riuscendo, con il suo potere evocativo, a dire molto più delle semplici parole. Lo sa bene chi si occupa di pubblicità, spettacolo e comunicazione in generale.
Analizziamo uno dei suoi utilizzi più comuni ed efficaci, la musica nel cinema. Quando il sonoro non era ancora realtà, la proiezione dei primi film muti era accompagnata generalmente da un pianista, che improvvisava sullo scorrere delle immagini, spesso citando melodie famose: era un modo per coprire il rumore del proiettore e, nel contempo, colmare l’assenza di dialoghi. L’apprezzamento per quel tipo di pratica, che attribuiva maggior effetto alla proiezione, favorì la scelta di nuove soluzioni musicali, sostituendo, nelle produzioni più importanti, la figura del pianista con una vera e propria orchestra.
Per il nostro fine vorrei proporvi l’analisi di un breve frammento tratto dal film “Luci della città” di Charlie Chaplin, in arte Charlot. La pellicola del 1931 conferma la volontà del suo autore di rimanere ancorato al cinema muto, sebbene il “sonoro” si fosse già imposto da tempo. Nella scena comica dell’incontro di boxe, Charlot affronta il suo avversario, nella speranza di vincere la somma di denaro in palio per donarla generosamente ad una fioraia cieca incontrata per caso che potrebbe recuperare la vista con una costosa operazione (http://www.dailymotion.com/video/x2skge_charlie-chaplin-boxing-from-city-li_fun).
La scena in questione, conduce lo spettatore in un susseguirsi di momenti emozionali che alternano comicità brillante a spazi melanconici, che la musica, senza prevaricare, sottolinea e accompagna abilmente in un delicato connubio con le immagini, adattandosi perfettamente ai cambiamenti di situazione e ai mutevoli stati d’animo dei personaggi. Non si avverte in nessun caso la necessità di dialoghi, l’efficacia di quel linguaggio sembra proporre un modello difficilmente superabile, un vertice difficile da raggiungere.
Ma, come sappiamo, il corso della storia, nel suo convulso svolgimento, con una dinamica che spesso spiazza qualunque idea avveniristica, ci sorprende sempre, proponendoci cambiamenti inaspettati, segno di un progresso che non può essere fermato e che nella sua irruenza travolge i segni del passato mettendolo continuamente in discussione.
Infatti ai primi del Novecento, i numerosi esperimenti nel campo cinematografico portarono alla grande rivoluzione: la nascita del cinema sonoro. L’avvento del sonoro, novità in un primo tempo vista con diffidenza e, a detta di molti dell’epoca, destinata a non aver successo, si rivelò invece estremamente efficace e l’enorme consenso pubblico impose alle case di produzione cinematografica l’inevitabile adeguamento a quel nuovo modo di fare cinema.
Il profondo cambiamento finì per travolgere anche i veri protagonisti del cinema muto, gli attori: per alcuni di loro il sonoro rappresentò la fine inevitabile di un brillante percorso artistico. Nella scena tratta dal celebre film del 1952 “Cantando sotto la pioggia”, Lina Lamont, diva del cinema muto, si cimenta in una rovinosa prima prova di registrazione sonora (http://www.youtube.com/watch?v=V-gb5wjye8o).
Nel prossimo articolo scopriremo le diverse applicazioni, i criteri di scelta e la tecnica compositiva di una efficace “colonna sonora”, un percorso che ci porterà a definire i tratti del suo importante ruolo che può essere messo in atto in un settore a voi sicuramente caro, quello dell’Audiovisivo.