La colonna sonora – Terza parte


L’articolo può essere stampato dal Notiziario n° 70/2016 Back

di Angelo Chionna

Colonna sonora 3 parteDefinito il significato di “Colonna sonora” e della sua applicazione nel complesso linguaggio comunicativo delle immagini, analizzeremo quattro frammenti tratti da lavori che ho realizzato in questi anni che, per differente tipologia pur non potendo essere esaustivi, mostreranno esempi concreti di tracce operative. Come già ribadito nel corso del recente Seminario di Salsomaggiore, non intendo proporre delle regole assolute, ma solamente mettere in comune la mia esperienza affinché ciascuno possa attingerne suggerimenti pratici che evidentemente potranno essere personalizzati in base alle proprie esigenze. In questi esempi ho usato musica originale, che ho scritto e suonato appositamente, soluzione che  implica comunque  l’osservazione di alcune linee guida che vedremo essere comuni all’utilizzo di musica preesistente.

Primo esempio: “Ferruccio Maruffi”, sequenza sonorizzata realizzata con il Patrocinio dell’Istituto Sociale di Torino. Una serie di fotografie scattate per documentare l’incontro tra una scolaresca e un superstite di un campo di concentramento nazista in un racconto di forte impatto emotivo. La musica, con un’orchestrazione complessa, accompagna i cambiamenti di stato d’animo ed emotivo dei presenti, evocando un contesto sonoro che, pur essendo assente, si desume dalle immagini (https://youtu.be/ P98XrGJFKpA).

Secondo esempio: ”Sliding doors” (di Fabrizio Luzzo e Renata Rinaldi); ho composto l’intera colonna sonora partendo dallo sviluppo del tema musicale suggerito dal fischiettio del protagonista. La musica mira ad enfatizzare l’atmosfera quasi onirica che caratterizza l’alternanza di sequenze di immagini reali in movimento con parti fumettistiche. I tre diversi sviluppi del finale sono accompagnati dalla riproposizione del tema musicale che, nei diversi arrangiamenti strumentali, sottolineano le componenti emotive scaturite dalla narrazione (https://youtu.be/ gQiYbqx2Fvs).

Terzo esempio: ”Senza confini” diviso in due parti entrambe senza dialoghi; la prima commentata dai soli effetti sonori, in quanto la musica non avrebbe aggiunto nulla alla scena, ma piuttosto spostato l’attenzione dalla storia, a differenza della seconda parte, dove la musica enfatizza il messaggio di speranza (https://youtu. be/2v8l-Uv2zH8).

Quarto esempio: ”Destini paralleli”; qui la musica evidenzia, prima in modo discreto, il disagio della protagonista che, mentendo ad un provino, nega la sua situazione famigliare nella speranza di accaparrarsi la parte in un film, e dopo, la gioia illusoria che accompagna il cammino verso casa della ragazza (https://youtu.be/1kuWMwOGZgY).

Conclusioni e  linee guida operative applicabili ad un audiovisivo La musica può sopperire in qualche caso alla mancanza di un sostegno sonoro d’ambiente, ma la delicata scelta dovrebbe orientarsi su un brano che per carattere sia attinente al significato che le immagini vogliono veicolare. Nell’ipotesi più frequente di utilizzo di musica non originale, l’adattamento di un brano famoso proprio di un diverso contesto narrativo e stilistico, rischia di risultare fuorviante e quindi meno efficace. I suoni d’ambiente e la dinamicità delle immagini spesso suggeriscono il ritmo dell’audiovisivo fornendo spunti di scelta musicale. La colonna sonora musicale può accompagnare un dialogo, ma deve esserne valutata attentamente l’intensità per non compromettere la comprensione del testo; viceversa la musica, sovrastando le parole, quando non sono determinanti, può guidare con il suo impatto emotivo in una spontanea, personale e profonda riflessione. La voce recitante, fuori campo, se non sorretta da buona qualità audio, da una convincente capacità recitativa ed da una corretta dizione, può svilire significativamente il valore dell’audiovisivo.

 

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