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Idee, motivazione, passione: il collante di un Collettivo

L’ultimo contributo è di un collettivo molto speciale, itinerante! Civico Zero ha come sede un camper, con il quale porta in giro la fotografia, facendone uno strumento di aggregazione.

Attilio Lauria

 

Quali sono le motivazioni per cui avete deciso di fondare un collettivo e come si è formato?

Civico Zero nasce dal desiderio di Pierluigi Ortolano e Davide Pitetti di creare una realtà  associativa che generasse  interesse riguardo alla fotografia  nel proprio territorio. Il punto di forza dell’idea arriva dalla mobilità data dal  camper pensato e realizzato per ospitare laboratori, incontri e mostre fotografiche. Alla base però vi è l’idea di costruire un gruppo di amici che metta in gioco le proprie competenze affinché si giunga alla realizzazione del progetto. In questa fase si aggiungono il Fotografo Alessandro Pace, Cristian Roberti e Gaetano Piermarino

 

Quali sono i vantaggi e le difficoltà di un collettivo?

Come immaginiamo anche in altre realtà associative il vantaggio principale è la pluralità di visioni che ci permette ci confrontarci per giungere ad una condivisione comune del progetto. Mentre lo svantaggio sta nell’essere in grado di avere la forza di rimanere gruppo anche quando le idee sono divergenti.

 

Come si diventa membro del collettivo, qual è il processo di selezione?

La parola chiave nella nostra associazione è : Passione. Bisogna averne tanta per reggere l’enorme lavoro che c’è dietro ogni progetto. Detto questo si capisce da se che la selezione avviene in modo naturale. Siamo aperti a tutti ma resistono i migliori.

 

Pensate che internet abbia favorito la formazione dei collettivi? Che abbia cambiato la fotografia?

Innanzitutto dobbiamo dire che internet ci ha permesso di conoscerci.  Grazie a gruppi o forum di fotografia siamo entrati in contatto e da lì è iniziato tutto. Quindi si, secondo noi internet ha favorito l’unione di persone con lo stesso intento e allo stesso tempo ha reso più veloce e fruibile la fotografia.

 

I membri del collettivo si incontrano regolarmente faccia a faccia o solo on-line?

Come si diceva nella risposta alla domanda precedente viviamo tutti in città diverse e non è sempre facile organizzarsi per incontri faccia a faccia quindi  le discussioni dei progetti avvengono per lo più on-line o al telefono.

 

Qual è il genere di fotografia che prediligete?

Ci occupiamo generalmente di realizzare laboratori mirati al genere fotografico del professionista che ci affianca nel progetto. Per dare un’idea abbiamo realizzato laboratori con Massimo Mastrorillo, Fabio Moscatelli, Alessandro Pace, Matteo Cesari e Paolo Cagnacci.

 

Dalla proposta alla realizzazione, quali percorsi mettete in atto nella progettazione di un lavoro tematico?

Il percorso che va dalla proposta alla realizzazione in genere è molto lungo. Un lavoro che mette in gioco molte persone e la nostra forza sta nel coordinamento. Ognuno di noi ha un compito da portare a termine. Bisogna pensare a tutto, dalla logistica per il camper a quella per i partecipanti, alla burocrazia che non è mai poca, ma soprattutto ci concentriamo sul tema da sviluppare insieme al fotografo che terrà il laboratorio

 

Pensate di esprimervi  anche attraverso degli audiovisivi?

Al momento non è in discussione

 

Quale consiglio vi sentiresti di dare a coloro che intendono costituire un proprio collettivo?

Un collettivo, un’ associazione sono realtà difficili da tenere in piedi. Possiamo racchiudere i consigli in tre parole. Idee, Motivazione, Passione

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