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ORNELLA MAZZOLA

"Quando la fotografia è fimmina"

 “Le immagini non sono solo un particolare tipo di segni, ma qualcosa di simile a un attore sul palcoscenico della storia, una presenza o un personaggio investito da un ruolo leggendario, una storia che scorre parallela e insieme partecipe delle storie che ci raccontiamo circa la nostra evoluzione: da creature fatte “a immagine” di un creatore, a creature che costituiscono se stesse e il proprio mondo a propria immagine e somiglianza”. Questa considerazione di William J.T. Mitchell ripropone, ancora una volta, l’importanza della fotografia, la sua versatilità e la sua forza intesa come racconto, indagine socio-antropologica o testimonianza che si fa memoria. Se poi il palcoscenico sul quale si muovono queste creature è un po’ “naïf” come quello del territorio siciliano, ne scaturirà di certo una perfetta pièce teatrale. Si potrebbe tradurre così, con tutti questi aspetti insieme e perfettamente in equilibrio, la fotografia di Ornella Mazzola, giovane palermitana fortemente legata alla propria terra. Non le sono bastati nemmeno tredici lunghi anni vissuti a Roma, dove ha studiato Cinema-Documentario e Antropologia presso l’Università La Sapienza e dove ha lavorato come ricercatrice iconografica in un’Agenzia di Comunicazione, per comprendere di dovervi fare ritorno.

Ornella MAZZOLA
Ornella MAZZOLA

Ornella MAZZOLA

E’ proprio negli anni che la tengono lontana da casa che Ornella scopre la fotografia e inizia a utilizzarla come mezzo per fissare la propria famiglia e portarne via l’invisibile essenza che la faccia sentire meno sola. Anno dopo anno, memoria dopo memoria, riesce inconsapevolmente a creare un ricchissimo album familiare che racconta non solo l’evoluzione nel tempo di tre generazioni ma, soprattutto, la rende consapevole della strada che intende percorrere.

Palermo e la Famiglia sono i due filoni sulla quale si basa la sua ricerca fotografica, i soggetti ritratti nel focolare domestico sono essenzialmente legami di sangue: la madre, la sorella, la nonna, le zie, le nipotine, tutte testimoni di una famiglia di impronta matriarcale all’interno della quale Ornella è cresciuta e ha formato le sue inclinazioni, continuamente assecondate e sostenute.

Ornella MAZZOLA
Ornella MAZZOLA

Le donne di Ornella Mazzola hanno la forza di tutte le donne, i tratti della Sicilia riconoscibili come i suoi monumenti, il profumo delle arance, l’intensità delle strade che si fanno casa e viceversa. A Capaci, dov’è cresciuta, le porte rimangono aperte e i vicini di casa sono anch’essi parte della casa. Le vie e i vicoli sulle quali si affacciano sono corridoi di congiunzione tra diversi mondi che divengono un unico mondo fatto di condivisione e reciprocità. I borghi della città e le feste popolari sono altre case da esplorare e nuove donne da fotografare, con le bambine che indossano vestiti di tulle e le labbra imporporate permesse per i festeggiamenti di Santa Rosalia, la “Santuzza” patrona di Palermo. Veli di tulle che celano le figure e tende leggere che schermano le case, una rappresentazione della popolare riservatezza che però non è mai sinonimo di chiusura. Una tenda a fiori diventa sipario per il ritratto di una bambina con una coroncina di fiori che sembra essere uscita dalle sue trame, i muri crepati delle case sono un reticolo di storie di famiglie e di tradizioni in cui le sorelle diventano madri che stringono figli come fossero i propri, le zie divengono sorelle e sorelle le nonne, il tutto in quel senso di reciprocità dei ruoli propria delle società matriarcali del Sud.

Ornella MAZZOLA
Ornella MAZZOLA

Ornella MAZZOLA

Ornella sostiene che per arrivare a una buona fotografia “bisogna scambiarsi i vestiti con la persona che stai fotografando”, a pensarci bene è una frase di filosofico spessore. Lei se li scambia continuamente e con sincera disinvoltura, muovendosi nel teatro dei suoi luoghi in quella continua evoluzione da “creatura fatta” a “creatura diventata”. La sua fotografia è stata spesso associata a quella di Letizia Battaglia, conosciuta grazie alla vittoria del Contest Fotografico promosso da Civita Mostre in occasione della retrospettiva “Storie di Strada”, in mostra al Palazzo Reale di Milano nel 2020. I tanti progetti che avrebbero dovuto realizzare insieme si sono poi interrotti a causa della malattia che nel frattempo colpisce la grande fotografa; Ornella custodisce tuttora i momenti e le chiacchiere condivise con lei come una reliquia.

Ornella MAZZOLA

Ornella MAZZOLA

In una regione come la Sicilia in cui le verità sembrano non esistere, sono tanti i fotografi divenuti famosi, probabilmente per la grande necessità di raccontarle. Anche Ornella continua a farlo nei suoi progetti fotografici a lungo termine e attraverso i laboratori organizzati assieme al fotografo Andrea Petrosino, molti dei quali rivolti a bambini e adolescenti che vivono in contesti sociali complessi. Numerose sono le mostre e i riconoscimenti ricevuti, che Ornella accoglie sempre con profonda umiltà e riconoscenza.

Ornella MAZZOLA

Ornella MAZZOLA

Ornella MAZZOLA

Il progetto “Females, a sicilian story”, attualmente in corso, affronta i legami primordiali dell’autrice che attinge dal passato per poi metterli a nudo fino a farcene vedere la radice scoperta. C’è anche la mancanza di chi non c’è più ma che, proprio attraverso la testimonianza raccolta, è ancora presente; c’è il presente fatto di abitudini quotidiane e c’è infine il futuro delle bambine che un giorno ritroveranno in questi scatti un’irripetibile e preziosa eredità fatta di tramandi e di ricordo.

Ornella MAZZOLA
Ornella MAZZOLA Congo
Ornella Mazzola -Danisinni Ornella

Noi, nel frattempo, continuiamo a sfogliare con stupore, commozione e gratitudine questo seducente album di famiglia come fossimo in punta di piedi dietro le tende della sua finestra, spettatori con la stessa autrice della sua “fotografia fimmina”, così realisticamente autentica e passionale.

Grazie a IRENE VITRANO, autrice del Testo
BUON 8 MARZO A TUTTE NOI DONNE!!

 

 

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