Fausto Podavini (Roma – Italy, 1973) è fotografo documentarista e docente di fotografia.
Nel 2010 entra a far parte del Collettivo Fotografico WPS.
Si distingue per i suoi reportage a medio-lungo termine, che gli consentono di approfondire i temi trattati. Particolarmente importanti due lavori che gli sono valsi due World Press Photo nel 2013 e nel 2018, rispettiva-mente “MiRelLa” e “Omo Change”. Una storia di Alzheimer e di amore la prima, di una donna, moglie, madre, nonna verso il marito Luigi colpito dalla malattia, il reportage sui conseguenti cambiamenti sociali ed ambientali, il secondo, causati dalla costruzione della alta diga sul fiume Omo.




Omo Valley. Inside a hut of the Dassanech
tribe. Often inside the huts
there’s space for animals such as hens
and sheep. Da Omochange di Fausto Podavini

Omo Valley. Child of the
Dassanech ethnicity in front of the
Omo River. The scarification on the
shoulder indicate the transition from childhood to
adulthood and the number of preys
killed while hunting. Da Omochange di Fausto Podavini
Il 27 dicembre a Sutri, alle ore 16.30, terrà una Talk e visita guidata a “In the Middle of Black Christianity”, un estratto del long-project realizzato nel Tigrai, nel nord dell’Etiopia, ed esposto a “Pistis-Suggestioni di Fede” fino al 18 gennaio.
Podavini ci dona una testimonianza vicina e rispettosa di come la fede, tema scelto per la prima edzione del Festival, attraversi ogni giorno la vita, come un filo che tiene insieme i gesti più semplici e i momenti di festa degli individui.
Come ricorda Carmine De Paola nel testo di accompagnamento della mostra “Le fotografie di Fausto Podavini ci portano in un luogo dove la fede è un gesto quotidiano. Non siamo davanti a un racconto di viaggio: c’è un cammino condiviso. Le persone avanzano tra rocce e polvere, salgono, aspettano, cantano. L’autore sta accanto: non invade. Ascolta. Ed è questo ascolto che, immagine dopo immagine, diventa la sostanza del lavoro. Le fotografie custodiscono la distanza dovuta al sacro e, insieme, ci avvicinano ai gesti più semplici”.



Le fotografia si fa racconto della Chiesa Etiope Ortodossa Tewahedo, guida spirituale del popolo, e lo fa attraverso gesti, volti, paesaggi, riti. Diventa antropologica. La fotografia si prende spazi e tempi e come il Festival invita a fare in tutte le esposizioni, chiede rispetto, attesa. Non è solo un invito a guardare, ma soprattutto ad accogliere. A lasciarci attraversare dalle immagini e dai loro racconti. Siamo invitati a guardare con delicatezza. A cogliere tutte le sfaccettature, le pieghe di una umanità e di una religiosità vissuta, mostrata, restituita con rispetto.
“Certe verità” – continua Carmine De Paola – “non hanno bisogno di alzare la voce. Basta camminare accanto, guardare più piano, e lasciarle accadere”.

Fausto Podavini questo fa grazie al medium che gli è più congeniale.
Da tempo sta inoltre lavorando ad un altro progetto sempre legato alla fede; questa volta in Asia, in India, sulla cremazione in Varanasi.
Non mancherà di parlarcene a Sutri.

Save the date! 27 gennaio ore 16.30 Palazzo Museo Doebbing a Sutri non prendete impegni.
Debora Valentini
Responsabile Area Comunicazione Social FIAF


