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Andreas Gursky – di Antonino Tutolo

Andreas Gursky

 
Andreas Gursky è un fotografo tedesco nato al Lipsia nel 1955 e discendente da una famiglia di fotografi.

Egli studia ad Essen e poi, nel 1980, entra alla Kunstakademie (Accademia di Belle Arti) di Dusseldorf, nella famosa scuola dei coniugi Berndt e Hilla Becher; l’unica esistente in quei tempi in Europa; che sarebbe passata alla storia della fotografia appunto come la Scuola di Dusseldorf; la cui filosofia era la libertà di sperimentazione e di pensiero, ma germanico rigore compositivo, distacco critico, quasi da fotografia oggettiva. Quindi: banco ottico e perfezione stilistica e tecnica.

Basta evitare l’inquadratura del pallone e l’immagine diviene emblematica

Andreas Gursky è l’unico fotografo di questa scuola che si è potuto permettere un cammino artistico.

Partito da formati di medie dimensioni, Gursky arriva al grande formato, fino a stampe di enormi dimensioni; anche di tre metri di lato.

Le sue foto, prevalentemente architettoniche, di concerti, arene, città, propongono il paesaggio urbanizzato con le alienanti costruzioni moderne. Grandi spazi, zeppi di individui anonimi tra tanti; una moltitudine operosa che costruisce, consuma e produce discariche. Grandi spazi restituiti da formati eccezionalmente grandi, che consentono all’osservatore di entrare nell’immagine come fosse un ambiente e leggerne tutti i dettagli.

Le sue foto sono enigmatiche; richiedono grande attenzione da parte del lettore perché sono dense, oscillanti tra il minimalismo e l’affollamento caotico della società contemporanea. Eppure esse non esprimono un giudizio sociale o politico; anzi, paiono distaccate, oggettive, eppure profondamente costruite. Esse abbracciano un mondo dagli orizzonti amplissimi e presentano un’aura atemporale, da natura morta.

 

Il prezzo che riescono a spuntare le sue opere è incredibile. Tre copie dello “Splendore delle merci di 99 cent II” sono state vendute a 2.000.000 milioni di dollari, “ciascuna”.

Splendore delle merci di 99 cent II

Martedì 8 novembre 2011 è stata battuta all’asta di Christie’s la gigantesca fotografia “Rhein II” del 1999 (stampata con tre metri di lato) per la cifra di 4.3 milioni di dollari.

Rhein II – 4.3 milioni di dollari
E’ automatico chiedersi come può una fotografia valere cifre tanto elevate.

Coloro che hanno avuto la fortuna di vedere le foto di Gursk da vicino dicono che il loro pregio è nel grandissimo formato che consente la resa di dettagli in modo incredibile, oltretutto frutto della grande precisione ed accuratezza tecnica della ripresa.

 Rhein II rappresenta un “non luogo”, che, privato dei connotati che caratterizzano il paesaggio, simboleggia una metafora.
Gursky lo descrive come un posto vicino casa dove spesso andava a correre. Un giorno scopre che, in presenza di una particolare inclinazione della luce, la corrente del fiume produce dei riflessi particolari e la massa di acqua forma un tessuto agitato e complesso che fluisce come un corpo all’unisono.
Hilla Becher, in un’intervista su Gusrk, apprezzava il gioco di luce che si forma sull’acqua, accendendo la componente enigmatica e iconica del soggetto.

 E’ certo che per valutare queste foto, se proprio non è possibile acquistarne una copia, occorre quanto meno vederle di persona, da vicino.

 Antonino Tutolo

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2 commenti

  1. Andreas Gursky presentato da Antonino Tutolo pone l’attenzione verso l’ambiente culturale che ha ideato e praticato un certo genere di fotografia concettuale. I coniugi Becher della fotografia hanno valorizzato il segno indicale (impronta) e l’icona. L’indicale per produrre un documento della realtà, l’icona per raccogliere i contenuti culturali delle cose fotografate, perché si sa anche le cose hanno una vita e quindi scompaiono. Per queste caratteristiche il loro importante patrimonio fotografico è fonte di conoscenza. Come per le fotografie dei Becher, anche per quelle di Gursky la domanda principale da porsi non è nelle caratteristiche strutturali dell’immagine (tutto sommato molto essenziale) ma: quale pensiero vuole promuove, o sottointende, la sua immagine?

  2. Con il suo lavoro, Gursky ha contribuito in modo autorevole a modificare l’idea collettiva di arte in fotografia, influendo su tanti giovani fotografi e portando avanti l’eredità ancora fresca dei suoi maestri, Hilla & Bernd Becker.
    Un’autore che merita uno studio approfondito delle sue opere, ben introdotte da questo articolo.

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