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Quando dicono basta – di Andrea Scandolara

Quando dicono basta – di Andrea Scandolara

E’ curiosa la storia, metti in ordine un armadio e questa riemerge. Capita tra le mani un vecchio volantino, anno 2002; non è di tanto tempo fa ma è già storia. Un volantino con il programma di Fotopadova di quell’anno, una manifestazione che il grande e instancabile Gustavo Millozzi organizzava alla Fiera di Padova ogni novembre a partire dal 1993. C’eravamo quell’anno ma non ci si ricorda più chi erano gli invitati di spicco, come non ci si ricorda il programma. Così si comincia a leggere.

Il volantino, senza pretese grafiche, povero, autoprodotto, propone invece un programma di tutto rispetto che oggi ce lo sognamo. Invitati di grosso calibro, dai fotografi Gianni Berengo Gardin, Nino Migliori, Mario Lasalandra, Piergiorgio Branzi, Fulvio Roiter, Elio Ciol, Lanfranco Colombo, Michele Ghigo, ai critici e storici Augusto Baracchini Caputi, Paolo Morello e Renzo Saviolo.

Mostre, concorsi, premiazioni e dibattiti per una tre giorni tutta dedicata alla fotografia, presenti personalità del settore come Fulvio Merlak, presidente FIAF, Luisella D’Alessandro della Fondazione Italiana per la Fotografia, Riccardo Busi segretario generale della Fédèration Internationale  de l’Art Photographique, Flavia Barbaro per la Galleria d’Arte Moderna di Torino, Claudio Pastrone esperto in comunicazioni visive. Oltre ai dibattiti, vista la presenza di nomi così prestigiosi, non mancavano gli incontri con gli autori, che in parte ce li ricordiamo a dispetto del passare del tempo. Poi c’era la Pedana del fotografo, il Mercatino dell’usato, i Ritratti in Fiera eseguiti gratuitamente dal bravo Moreno Segafredo a chi si rendeva disponibile, la bancarella dei libri fotografici delle edizioni HF.

Era cultura tutto questo? Se la fotografia è un’arte non ci sono dubbi. Era un modo per promuovere la cultura fotografica? Certamente. Era anche una radiografia dello stato della fotografia italiana portata per tre giorni in una città che di manifestazioni pubbliche legate ad una qualsiasi forma d’arte all’epoca aveva poco.

A malincuore Fotopadova finisce con l’edizione del 2003. La cultura ha poco peso da quel periodo in poi, non viene considerata un investimento i cui frutti si raccoglieranno molti anni dopo; serve solo ciò che dà un profitto immediato, è la trasformazione della società in un sistema ‘mercantile’ a dettare le direttrici. Così il via ai tagli delle attività considerate improduttive  piano piano coinvolgerà diversi settori, l’istruzione in testa. Ma non è un fenomeno solo padovano, è una tendenza nazionale. Per uscire dalla storia e tornare alla cronaca ricordiamo i recenti casi dell’Archivio Alinari di Firenze, dello Spazio Forma di Milano e del Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo che stanno per chiudere per mancanza di fondi. Sono questi gli ultimi casi in ordine di tempo che rientrano in quel ‘progetto’ ideato già allora quando a Gustavo Millozzi fu detto basta.

Quel volantino fortunatamente ritrovato in fondo ad un cassetto è storia, come è storia il poter raccontare ora quegli eventi di allora, due elementi di quella disciplina: historia et historia narrandi.

 

Andrea Scandolara

 

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Un commento

  1. Abbiamo accolto molto volentieri la proposta di Andrea Scandolara di pubblicare questa sua riflessione che nasce spontanea da un bel complesso di sentimenti: l’amicizia, la stima, il valore della cultura, l’appartenenza alla FIAF, l’amore per la fotografia e per la sua città: Padova.
    Dico spesso che la FIAF continuamente è presa dal fare e mancano momenti di elaborazione collettiva delle numerosissime attività ed eventi da essa promossi e realizzati.
    Il blog è sicuramente una modalità che può promuovere la valutazione collettiva di quanto si è fatto. Mi piace questo slancio di Andrea nel ricordare la bellissima stagione di “Fotopadova” che nasce dal ritrovare a sorpresa un volantino che presenta il ricco programma di quella splendida edizione del 2002, anche da me vissuta. Gli anni di Fotopadova sono stati la stagione nella quale si sono formate le figure per il passaggio generazionale che poi nei 10 anni successivi ci ha portato, con la Presidenza di Fulvio Merlak, alla nascita del CIFA di Bibbiena, a Portfolio Italia (giunto quest’anno alla 10° edizione) e ai grandi progetti nazionali tra i quali in particolare occorre dare rilievo, per il grande successo di partecipazione, a “Immagini del gusto” e Passione Italia” promossi dal CIFA. Se guardiamo bene l’innovazione dell’ambiente fotografico italiano è stata promossa largamente dalle iniziative della FIAF.
    E’ importante sottolineare il valore dell’esercizio della memoria, il ricordare i momenti vissuti, gli amici di vecchia data e i tantissimi nuovi che abbiamo incontrato nelle manifestazioni FIAF. Per esperienza vissuta sappiamo che il nostro ambiente è formato di persone interessanti, e se vi capiterà di partecipare a un pranzo sociale, sedete a fianco di chiunque vi partecipa perché troverete un appassionato che vi allieterà la mensa con argomenti fotografici e di altro genere.
    Saremo lieti di pubblicare altre riflessioni che ci portino a ragionare su quanto abbiamo vissuto insieme in tanti decenni di FIAF, in tantissime straordinarie località del nostro Paese.

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