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Tim Walker – di Massimo Pascutti

Le nuove tendenze della fotografia di moda: TIM WALKER – di Massimo Pascutti

 

La fotografia di moda , vista dalla maggior parte dei fotoamatori con un certo sospetto e considerata quasi come un genere fotografico di secondo piano a causa forse delle sue implicazioni commerciali, sta avendo negli ultimi anni una grande evoluzione stilistica e concettuale.

Non dobbiamo dimenticare, mettendo per un momento da parte la nostra naturale diffidenza e scetticismo, che attraverso la fotografia di moda e grazie alla fotografia di moda, sono arrivati alla giusta notorietà grandi fotografi che hanno fatto la storia della fotografia moderna: solo per ricordare alcuni nomi Edward Steichen, Cecil Beaton, Helmut Newton, Guy Bourdin, Richard Avedon, ma potrei citarne molti altri.

Analizzando gli ultimi autori che si sono imposti sul palcoscenico della fashion photography, uno in particolare mi ha colpito per la sua creatività e la sua originalità; Tim Walker.

Dalle sue note biografiche : fotografo inglese nato nel 1970. Dopo gli studi nel 1993 si trasferisce a New York, dove diventa primo assistente di Richard Avedon

Nel 1995 ritorna a Londra e inizia a collaborare per Vogue.

Negli anni successivi il Victoria and Albert Museum e la National Portrait Gallery di Londra , includono le sue fotografie nelle loro collezioni permanenti.

Nel 2009 riceve l’Infinity Award, dall’International Centre of Photography di New York.

Nel 2010 gira un cortometraggio “ The lost explorer”, che viene premiato al Festival Internazionale di Locarno e al Festival di Chicago come miglior “corto”.

Nel 2012, in contemporanea con l’uscita del suo libro “The Story Teller”, viene inaugurata una grande esposizione al Somerset House di Londra.

Sempre nello stesso anno riceve una menzione d’onore dalla Royal Photographic Society.

Un curriculum di tutto rispetto per un giovane artista che fa della fantasia, della raffinatezza e del gusto le sue armi migliori. Tim Walker usa la post produzione in maniera molto limitata, preferendo costruire complicatissimi set fotografici, che gli permettono di realizzare immagini oniriche , colorate e affascinanti, che ci riportano ai nostri sogni e a volte anche incubi, infantili, ma sempre permeate di una certa dose di umorismo. E’ questo suo lato infantile , che Tim Walker non ha mai perduto, che ci permette di entrare in punta di piedi, per non alterare in nessun modo queste bellissime atmosfere, nel suo mondo, fatto si di abiti e accessori , ma soprattutto di fantasia e buon gusto: e Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno oggigiorno.

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8 commenti

  1. L’opera di Tim Walker non è mai fantasiosa, cioè volta a costruire un’immagine solo bella , solo decorativa. La fotografia di questo autore è creativa perché rivelatrice di un significato. Lo fa elaborando l’immaginario artistico occidentale con la realizzazione di set che si ispirano al mondo delle favole anglosassoni (es: Alice nel paese delle meraviglie) ed ha radici profonde nella poetica surrealista (es: Magritte). Egli elabora l’incipit estetico che l’abito comunica per generare un nuovo immaginario collettivo che produca il desiderio di possedere quel determinato capo d’abbigliamento. Ma limitare l’effetto che la moda ha sul costume è riduttivo perché essa va ben oltre, dato che propone modelli comportamentali che si fondano su una determinata immagine di sé. Interessante la proposta che Massimo Pascutti ci ha postato!

  2. Ancora una volta Massimo ci propone con un post ottimamente realizzato, un’autore che risveglia interesse e ammirazione.
    E’ purtroppo vero che spesso la fotografia di moda vede una minore considerazione da parte di molti fotoamatori, ma è anche vero che è una loro lacuna.
    In queste fotografie-racconto ci è offerta la possibilità di sognare. Siamo spinti in un mondo immaginifico che ci permette di reinventare la realtà. Una trasformazione dove grazie e armonia si intrecciano avvolgendoci per farci salire verso il sublime della bellezza.
    In effetti Il mondo della Moda, da sempre, è sentito come uno spazio aulico ed etereo, magico ma in grado di proporre regole.
    Una sensazione che ho provato anche nell’ammirare le opere di altri due tra i grandi autori di foto di moda: Sarah Moon e Giovanni Gastel.
    Orietta Bay

  3. La perfezione di queste immagini ci introduce nel mondo patinato e irraggiungibile dell’alta moda, percepito dai più come espressione di algida vacuità.
    In realtà, osservando con attenzione, oltre alla qualità estetica delle fotografie, si ha la percezione, quasi tattile, del lavoro e dell’arte che vive dietro le quinte.
    La grande operosità umana, espressa in ogni declinazione, si concentra in questo campo, per produrre oggetti di lusso per pochi fortunati che potranno goderne il possesso.
    In ogni minimo particolare di queste immagini vive la creatività di un artigiano o di uno specialista, si sviluppano aziende capaci di dare lavoro a migliaia di operai specializzati, nascono celebrità e marchi noti in tutto il mondo.
    I fotografi di moda hanno il compito di dare visibilità a questa operosità, rendendo l’oggetto del desiderio ancora più desiderabile.
    Le opere di Tim Walker ci propongono lo stereotipo della donna bambina, ammaliatrice comunque, anche se questa volta protagonista di situazioni oniriche e surreali, decisamente godibili, in quanto ogni scena propone una storia che ci viene appena accennata, suggerita.
    Come ricordato, grandi sono i nomi della fotografia di moda, perché se è vero che della moda potremmo fare a meno, è anche vero che la bellezza è indispensabile.

  4. Penso che con Tim Walker non si tratta di fotografia di moda al senso commune del termine (presentare vestiti ad esempio), ma solamente di espressione fotografica. Qua, i vestiti, i modelli, gli accessori sono solo un pretesto per fare fotografia detta “artistica”, cioè di esprimere la sua visione del mondo. Il suo mondo è uno di fantasia e quindi, ci fa “sognare”. E di questo punto, la fotografia di moda ha lo stesso scopro. Alla fine, sono 2 universi molto simili. Sarah Moon fa parte anche di questi fotografi che esprimono loro arte anche attraverso la pubblicità di moda.
    Grazie per questo interessantissimo post !

  5. I pregiudizi nel campo fotoamatoriale sono tanti; non solo quello nei confronti della moda, del colore, dell’astrattismo.
    Guarda caso sono tutti campi fotografici che richiedono una buona preparazione di base, sia tecnica che culturale.
    Basta già avventurarsi nel campo della macro ed i problemi diventano più complessi: gli obiettivi, i soffietti, il cavalletto, il flash….
    La moda richiede la capacità di gestire modelle (giustificando la loro presenza davanti a mogli e fidanzate gelose), di determinare pose, scegliere costumi e posizionare luci; di regolare il colore e determinare l’esposizione in presenza di più sorgenti luminose.
    E’ molto più semplice fare reportage, trattando i soliti temi, precotti o surgelati, affermando che esso genera emozioni. Ma il bello, il fantastico, il complesso, l’assurdo, l’ironia, l’irrazionalità, l’accordo o il contrasto dei colori, delle linee, delle forme, non generano, anch’essi, sensazioni? Non stimolano quel bisogno istintivo di arte che distingue l’uomo dagli altri esseri, fin dalle caverne? Quale emozione genera la macro degli insetti? Perché nessuno afferma che la macro non è fotografia perché non esprime emozioni, non riferisce significati se non il racconto pur meraviglioso di quello che esiste in natura? Quando ci allontaneremo dalla concezione romantica ottocentesca della fotografia?

    1. Caro Antonino…perfettamente d’accordo con le tue osservazioni!!! Per quello che mi riguarda esistono solo belle fotografie e fotografie mediocri, dalla romantica ottocentesca alla concettuale, senza preclusioni e pregiudizi e sull’Agorà si analizzano criticamente, ma vorrei dire serenamente, perchè così deve essere, tutti i generi di fotografia.

  6. molto belle, la capacità di creare sceneggiature è una capacità da regista- scenografo , poi di un fotografo , apprezzo la fantasia e la creatività delle perfomance , per fortuna esiste la fotografia che fissa queste opere per sempre .
    Come non apprezzare sopratutto l’ironia con il quale l’autore affronta il mondo della moda, il tema diventa , surreale, fantastico , creativo , divertente , favolistico.

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