Silvio Canini Autore dell’Anno FIAF
Silvio Canini Autore dell’Anno FIAF
Nella luce radente del sole nascente, vista dalla riva del mare, la Riviera Romagnola appare come un’unica grande città fumante che non conosce pause. A quell’ora i bomboloni caldi arrivano nei bar che profumano di caffè e diffondono musica leggera, gli anziani con i bimbi passeggiano sulla battigia guardando la bassa marea, mentre i giovani insonni vivono ancora gli echi della notte e nel vedere nascere il sole pensano che sia il tramonto dell’ieri. Questa strana libertà di poter sovvertire tutto, che però non rinuncia alla sicura perpetuazione di un appagante presente, è la conturbante promessa di libertà della vacanza in Riviera Romagnola.
E’ difficile immaginare l’artista Silvio Canini fuori dal contesto di questa libertà tanto Postmoderna, perché essa si perfeziona col solo suo slancio passionale, espressione di un desiderio infinito che deve restare tale: un miraggio tanto irraggiungibile quanto eterno e continuamente mutevole nella sua immagine. L’uomo dell’epoca Post Moderna non cerca concretezze, gli bastano quelle che ha, si alimenta di immagini continuamente nuove, egli vive nella “narcosi di Narciso”, che è una narcosi iconica, profetizzata da Marshall McLuhan negli anni ‘50.
Silvano Bicocchi (brano tratto dalla Monografia)
Orietta Bay
Silvio Canini è autore poliedrico che registra con occhio nuovo, affascinato ed ironico la realtà. Sa divertire e far riflettere, stupire con il suo modo fantasioso di raccontare, coinvolgere dal sentimento e dalla raffinatezza di esecuzione. È un cacciatore di emozioni che ci vengono dalla quotidianità. Con i suoi scatti sorprende con il consueto. Il suo raccontare è un evidenziare gli accadimenti, un farci sentire quasi fisicamente gli spazi ripresi andando alla ricerca del momento unico. Un appassionato delle gente, che osserva per coglierne la vera natura e scoprirne doti e caratteristiche, rendendole inconsapevoli protagoniste di una vera storia umana.
Ed è proprio in questa capacità di rendere speciali le cose e le persone che brilla la sua scintilla creativa, rinnovata ad ogni progetto, che fa di lui autore dallo sguardo acuto, a suo agio tra leggerezza e profondità, romanticismo e realismo.
Piera Cavalieri
Inquietudine creativa, innovazione e ironia caratterizzano l’opera di Canini. La sua energia incontra l’energia dei luoghi e si tramuta in immagine, quel che conta non è il luogo ma il suo sguardo. Nelle Figurine Canini è uno sguardo attratto dalla figura umana in modo non convenzionale, divertito, ma rispettoso, strappa il sorriso ma non è complice di sberleffi pur trattando immagini di corpi tanto lontani dagli abituali schemi di bellezza iconica. Tutti possiamo diventare figurine e partecipare liberi dalle corazze quotidiane e continuando a giocare possiamo fantasticare nei paesaggi immaginari di Fly 380 – Air. Ma l’energia riposa anche nel bianco della neve, del Mare di silenzio, pronta ad esplodere in estate e l’energia è anche nei grani di bellezza botanica, in Costellazioni, che si dipanano a ricordare le stelle nella mente di un creatore, in una successione inarrestabile di associazioni. Una mente in viaggio quella di Canini, artista multimediale e sperimentatore.
Andrea Moneti
E’ la dimensione del tempo che mi incuriosisce nelle opere di Silvio Canini. Nei suoi scatti appare per certi versi immobile e legato a ricordi di infanzia, ma ne “I venditori d’ombra” trova una originale e interessante espansione. La scelta compositiva con più immagini affiancate e parzialmente sovrapposte crea una singolare risonanza: sembra di essere lì, sulla spiaggia a voltare lo sguardo da una parte all’altra, sognando immagini di svago e spensieratezza, ricordi delle calde estati della riviera. Così il tempo sembra dilatarsi, ampliando l’istante finito dello scatto e trasportandoci in una dimensione “Felliniana”, dove le storie e le situazioni diventano solamente dei pretesti perché, citando il grande regista, “una storia è solamente una storia, l’importante è il sentimento che c’è dietro”.
Massimo Pascutti
Silvio Canini si può definire un creativo figlio della Romagna. La sua affettuosa e divertita visione del “popolo balneare”, riecheggia lo svago spensierato dell’ Italia del boom economico, ma in realtà non ha collocazione temporale.
Ed è proprio questa assenza di temporalità, unitamente alle numerose tematiche e sperimentazioni portate avanti da Canini, che lo fa definire un fotografo creativo: come disse Henri Poincaré la creatività consiste nell’unire elementi esistenti con connessioni nuove e non mi pare che ci possa essere una definizione più calzante per connotare l’autore.
La voglia di creare e sperimentare di Canini, deriva probabilmente dal suo percorso di vita e di crescita, come sottolineato da Silvano Bicocchi, che attraverso il superamento di esperienze giovanili anche difficili e dolorose, lo ha condotto al raggiungimento di uno sguardo disincantato e lieve sulla realtà che lo circonda; sia essa la sua amata Romagna, piuttosto che la metropoli newyorkese.
Isabella Tholozan
Nel vedere l’opera di Silvio Canini, si percepisce, oltre all’appartenenza generazionale e storica, la volontà di rappresentare “le persone”, così come ci appaiono, in situazioni opposte al formalismo imposto dal lavoro o altre convenzioni. Modi diversi di rappresentare un’umanità raccontata con disincanto, delicatezza e solidale comprensione, ingredienti che offrono un irresistibile ritratto collettivo.
Fondamentali le radici romagnole e l’assonanza con il vedere felliniano che si manifesta nella comica malinconia surreale con cui esprime le atmosfere e l’umanità di una terra unica, che sa fare i conti anche con i silenzi e i vuoti invernali.
Diverse le opere dedicate a N.Y., metropoli pulsante di vita e di diversità, opposta alla realtà provinciale italiana, eppure così intimamente legata dal pulsare dei desideri umani.
Le immagini così raccontano di noi, del nostro stare nel mondo, dei sentimenti e delle umane debolezze.
Walter Turcato
Il video di Silvio Canini “PentagramMare”, è un viaggio a pelo d’acqua, con i suoi occasionali incontri, ripreso in un bianco e nero essenziale, e un unico simbolico inserto di colore a giustificare un crescendo musicale.
É metafora del profondo sentimento dell’autore per la propria terra, per il proprio mare.
La colonna sonora, struggente ed esaltante, visualizza una quotidianità di vita con dinamica intrigante, coerente alla proposta iconica. Il titolo del brano “To build a home” – costruire una casa – è parte integrante esplicativa del messaggio, e ulteriore chiave di lettura del progetto.
In 6 minuti scorre un’esistenza, a tratti spettatrice passiva degli eventi, a tratti vera protagonista, in ascolto però dei suggerimenti che una luce riflessa sull’acqua propone con effetto “calligrafico” ipnotico.
Una condivisione di pensiero e di sentimento proposti con sincera spontaneità,
e originale apertura di cuore.
Nel 1994, durante il primo triennio della Presidenza Giorgio Tani, veniva pubblicata la prima monografia dell’Autore dell’Anno FIAF dedicata a Rinaldo Prieri. Sono dunque passati vent’anni da allora e anch’io ho avuto l’opportunità di dare il mio continuativo contributo dal 1998 l’anno di Stanislao Farri al quale sono seguiti: Mario Cattaneo, Giuliana Traverso, Rinaldo Della Vite, Ernesto Fantozzi, Filiberto Gorgerino, Giorgio Rigon, Ivano Bolondi, Ferruccio Ferroni, Alfredo Camisa, Enzo Cei, Giorgio Tani, Antonella Monzoni, Giovanni Marrozzini, Enrico Genovesi, Pierluigi Rizzato ed infine Silvio Canini. Ho scritto i nomi di questi fotografi, diventati cari amici dopo lo studio che ho condotto sulla loro opera, per il piacere di ricordarli pubblicamente. Io sono grato a loro per la crescita umana e culturale che ne ho tratto dall’incontro con il loro immaginario creativo. Se avete modo non perdetevi queste monografie di qualità. Auguro a tutti gli appassionati di storia e critica della fotografia di operare nell’ambito dell’Autore dell’Anno FIAF perché è pura ricerca. All’inizio del mio studio su Silvio Canini ho chiesto ad alcuni amici operanti su Agorà Di Cult di dare il loro parere critico dai primi elementi a disposizione e di seguire la mia elaborazione dall’inizio alla fine e sono profondamente grato loro per la presenza stimolante. Per ragioni di spazio ho dovuto poi chiedere loro un breve commento che qui pubblichiamo. Ora la monografia è disponibile, lasciate anche voi un commento.
Un sentito ringraziamento a Orietta Bay, Piera Cavalieri, Andrea Moneti, Massimo Pascutti, Isabella Tholozan, Walter Turcato, per le belle cose che mi avete scritto, a tutti gli amici che hanno collaborato alla realizzazione di “Libero me” in Particolare a Silvano Bicocchi, Cristina Paglionico, Attilio Lauria, al mio vecchio amico neo Presidente Roberto Rossi. Un buon libro che mi racconta, un pezzo della mia vita, un nuovo punto per ricominciare!
Grazie!!!
Silvio.
Ho avuto il piacere di conoscere e parlare con Silvio alla sua mostra al Congresso di Cesenatico e voglio dire, in aggiunta ai bellissimi ed azzeccati commenti che hanno espresso su di lui gli amici di Cult, che le sua creatività di fotografo si sposa con una modestia disarmante ed affascinante. Disarmante come quella di un neofita e affascinante come quella di un bambino. Credo che questa sia la ricetta umana di tutti coloro che appartengono alla ristrettissima schiera dei grandi uomini. E la loro modestia è così naturale che se glielo dici ti rispondono che non è vero. Omnnia munda mundis.
Silvio lo conobbi, fotograficamente parlando, alla lettura di “Io randagio” al Portfolio dell’Ariosto e rimasi affascinata da quel lavoro che parlava alle mie corde, così semplice eppure così profondo.
Mi piacque subito anche come persona, anticonvenzionale, alla mano, sorridente, simpatico.
Lo rividi in occasione della presentazione di “Costellazioni” al SIFEST ed ecco un altro lavoro che mi colpì al cuore.
Poi fu la volta delle figurine Canini, i suoi bagnanti, le sue nonne, gli incontri in giro per manifestazioni fotografiche con la sua edicola, la scoperta del suo blog (trovo che scriva molto bene oltre a fare lo stesso con le fotografie), ogni volta due parole come fosse una persona amica, senza porvi su piedistalli.
“Mare di silenzio” è talmente bello che è meglio rimanere in silenzio a guardarlo.
Insomma, un artista poliedrico, curioso, mai uguale a se stesso eppure così fedele alla sua natura.
In tempi non sospetti lo elessi come punto di riferimento per via di queste sue doti e l’incontro a Cesenatico ha confermato tutto ciò e se possibile lo ha amplificato.
Grazie Silvio per la tua alta qualità umana oltre che fotografica, attendo, attendiamo, che i tuoi prossimi progetti vedano la luce.
(beh… un minimo di retorica alla fine ci voleva no? 😉
grazie davvero e scusa se non so scrivere come gli altri)
Non ho avuto il piacere di conoscere personalmente Silvio Canini, ma ho visto alcune sue opere. Poche per farmi un’idea completa sull’autore ma sufficienti per notare un taglio assolutamente personale, uno stile riconoscibile e una forte ventata di “nuovo” nei suoi lavori. Mi fa molto piacere quindi che come autore dell’anno sia stato scelto un autore che ha deciso di seguire la propria strada al di là delle mode temporanee. Bravo
Silvio, mi piace scriverne il nome come se lo conoscessi da sempre , le sue opere parlano soprattutto di lui piu’ che dei luoghi fotografati , eccezionale , intelligente, ironico ,romantico .Me lo ricordo nel 2005 con l’opera “Un Mare di Silenzio “ la neve a Rimini è un evento che non sempre si ha la fortuna di fotografare. Un’opera delicata e intensa , un racconto poetico , intimo . Una spiaggia immacolata , la luce bianca della neve la rende eterea ,dolce e sfuggente . Una rivelazione nel mondo fotografico ,un fotografo dal linguaggio innovativo e moderno .L’opera “Che donne le nonne “ da una idea tradizionale delle vecchie figurine degli album Panini, ecco che le nonne diventano figurine Canini una idea strepitosa con il linguaggio nuovo dell’istagram . Le sue opere cosi’ diverse tra di loro completano la sua personalità , la sua originalità e la sua vivacità intellettiva , non ho competenze critiche ne letterarie ,leggo negli altri post competenti commenti che condivido ,mi resta solo da fargli i complimenti .Bravo Silvio
Condivido in pieno tutti i pensieri espressi; quando vidi il lavoro “Io randagio” mi colpì subito per la genialità dell’idea. Silvio Canini, con rispetto e delicatezza, sa analizzare una società sempre più complessa con la freschezza dello sguardo di un bambino, con quello stupore che spinge a ricercare sempre nuovi percorsi e nuove ragioni di indagine, con quella curiosità che sa vedere oltre l’ovvio e l’evidente, trovando anche nella normalità e situazioni apparentemente banali le condizioni per una nuova riflessione ironica ma profonda.
Grazie a tutti per le belle cose che mi avete scritto. Sono tanti anni che fotografo cercando di essere il più onesto possibile con me stesso, credo che il segreto stia nella semplicità delle cose, a volte basta guardarle, altre volte non è sufficiente e ci si deve mettere del proprio…..
Grazie ancora!