Dai tavoli di portfolio

Luce – di Fabrizio Giusti

“LUCE” – di Fabrizio Giusti 

Sedici scatti in bianco e nero ad opera del fotografo Fabrizio Giusti, per raccontare il percorso intrapreso da una giovane donna bolzanina Emanuela Laurenti che, scopertasi affetta da un tumore, ha scelto di dare un senso profondo a quello che avrebbe e ha poi vissuto per portare una “luce” di speranza ai tanti che affrontano questa terribile esperienza.

Ecco dunque l’idea di farsi seguire nella varie fasi del “viaggio” dentro la malattia dal fotografo, per testimoniare visivamente i vari momenti del percorso, dall’ incontro con il tumore alla relativa presa di coscienza, ai tanti momenti brutti, belli e perfino buffi, sempre comunque intensissimi sul fronte emozionale, fino all’ uscita dal tunnel.

Le immagini, di forte impatto, racconteranno dunque un anno terribile ma al tempo stesso profondamente formativo. Un anno che, se si è risolto con una vittoria, si è giocato sulla continua alternanza fra stati d’animo: paura, sconforto e dubbio ma anche condivisione, allegria perfino; rivolta e rabbia ma anche scoperta di potenzialità ignorate, prima fra tutte una forza d’animo straordinaria.

Sempre e comunque un viaggio di speranza.
 

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8 commenti

  1. “Luce”, di Fabrizio Giusti, è un’opera animata da un’idea concettuale per aver interpretato con linguaggio simbolico una storia di grave malattia.
    Chi si esprime con la fotografia ha un linguaggio formidabile per condividere le esperienze interiori.
    Condividere una storia vera, tra l’altro personale, nel suo divenire senza conoscerne la conclusione pone il problema di come raccontarla.
    Il produrre una sequenza sintetica di immagini in grado di raccontare il complesso mondo di emozioni vissute chiede l’ideazione di una drammaturgia.
    La scelta di Fabrizio Giusti è stata quella di strutturare l’opera in due fasi: la prima fissando i momenti simbolici tratti dalla realtà del momento doloroso della presa di coscienza di essere gravemente ammalati. Lo ha fatto sottolineando i passaggi iniziatici di questo nuovo stato mentale: la rasatura e la vita del degente ospedaliero.
    Ma questa modalità realistica non consentiva di mostrare il travaglio interiore del malato, ecco che allora insieme a Emanuela ha ideato la seconda fase: il braccio di ferro con la malattia.
    Conoscendo sia Fabrizio che Emanuela sono rimasto molto commosso nel vedere quest’opera così forte dal punto di vista morale che nasce da un processo creativo costruito dalle loro due menti creative .
    Complimenti vivissimi a Frabrizio Giusti e a Emanuela Laurenti per aver vissuto in un modo straordinario la loro terribile esperienza e di aver sentito la fiducia verso di noi per condividerla realizzando un’opera di grande efficacia espressiva.

  2. Ho iniziato la lettura di portfolio da pochi anni eppure sono stati tanti gli incontri che mi hanno permesso di conoscere persone stupende, malate oncologiche, che hanno, attraverso la fotografia, raccontato la loro storia.
    In ognuno di esse una visione differente, un diverso approccio, un’immagine della speranza personale e, comunque, sempre rivolta alla positività e alla volontà di combattere.
    Che sia narrazione in prima persona oppure, come in questo caso, delegata ad un secondo sguardo, l’uso terapeutico dell’espressività e della creatività deve indurci a capire quanto grande sia il bisogno di indagare su stessi.
    La malattia spesso ci spinge verso questo percorso, per capire fino a che punto si riesce ad essere forti, affrontando la paura più grande.

  3. Innanzi tutto voglio “elogiare il KO”. Mi sarebbe piaciuto essere io, sul ring, ad alzare la mano della vincitrice.
    Queste sono vittorie che contano più di un mondiale; conta la vittoria della persona, il coraggio di saper lottare sul ring e di non arrendersi mai, fino alla fine.
    Devo confessare che ho impiegato un po’ di tempo a comprendere la spensieratezza e la gioia che pervade il lavoro: mi sembrava inverosimilmente pervaso da superficialità davanti al pericolo.
    Ma occorre entrare nella storia, mettersi nei panni dell’autore, impegnarsi a capire le sue ragioni.
    Finalmente ho superato le baggianate dei pregiudizi che quotidianamente ci ottenebrano la testa, ed ho capito che “le vittorie sono vittorie”!
    Come dopo un esame universitario superato si butta, in apparenza stupidamente, il libro dalla finestra, dopo tanta paura ed affanno ci si può burlare del nemico abbattuto. Ed è stupendo lasciarsi trascinare dalla gioia.
    Quello di Fabrizio Giusti, è un bel lavoro, ed il merito è da condividere con la brava e simpatica Emanuela Laurenti.
    Le ultime quattro fotografie sono le più elogiabili per l’ideazione e la realizzazione.
    Stupenda è l’idea del ring, dell’omone in nero che le busca meritatamente.
    E, come si dice in termine pugilistico, che “castagna” gli ha “mollato” la bella Emanuela!
    Ma la foto che metterei al di sopra di tutte le altre, perché a mio avviso è un colpo di genio, per capacità di sintesi e di significato, è l’ultima.
    Mi ricorda una delle telecronache dell’arrivo del Giro d’Italia del compianto Adriano De Zan.
    Non ricordo le parole esatte, ma il senso era:
    “…dopo la meritata euforia, lo sguardo rivolto al cielo ed il segno del cristiano..”
    Per fortuna è andata bene.
    Sono felice con voi.

  4. Fabrizio Giusti e Emanuela Laurenti ci mostrano come è possibile, nel momento della malattia, vivere e condividere una esperienza tremenda.
    Una prova della forza morale dei nostri due Autori, una prova di come tentare e superare un momento molto difficile della loro vita.

  5. Resurrexit.
    Di fronte al grande dolore vissuto da Fabrizio ed Emanuela, riesco ad esprimere un solo, grande, silenzio.
    Vi auguro ogni bene.

    1. Tema importante affrontato in maniera ironica,
      con il sorriso in faccia mentre si sta morendo dentro.
      Bella idea
      Emozionante

  6. Il lavoro di Fabrizio Giusti con Emanuela Laurenti si potrebbe intitolare anche” la forza e il coraggio”, perchè ci mostra in modo asciutto e disincantato , quante, di queste due qualità, siano necessarie, per superare e vincere una malattia oncologica.
    Ed è difficile, quando si è toccati in prima persona, lasciar parlare l’ironia: ma Fabrizio ed Emanuela ci riescono benissimo con leggerezza e buon gusto , dando una bella lezione di vita e seminando speranza .
    Complimenti vivissimi e grazie per averci alimentato di coraggio.

  7. la tema molto “calda”,visto quanti siamo malati oncologici. Lo dico, perché anche io ci sono stata, ho vissuto un incubo lungo un anno, e poi incubo tornato, e poi…tanto coraggio, e modo diverso a vedere la vita. Sono bravissimi Fabrizio Giusti e Emanuela Laurenti a interpretare con sorriso la grave malattia. Ci vuole molto intelligenza visiva per parlare fotograficamente e delicatamente sul tema. Complimenti!

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