Ritorni – di Cristina Cusani
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Ritorni è un lavoro sul passaggio.
Ho iniziato questa ricerca nel 2012 mentre lavoravo per un agenzia immobiliare e l’ho portata avanti per 4 anni, fotografando le case nel momento di passaggio tra un inquilino e un altro.
Quando entro in una casa che non è più abitata e trovo quello che è rimasto indietro, la cosa che mi interessa di più è che il vuoto lasciato ha i segni del passaggio ed è uguale e diverso in ogni abitare.
Il momento in cui avviene il cambiamento rappresenta una pausa in cui si percepisce la nostalgia del mutare. Non è solo un vano quello che resta, ma la traccia di un vissuto che le mura hanno assorbito, tracce dell’uomo e del suo mutamento.
Insieme al vuoto che ci lasciamo alle spalle, rimane l’appartenenza, l’identità, l’odore. E’ l’attraversamento.
La parola trasloco che viene dal latino Trans (oltre) e Locus (luogo) ci porta dunque al di là del luogo nel significato che quel luogo ha per quell’essere umano. La casa rappresenta il rifugio, la famiglia, la sicurezza, l’intimità, la stabilità e quando viene svuotata rimangono i segni di quello che è stato. Si respira la solitudine, si percepisce l’abbandono, ovvero l’atto del lasciare per sempre. Ma alla nostalgia legata agli addii c’è la bellezza di un nuovo inizio.
Il passaggio da una fase ad un’altra, da un momento della vita ad un altro ci trasforma e ci fa ritornare a noi stessi, ci riporta a sentire quell’appartenere che ci rassicura, ci restituisce un’identità nuova, ma ugualmente nostra.
Ed ecco che il mutamento diventa un ritorno a casa.
Cristina Cusani