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L’ombra della luce – di Fabrizio Tempesti

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Cronache Di Cult: pubblicazione del libro fotografico “L’ombra della luce”

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L’ombra della luce

di Fabrizio Tempesti

Il primo incontro con i soci dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Prato è avvenuto circa tre anni fa in occasione di una “cena al buio” organizzata in un Circolo di Paperino, nella periferia di Prato.
Mi colpì il modo diverso di affrontare l’alternanza luce/oscurità/penombra. Durante l’allestimento della sala e l’accoglienza degli ospiti, quando ancora c’è luce, siamo noi normo vedenti a muoverci con naturalezza, quando invece ci troviamo nel buio assoluto perdiamo sicurezza e senso di orientamento, tanto da doverci appoggiare a loro per essere guidati. Fino a quando, alla fine della cena, sono proprio i non vedenti a riportare una flebile luce sui tavoli, per restituirci il nostro senso di normalità.
Fabrizio Tempesti
 

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Una famiglia speciale

“Non posso vedere le fotografie ma so che queste immagini mostrano alcuni momenti della vita quotidiana della mia famiglia. Nelle foto ci sono mia figlia Laura con suo marito Stefano e i loro quattro bambini: Teresa che ha sette anni, le gemelle Sara e Maria che di anni ne hanno cinque e il piccolo Angelo che non ne ha ancora compiuti tre e, come mi ha detto Fabrizio, ci sono anch’io: nonna Anna.
Questa, come si può immaginare visto il numero dei bambini, è una famiglia vivace ma soprattutto una famiglia felice e molto bene organizzata nonostante una certa particolarità che però, secondo me, la rende speciale se non unica.
Borgo San Lorenzo (FI), 2017
Fotografie di Fabrizio Tempesti
 

 
Curiosità, voglia di capire e di raccontare hanno fatto il resto, ma lascio alle parole estrapolate dalla presentazione di Stefania Scali, presidente dell’UICI, il compito di spiegare il senso di questo libro.
Fabrizio Tempesti, fotografo per passione, ci ha seguiti nelle nostre varie attività, cogliendo con la sua sensibilità momenti della vita di tutti i giorni: in famiglia, nel lavoro, nello sport, nel tempo libero. Davvero una sfida emozionante riuscire a rendere comprensibile la disabilità visiva con un mezzo che è prettamente visivo.
Sicuramente abbiamo intrapreso una singolare avventura.
È stata coinvolta Dunia Sardi, scrittrice di grande sensibilità, che ha scritto l’introduzione al volume. 
Con il suo contributo, l’Assessore alla Istruzione Pubblica e alle Pari Opportunità Mariagrazia Ciambellotti ci ha voluto manifestare la propria vicinanza ed il suo sostegno anche attraverso le pagine di questo libro.
Per ultimo, ma non ultimo, anche il contributo di Pamela Villoresi, artista di grande livello, oltre che carissima conoscente, ha ulteriormente arricchito le pagine di questa pubblicazione.
Sarà quindi una vera soddisfazione se il libro riuscirà, anche in modo parziale, a far conoscere la vita dei non vedenti e degli ipovedenti, sensibilizzando quanti si avvicineranno a noi attraverso questo strumento.
La pubblicazione si compone di sessantadue foto e di alcune nostre testimonianze di vita vissuta.
In questi racconti, così personali e autentici, molti sono gli aspetti che mi hanno colpita. Lascio a ciascuno adesso la scelta di ciò che più tocca le corde remote del cuore, l’unico vero organo visivo della nostra vita”.
Stefania Scali
Presidente dell’UICI
 

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3 commenti

  1. ho visto il libro e ho trovato le foto e le storie che da esse si dipanano davvero potenti, scatti su una realtà che non può che suscitare riflessioni ed emozioni profonde: la poesia suggerita da questi spaccati quotidiani mi ha realmente toccato.

  2. Con questa pubblicazione mi ritrovo a leggere fotografie di Fabrizio Tempesti dopo la monografia dell’Autore dell’anno FIAF 2016, lo trovo sempre sensibile verso le esperienze umane sofferte.
    Tra le tante storie, questa alla scoperta della condizione esistenziale dei ciechi o ipovedenti mi colpirono molto le immagini che presentò al progetto nazionale “La Famiglia in Italia”, oggi che posso vedere una narrazione completa, conosco tanti altri momenti vivaci di queste persone straordinarie che hanno sviluppato i sensi assopiti per trovare la loro gioia di vivere insieme.
    Le fotografie scivolano nello spazio domestico a rappresentare le espressioni con una tale capacità di comunicare che dimostra come la fotografia possa raccontare la condizione sofferta molto più delle parole.
    Il significato che traggo dall’insieme delle immagini è che queste persone hanno saputo trovare una dimensione della comunicazione umana a me sconosciuta che le rende persone presenti, attive, capaci di guidare la loro vita e alimentare gli affetti.
    Ringrazio Fabrizio Tempesti per queste rivelazioni che nascono dal suo grande talento di fotografo narratore per immagini.

  3. Fabrizio Tempesti ci mostra una fotografia eccellente.
    Una narrazione interpretata attraverso l’uso della luce dell’oscurità, quale modo migliore per raccontare la cecità?
    La nostra creatività si alimenta anche della nostra sensibilità con la quale guardiamo il mondo ed i suoi abitanti.
    Complimenti a Fabrizio Tempesti che con il suo sguardo da fotografo onesto non ci delude mai!

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