Manikins – di Tina Cosmai
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Manikins, è un progetto nato dai miei frequenti viaggi a Vado Ligure, una cittadina del Ponente della Liguria dove vive e lavora mio figlio. È un posto che amo perché, pur non essendo particolarmente bella, ne ho sempre percepito il senso di resilienza.
C’è una grande spiaggia con stabilimenti attrezzati; piste ciclabili, piazze sul mare, la passeggiata con panchine che sembrano manufatti d’arte contemporanea. Su tutto ciò però, incombe il gigante industriale: la piattaforma petrolifera Maersk, con i suoi enormi pontili sul mare, le imponenti gru cinesi, i coloratissimi pozzi di petrolio. Tutto ciò condiziona fortemente il paesaggio.
E’ cominciata così la mia riflessione sulla difficoltà, ma anche l’indifferenza dell’uomo, nel vivere il dualismo dell’ambiente: industria e natura in un’unica visione.
Ho fotografato a lungo, immaginando un dialogo difficile tra le persone e la tecnologia. Tuttavia c’è questa comunicazione tra due dimensioni diverse, umana e industriale, perché semplicemente esiste. È una misura particolare dell’esistenza nel suo senso più profondo.
Ho avvolto le persone in forme geometriche astratte, sia per un senso di protezione dal mostro industriale, sia come rivendicazione personale del paesaggio. In Manikins vive il riconoscimento di un’umanità che si difende e combatte per salvare la Bellezza della propria quotidianità ma, fra le gru, la spiaggia, le panchine, i moli, l’uomo è prigioniero della realtà stessa che ha contribuito a costruire.
La solitudine diviene, allora, la situazione esistenziale degli individui, che rivendicano il proprio piccolo spazio, separati fra di loro e dalla comunità. Sotto la razionalità securizzante di linee e volumi, riaffiorano le angosce primordiali di un io sempre più soffocato e compresso dalla ipermodernita’. In questo scenario allucinato, gli uomini, ignari, divengono manichini di sé stessi, intrappolati nella fitta rete di astrazioni, spesso inconsapevolmente, generate da loro.
Tina Cosmai
Manikins
di Tina Cosmai
Personalmente lo trovo un progetto fantastico che unisce in modo geniale geometria e poesia, tecnica e fantasia rendendo magici il luogo e le situazioni fotografati.
Per quanto valgono, da una totale incompetente, Complimenti!
Grazie Alessandra!
L’eterno conflitto tra cuore e mente, sentimento e ragione trovo che sia espresso bene attraverso l’incombente presenza delle strutture portuali e delle formule matematiche e geometriche che relegano la figura umana in uno spazio ridotto. E’ proprio ciò che accade nella società che viviamo quotidianamente: la ragione e la mente prevalgono su cuore e sentimento. Pur essendo prodotti dell’ingegno umano, interesse economico e logica di mercato hanno assunto nel tempo una importanza tale da diventare entità autonome a sè stanti ed hanno confinato
tutto ciò che è legato al sentimento e all’empatia con l’ambiente che ci accoglie ad un ruolo di secondo piano. Dobbiamo dunque soccombere ed accettare questo ruolo secondario che più o meno inconsapevolmente ci siamo autoimposti o reagire riportando ogni valore al suo corretto posto?! Dalle decisioni di oggi dipenderà il futuro nostro e di tutto il pianeta.
Complimenti Tina, il tuo lavoro mi piace molto.
Probabilmente sono di parte perché anch’io mi sono confrontato più volte con Vado Ligure, un paese molto particolare, ricco di contraddizioni urbanistiche come del resto tanti altri luoghi della nostra nazione.
Ma tu comunque hai svolto il tema con molta originalità e apprezzo molto il tuo rigore grafico e la tua coerenza stilistica.
Grazie infinite, Carlo