CONFINI_ Elaborazione del Concept_10 – a cura del LAB Di Cult 133 FIAF
laboratorio ideato e curato da Luca Sorbo
Napoli è una città complessa, piena di contraddizioni che si offre generosa, ma che sa essere impenetrabile. Il centro storico è il risultato di una stratificazione millenaria che va dalla città greca a quella romana a quella medioevale fino alla dominazione Angioina che la designa capitale. Su questo poi si innesta la dominazione aragonese, quindi gli Asburgo e poi i Borboni, fino ad arrivare al Risorgimento e quindi all’unificazione con la monarchia dei Savoia.
La Napoli greco-romana ha ancora una sua forte identità ed è tuttora facilmente riconoscibile. Il mistero e la magia di Napoli sono racchiusi in buona parte in questo luogo dove i coloni di Cuma, dopo essersi stabiliti a Palepolis, decisero di fondare la nuova colonia. La città si è sviluppata su questo primo reticolo di strade fino ai giorni nostri, formando una straordinaria stratificazione non solo di architetture, ma di vita sociale e culturale. Questo determina anche la presenza di contraddizioni ed a volte fenomeni negativi. I luoghi vivono una dimensione temporale multiforme racchiusa in uno spazio che in qualche modo si dilata per accogliere questa complessità.
Ci sono monumenti di straordinario valore artistico che costituiscono un confine nel tempo e nello spazio. Tutto ciò è visibile, è evidente ad occhi sapienti. Niente come la fotografia può rivelare questa complessità spaziale e temporale. Il nostro laboratorio cercherà di indagare le situazioni, i luoghi, in cui questo confine è più evidente, proverà a mostrare la stratificazione umana, sociale e culturale della città greco-romana in contrapposizione a quella contemporanea.
La pianificazione tematica tra i fotografi partecipanti.
Francesco BARONE analizza la presenza del linguaggio segreto della Napoli magica con l’edilizia successiva. Un sovrapporsi di linguaggi ei significati che attraversiamo tutti i giorni in modo inconsapevole. Confini semantici ricchi di stratificazioni storiche e culturali.
Pino BARRECA indaga la relazione tra la popolazione residente da secoli ed i turisti che in poche ore vorrebbero conoscerne i segreti. La teatralità innata nel popolo napoletano che si confronta con il fare di turisti troppo frettolosi.
Ludovico BRANCACCIO si concentra sull’opposizione luce e ombra che caratterizza il centro storico, nella violenza dei contrasti emergono tracce, frammenti di storia, di persone, di vita.
Ezio MICILLO pone la sua attenzione sulla persistenza di una dimensione artigianale in un mondo dove quasi tutto è prodotto in serie. Le mani restano insostituibile strumento della creazione umana.
Lucia MONTANARO si immerge nella vita delle comunità provenienti dal continente Indiano che abitano luoghi tipici della Napoli popolare, trovando in questi luoghi una familiarità sorprendente. Il confine tra popoli lontani ed una città che sa essere grembo materno per accogliere persone da ogni parte del mondo.
Rossella MUTONE segue le diverse manifestazioni della fede religiosa che a Napoli sono fortemente vissute dalla popolazione. Il confine tra fede e superstizione, tra sacro e profano.
Carmine SCHIAVO indaga la figura del Pazzariello e di come è vissuto oggi. Il confine tra tradizione e folclore, tra autentico e falso. Un’opposizione che si ritrova in molti aspetti della città che si offre ai turisti per i tanti luoghi comuni per cui è nota nel mondo.
Enrico VERTECHI cerca il confine tra legalità ed illegalità nel quartiere di Forcella, noto in passato per essere un luogo in cui vi era contrabbando e merce rubata. Cerca questo confine attraverso gli occhi di ragazzi adolescenti che cercano un futuro diverso da quello che il quartiere gli offre.
Si analizzeranno anche i lavori dei tanti fotografi che si sono confrontati con il medesimo tema come: Mimmo Jodice, Luciano D’Alessandro, Herbert List, Luciano Ferrara e tanti altri. Sarà l’occasione per realizzare un reportage collettivo che si concluderà con una mostra e se sarà possibile con un libro.