PILLOLE DI FOTOGRAFIA
Anche una grande verità può essere racchiusa e trasmessa in poche parole. Aforismi? Chiamiamoli così! L’aforisma per Karl Krauss, che è stato un maestro di questo genere, «non coincide mai con la verità; o è una mezza verità o una verità e mezza», e aggiungeva: «Un aforisma non ha bisogno di esser vero, ma deve scavalcare la verità. Con un passo solo deve saltarla». L’aforisma è ricorrente nella letteratura di tutti i tempi, e cambia nome nel corso dei secoli. Si dicono “epigrammi” quelli di Marziale; per Blaise Pascal gli aforismi sono “pensieri” (che Stanisław Jerzy Lec chiama “spettinati”); sono invece “massime” per François de La Rochefoucauld e per Montaigne. L’intera opera di Oscar Wilde è ricca di aforismi fulminanti. Gesualdo Bufalino ne indica perfino la regola principale: «Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole». Non c’è argomento che non sia stato affrontato e condensato in forma di aforisma. Compresa la fotografia. Da oggi, proporremo qui una frase, un detto, una sentenza, una massima sulla fotografia. Espresse non soltanto da fotografi, ma anche da scrittori, saggisti, poeti, scrittori, registi che in qualche modo si sono interessati di fotografia. I fotografi, soprattutto, hanno utilizzato questa forma per spiegare la loro arte, e ci dicono in poche parole come la intendono, come l’hanno vissuta e la vivono, come l’hanno interpretata, quale sia il sentimento e la ragione che li hanno spinti a fotografare. Bisognerebbe anche “leggere” i fotografi, conoscere la loro storia, scoprire il loro sentire, non limitarsi a guardare la loro opera che anzi, interpretata con il loro sentire, sarebbe più chiara e molto probabilmente ci direbbe molto di più. (Giovanni Ruggiero)
Ecco la prima Pillola di Fotografia. È di Martin PARR (Epsom, 1952), fotografo inglese.
Vi diamo appuntamento a MARTEDI’ PROSSIMO con un’altra PILLOLA DI FOTOGRAFIA
