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I ritratti espressivi di Salvatore Matarazzo

Salvatore Matarazzo è un tipo allegro, che ama l’amicizia e la convivialità, “se parli bene di me ti offro una gazzosa, quando si torna a mangiare la porchetta!”. Nato a Viareggio nel 1980, dove vive tuttora, fotografa per lavoro da 25 anni ma ha sempre vissuto nel mondo della fotografia: il padre era fotografo della Polizia Scientifica di Viareggio e, da buon appassionato, aveva in casa molti libri di grandi autori come Frank, Winogrand, Moriyama… Ispirato dal padre, per 12 anni ha lavorato come fotografo per un quotidiano locale e anche per un’agenzia fotografica, correndo giorno e notte per la Versilia in cerca di eventi da documentare. 

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Appassionato di fotografia ma anche di cinema, è rimasto colpito da  registi come Sergio Leone, Fellini, Pasolini, “perché avevano la prerogativa di mettere al centro di tutto i personaggi, specialmente nei primi piani closeup di Leone”. Questo influenzerà decisamente il suo modo di fotografare e la scelta dei soggetti. Non cerca la bellezza o la composizione complessa, cerca l’emozione e la trova nei volti della gente. Interpreta le immagini secondo una sua estetica personale e riconoscibilissima. Anche lui, come molti fotografi di strada, ha la macchina fotografica sempre con sé e così pure il flash: “Faccio le foto nel  mio quotidiano; in genere non esco per far foto, non programmo le mie uscite, vivo la mia vita, e la fotografia mi accompagna ovunque vado. Non ho un posto preferito, ovunque mi trovi, se arriva l’impulso, scatto. Non amo però i posti troppo frequentati, sono geloso dei miei personaggi, e per me l’esclusività nella Street è tutto”.

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Salvatore è stato praticamente il primo autore italiano a utilizzare il flash nelle suo foto, alla maniera del grande Bruce Gilden, ma se gli si chiede da quali autori si sente ispirato ci fa una sorpresa: “Mi sento molto vicino alla figura di Mark Cohen, lui ha iniziato a fare Street Photography con il flash già dagli anni 70; all’epoca lui viveva in una piccola città della Pennsylvania, dove aveva anche uno studio fotografico, e nel tempo libero faceva le sue Street. Tecnicamente il suo modo di usare il flash era molto incisivo, e le ombre avevano un ruolo fondamentale nella sua fotografia”. Anche Salvatore posiziona il flash in modo personale, per scavare i lineamenti dei soggetti che fotografa. Ha iniziato fotografando il Carnevale di Viareggio, dove ha realizzato il suo primo libro, un lavoro che tra l’altro ha ispirato una generazione di fotografi italiani che hanno iniziato a utilizzare il flash. Fotografava ai margini della manifestazione, però, i cittadini invece che i figuranti. La stessa filosofia con cui iniziò un altro grande autore di street photography, l’americano Richard Bram, che pubblicò un lavoro intitolato “Spectators”, in cui rivolgeva la fotocamera verso chi osservava persone famose (o anche verso queste, ma riprendendole in atteggiamenti informali).

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Con questo suo approccio Matarazzo ha realizzato immagini che hanno girato il mondo: due volte finalista a Miami e vincitore a Tokio, per esempio, da dove il suo lavoro è stato richiesto in Corea ed è stato qui esposto in stampe di formato gigante (un metro per un metro e mezzo). Pubblicato su varie importanti riviste di settore, ha fatto parte del collettivo “InQuadra” ed è poi entrato a far parte del collettivo internazionale “Full Frontal Flash”, composto interamente da autori che utilizzano il flash nelle loro foto. Il suo profilo Instagram ha più di 26.400 followers e, di recente, è stato chiamato da Fujifilm per tenere un workshop a Copenhagen. Pur con le sue foto esposte in mezzo mondo, ricorda con estremo piacere il recente “Riomagno Fotoincontri”, dove la città era tappezzata con sue gigantografie, e “il Trieste photo days” del 2019 dove il lavoro Reality Mirrors fu esposto nella prima sala del Festival. “Tra l’altro arrivò pure Martin Parr a vedere la mia mostra e feci un ritratto pure a lui” – aggiunge, sorridendo.

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Un lunghissimo elenco di riconoscimenti, anche se non è solito partecipare a contest vari, che Matarazzo merita appieno perché il suo stile è davvero unico e riconoscibile, anche nelle foto che fa per lavoro, di pubblicità o di matrimonio che siano. Lavori come “Darwin is street”, dove gioca con le attinenze fra umani e animali, sono addirittura geniali, e i libri che ha pubblicato sono una grande fonte di ispirazione per chi si approccia al genere. 

Io l’ho visto Salvatore all’opera, “attento” gli dicevo, “che se qualcuno ti spara rischia di colpire anche me”, ma in realtà il suo modo di fare mette tranquillo anche chi gli sta vicino: “La gente ama essere fotografata e ricevere attenzioni, l’ho imparato con l’esperienza. Tutto sta a sapersi porre nel modo giusto e fargli capire che quello che si fa lo si fa con amore e passione.”

Testo di Mario Mencacci Bandini

Un grazie sincero a Salvatore Matarazzo.
Se volete approfondire i suoi lavori cliccate qui 

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