Comunicazioni del Dipartimento

CONFINI – Elaborazione del Concept_07 – LAB Di Cult 113 FIAF

a cura di Francesca Sciarra e Anna Serrrato

 

QUALI CONFINI?

 

 “Solo, in mezzo alla spiaggia, Bartleboom guardava. A piedi nudi, i pantaloni arrotolati in su per non bagnarli, un quadernone sotto il braccio e un cappello di lana in testa. Leggermente chinato in avanti, guardava: per terra. Studiava l’esatto punto in cui l’onda, dopo essersi rotta una decina di metri più indietro, si allungava – divenuta lago, e specchio e macchia d’olio – risalendo la delicata china della spiaggia e finalmente si arrestava…”.
da Oceano Mare, Alessandro Baricco

 

 

Il personaggio del libro di Baricco, il professor Bartelboom, studia il moto delle onde: desidera indagare sui confini del mare.

Ma si possono stabilire i confini del mare? E soprattutto cos’è un confine?

 

 

In principio il confine è la linea di separazione, anche solo immaginaria, non visibile all’occhio umano, che separa una proprietà, per esempio delle terre coltivate: la linea lungo la quale si estendono due appezzamenti confinanti che appartengono a due diversi proprietari.

Il confine è quindi una linea di divisione, di interruzione. Però, visto che la separazione avviene lungo una linea quella diventa al tempo stesso una linea di contatto. Quindi un confine non solo separa ma unisce anche.

In natura non esistono confini: ogni linea di separazione è puramente artificiale e convenzionale. Se la Terra non fosse abitata si mostrerebbe come uno spazio indefinito e offrirebbe alla nostra vista un susseguirsi di corsi di fiumi, creste di montagne e rive di mari. Soltanto il passaggio dell’uomo rompe l’indefinibile estensione della Terra, isola le cose l’una dall’altra e introduce il principio dell’appartenenza.

 

Eppure usiamo spesso la parola “confini” anche in senso figurato e metaforico quasi avessimo costantemente bisogno di riconoscere linee di demarcazione (separazione – limite). Ne abbiamo bisogno per organizzare il nostro pensiero, per misurare la nostra esistenza. Sia per quanto riguarda il rapporto con gli altri, sia per il rapporto personale con noi stessi.

I “confini” sono una convenzione: ma è una prerogativa umana sia costruirli che abbatterli e superarli.

 

 

Anche il limite tra “pubblico” e “privato” si è spostato o è stato addirittura cancellato: nella nostra era dominata da internet, la tecnologia ha reso concreto il capovolgimento di ogni regola e definizione.

Ciò che accade sui social, ad esempio, è un’irrefrenabile esposizione della propria vita privata che oscura il concetto di intimità per soddisfare l’istinto di ostentare la propria quotidianità.

 

 

Una delle dimensioni nella quale l’uomo ha sempre provato a superare i propri limiti è l’Arte. Non vi sono confini espressivi per chi crea. Se proviamo a guardare le correnti artistiche che si sono succedute nel passato vedremo che la generazione successiva ha sempre provato a superare la precedente. Attraverso l’arte si superano i confini e la creatività artistica si esprime per unire le persone.

 

 

I muri, che nascono per separare e dividere, attualmente si dispiegano come enormi tele sulle quali gli street artists dipingono. Un tempo considerati “imbrattatori”, oggi sono chiamati dalle istituzioni locali perché con la loro arte portino colore ed allegria nelle periferie creando opere che hanno l’obiettivo di rigenerazione sociale e riqualificazione urbana.

 

 

In questa nostra breve riflessione abbiamo cercato di porre l’accento sulla continua e perenne esigenza dell’essere umano di mettere barriere, sia fisiche che mentali, per la propria sopravvivenza; ma abbiamo visto che è innata anche l’opposta necessità di abbatterle e superarle.

È un continuo e dinamico divenire e lo studio del professor Bartelboom in Oceano mare di Alessandro Baricco è destinato a fallire: “… vedete lì, dove l’acqua arriva… sale sulla spiaggia poi si ferma… ecco, proprio quel punto, dove si ferma… dura proprio solo un attimo, guardate, ecco, ad esempio, lì… vedete che dura solo un attimo, poi sparisce, ma se uno riuscisse a fermare quell’attimo… quando l’acqua si ferma, proprio quel punto, quella curva… è quello che io studio. Dove l’acqua si ferma. Lì finisce il mare.”

 

Francesca Sciarra
Tutor Fotografico FIAF

Anna Serrato
Tutor Fotografico FIAF

*Le immagini appartengono ad alcuni dei lavori fotografici dei partecipanti al Laboratorio LAB Di Cult 113 FIAF.

 

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