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Maria Novello – Identikit d’Autore

Cos’è per me la fotografia?

Presentarmi non mi è facile, provo comunque attraverso la domanda: “Cos’è per me la fotografia?”.

Fino a tredici anni fa, la fotografia era un sogno nel cassetto. La consideravo un mezzo comunicativo troppo impegnativo per dedicarvi il tempo dovuto, tempo che io non avevo disponibile.

Libera da impegni di lavoro, la fotografia mi si è immediatamente presentata diventando una piacevole passione.  Dapprincipio ero istintiva nei miei scatti, ma nel tempo mi sono sempre più avvicinata alla fotografia introspettiva e al progetto fotografico quindi ad una fotografia più lenta e pensata, grazie anche ai tanti webinar della Fiaf durante la pandemia, alle attività dei circoli fotografici che frequento, ai workshop e corsi tematici.

Fotografo prevalentemente paesaggi, mi donano un senso di pace e di forza, mi consentono di riflettere e riappacificarmi con me stessa mentre mi godo il silenzio e la musicalità che offrono. Sono come i libri, portano via le preoccupazioni.

Il mio modo di vedere la realtà è decisamente cambiato, scopro particolari che prima non vedevo e do significati anche diversi agli oggetti ed elementi della realtà. Di ciò che mi circonda ho acquisito una nuova attitudine e le mie immagini raccolgono, attraverso dettagli, la mia introspezione e la mia sensibilità percettiva.

Considero la fotografia un appassionante mezzo di espressività, in libertà e senza parole. La fotografia mi trasporta nell’affascinante mondo fatto di tante emozioni.

Sono attratta dal bianco e nero. Mi piace sperimentare. Apprezzo molto il momento della stampa delle mie foto.

Non mancano le mie esposizioni personali e collettive.

Riporto qui di seguito la sintesi di alcuni miei lavori fotografici.

01 – Luci e Ombre (2015)

La luce che si insinua tra le foglie del mais svela occulte immagini ivi celate. Sono affascinata dal numero esorbitante di immagini che possono scaturire dalla diversa inclinazione dei raggi solari o dai loro riflessi. Basta semplicemente cambiare il punto di osservazione perché le forme rivelino altre forme. C’è qualcosa di lirico nell’interazione tra luce e ombra.

02 – Fragilità (2020)

Come foglie secche le mie emozioni scricchiolano, come foglie secche le mie emozioni si sgretolano e io mi sento come una foglia secca, trasportata dal vento, sospesa… Penso alla futura primavera. Sento sgorgare in me nuova linfa e i miei pensieri si fanno forti.

03 – Nebbia (2021)

La nebbia vaporosa monta veloce al mattino. Avvolge, nasconde, isola e rivela atmosfere. Chiudo gli occhi e mi concentro per essere in sintonia con quello che mi circonda. Divento una parte integrante della scena che sta prendendo vita dentro di me. Catturo la baluginante bellezza della nebbia e divento consapevole della grandiosità della natura.

04 – Silenzio (2022)

Mi piace incontrare i paesaggi plasmati dalla neve o abbracciati da un’atmosfera ovattata. Percepisco che in essi c’è qualcosa che va al di là di una semplice struttura grafica: c’è un senso di precarietà e di eternità. Nei paesaggi esplodono le mie emozioni e dilagano i fantasmi della mia memoria: il silenzio che mi attraversa ha un sapore puro e leggero.

05 – Ti sento (2018-2021)

E’ un percorso di rinascita femminile attraverso la memoria fotografica in uno sperimentale libro d’artista realizzato tutto a mano e con materiale raccolto nel tempo. E’ un collage di immagini proprie, ritagli di giornale, fotografie dell’archivio familiare e di vita degli altri per una leggenda dei tempi moderni. Il progetto ha avuto una lunga gestazione e si è evoluto nell’arco di tempo tra il 2018 e fine 2021. Durante la sua evoluzione è stato portato in esposizione e pubblicazione in varie occasioni.

“Il collage è un gioco da bambini, un ricordo lontano per la maggior parte di noi, talvolta collegato all’esperienza della scuola…

Nel lavoro di Maria la componente bambina assume un ruolo complesso e molteplice. E’ bambina la protagonista di questa favola – favola e non storia, perché il fine della favola è far comprendere in modo facile e piano una verità morale, proprio come accade qui – ed è la Maria adulta ad essere tornata nei panni della bambina per salvarla/salvarsi…

Dopo averci mostrato il ‘problema’ che guida l’azione della favola (la subordinazione delle donne nella società di un tempo poco lontano) irrompe la scrittura, che si fa immagine tramite la grafica, forte, dei caratteri e del nero su bianco: “Allora prendo la matita e il quaderno e scrivo quello che non saprei dire a nessuno” leggiamo su una pagina di questo diario intimo rilegato a mano o meglio, cucito assieme…

E allora: come finisce questa favola?! Beh ovviamente con il migliore lieto fine: la principessa protagonista vince la sua battaglia sull’ingiustizia subìta e si riprende la vita, la fierezza e si congeda da noi con indosso un abito senza tempo, di fattura finissima e preziosa che si chiama Orgoglio femminile.“ (testo tratto dalla recensione di Simona Guerra).

 

06 – Mi prendo il meglio (2022)

Ho già vissuto, quasi sicuramente, più di quanto rimane del tempo concesso: cerco l’essenza, quella che fa valer la pena di vivere. Vivo con l’intensità che solo la maturità e la consapevolezza sanno dare! Godo della migliore versione di me stessa; ora e domani. Cerco luoghi svuotati dalla presenza umana, quelli che mi fanno apprezzare il silenzio interiore, mentre mi nutro delle note vibranti della Natura e mi prendo tutto il meglio!

 

 

 

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