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E se l’autoreferenzialità fosse una difesa?

Proseguiamo il nostro approfondimento sulle foto wow con un contributo di Umberto Verdoliva.

Attilio Lauria

 

“Inizierei da una brevissima riflessione: il mondo della fotografia, in generale, appare piuttosto autoreferenziale, sorretto da circuiti basati sul riconoscimento reciproco. Ciò di cui si avverte la mancanza è un ruolo super partes capace di assolvere alla funzione di individuazione e promozione di percorsi autoriali.

Detto ciò, quanto sta accadendo nell’ambiente street sarà di sicuro oggetto di saggi fotografici in futuro.

La foto “WOW”, ad esempio, è sicuramente l’effetto di una spinta inconsapevole che proviene dall’urgenza di emergere indotta da un certo sistema, ma è anche frutto di altre ragioni.

Un aiuto per comprendere l’attuale stato dell’arte proviene dal lavoro di ricerca portato avanti da Julia Hudrova con il suo profilo Instagram  “Street Repeat”: se la sua ricerca seriale sembrerebbe evidenziare la grande qualità dei fotografi di strada contemporanei, al contrario per me sottolinea la catastrofe che sta avvenendo nella street photography, che trovo caratterizzata sempre più da una rincorsa alla riconoscibilità attraverso la reiterazione di cliché.

Ecco allora la ricerca di momenti difficilissimi da cogliere, spesso oltrepassando le soglie di coraggio necessarie ad affrontare la gente per strada, con scatti che possano meravigliare e far esclamare il “wow” degli osservatori, dimenticando il piacere di raccontare il quotidiano attraverso la propria sensibilità.

Sia chiaro che non intendo affatto generalizzare, riconoscendo la diversità di numerosi autori che sentono davvero la ricerca su strada, solidi nella propria visione come dimostra il loro percorso nel tempo.

Provo allora a concludere con una provocazione: e se cercare le foto WOW fosse una forma di difesa nei confronti di coloro che non ne sono capaci?”

Umberto Verdoliva

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