DANIELE PAPA – di Giancarla Lorenzini

 

DANIELE PAPA 

di Giancarla Lorenzini

 

Un fotografo bianco-nerista nel solco della tradizione, con maestri di riferimento Bresson , Koudelka, Giacomelli;  amante della fotografia meditata. Ma Daniele Papa da tempo aveva in animo di realizzare un lavoro che andasse oltre la realtà visibile e scontata, qualcosa che non tirasse in ballo solo la vista per una corrente osservazione, ma l’immaginazione. Per fare questo gli occorreva una fotocamera che gli permettesse di entrare in uno spazio diverso dal visibile: quello immaginario. Parlando con un amico viene a conoscenza di una fotocamera prodotta in Cina che somiglia più ad un giocattolo che ad una fotocamera vera e propria : Holga, una fotocamera completamente in plastica, compresa l’ottica . Stupore  ed entusiasmo lo accompagnano in questa nuova ricerca. La peculiare caratteristica di caduta di luce ai bordi, propria di chi immagina qualcosa ad occhi chiusi, e di quel senso di evanescenza dovuto alla mancanza di dettagli, tipica di un obiettivo scadente, danno vita ad immagini irreali. Il potere evocativo di questa semplice fotocamera è sorprendente: atmosfere oniriche, sospese, ci riportano al tempo della memoria o del desiderio, dove il confine con  la realtà si fa distante e dove le emozioni intime prendono il sopravvento e ci rimandano ai segreti reconditi celati nella nostra realtà più profonda.

Le opere

 

“Immagina” ci trasporta in spazi mnemonici particolarmente intimi, dove la realtà vissuta si intreccia con il ricordo e gli stati d’animo divenendo quindi visione dal potente lirismo.  Ci fanno provare l’emozione di chiudere gli occhi e rivedere tutto il film della nostra vita, rivivendo  la delicatezza della  fanciullezza, altre volte la malinconia, la paura,  la speranza o la serenità.

“In un angolo del mare” ci porta in spazi spirituali dove l’eliminazione del superfluo determina l’essenziale, condizione indispensabile della meditazione per ritrovare se stessi, la propria dimensione di appartenenza, le proprie aspirazioni. Una solitudine cercata che non è assenza ma pienezza. Acqua e terra, simboli fondamentali di vita per ritrovare la propria vitalità interiore. luoghi privilegiati per riconoscere che oltre alla materia tangibile esiste una dimensione spirituale da cui la materia stessa trae vita, intelligenza e lo scopo di esistere.

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